“Ci sono motivi di temere grandi violenze” sabato a Parigi. Si moltiplicano gli appelli dei gilet gialli a manifestare nella capitale e in tutta la Francia e si fanno sempre più altisonanti le dichiarazioni dei promotori. Nel faccia a faccia di ieri sera su Bfm-Tv con due ministri, François De Rugis e Marlène Schiappa, uno degli iniziatori dei gilet jaunes, Eric Drouet, non ha esitato a dire che “se riusciamo ad arrivare davanti all’Eliseo, entreremo dentro…”.

L’Eliseo prepara le contromisure. Fonti presidenziali citate dai media francesi evocano un “nocciolo duro di diverse migliaia di individui” che intendono venire a Parigi con l’intenzione “di battersi, di distruggere e di uccidere”. Il premier Edouard Philippe, in un’audizione in Senato a Parigi, ha annunciato “mezzi eccezionali” per garantire la sicurezza nelle manifestazioni nelle strade della capitale e nel resto della Francia: saranno schierati “oltre 65.000 uomini delle forze di sicurezza”, ha detto il primo ministro. Una fonte dell’Eliseo, citata da Le Figaro, ipotizza addirittura la presenza di “golpisti: “Siamo davanti a un tentativo di colpo di Stato”, avrebbe detto la fonte citata. Secondo il quotidiano, i servizi segreti avrebbero allertato l’Eliseo su “appelli ad uccidere e usare armi da fuoco contro parlamentari, governo e forze dell’ordine”.

La ministra per la Coesione del Territorio, Jacqueline Gourault, ha lanciato un appello “a chi non è costretto ad uscire a rimanere in casa sabato” perché “ci sono rischi che vada a finire male“. Parlando a Bfm-Tv, la Gourault ha aggiunto: “Abbiamo informazioni riguardanti gruppuscoli, al di là dei gilet gialli, che vogliono scontrarsi. Il nostro paese rischia una fase violenta“. I commercianti degli Champs-Elysées, teatro lo scorso fine settimana di scontri tra manifestanti e polizia, sono stati invitati dalla prefettura a rimanere chiusi e una decina di musei – tra cui fra i quali il Grand Palais e il Petit Palais, il museo d’arte moderna della Ville de Paris, il Musée de l’homme e il Musée des Arts et Metiers – e teatri parigini rimarranno chiusi sabato per motivi di sicurezza.

In parallelo con la mobilitazione dei “gilet jaunes” si rafforzano le proteste studentesche. Circa 200 scuole superiori sono occupate o teatro di dimostrazioni contro le riforme dell’istruzione. In varie città le manifestazioni  sono sfociate in disordini e scontri con la polizia, come già accaduto nei giorni scorsi, con lanci di oggetti e incendi. Disordini sono scoppiati a Tolosa, dove per il quarto giorno consecutivo secondo la prefettura hanno manifestato hanno manifestato circa “circa 1.830 liceali” provenienti da una ventina di istituti scolastici e sono rimasti feriti due poliziotti. Un giornalista di France 3 è inoltre stato malmenato dai dimostranti, che gli hanno rubato la telecamera.

Scontri violenti anche a Marsiglia: i giovani hanno dato alle fiamme dei cassonetti nella zona del Porto vecchio e della gare Saint-Charles. Davanti al liceo Victor Hugo, vicino alla stazione ferroviaria, alcune auto sono state rovesciate e date alle fiamme. A Nizza, invece, 33 persone sono state fermate dopo violenti scontri attorno ad uno dei licei più grandi della città, il Parc Imperial, con oltre 1.700 allievi. La protesta, con scontri e barricate, è dilagata anche a Montpellier e nei centri vicini, con saccheggi e danneggiamenti. Due studenti sono rimasti leggermente feriti negli scontri a Beziers, dove due auto sono state rovesciate e bruciate, altre danneggiate. Otto persone sono state fermate.

Dinanzi ai rischi che scuotono il Paese, Emmanuel Macron ha annunciato mercoledì sera a sorpresa il definitivo annullamento dell’innalzamento delle accise sul carburante all’origine della mobilitazione, invitando alla calma. E’ il periodo più delicato attraversato dalla presidenza da quando Macron siede all’Eliseo: secondo un sondaggio realizzato dall’istituto Kantar-Sofres-One Point per Le Figaro Magazine, il presidente della Repubblica ha perso cinque punti di popolarità in un mese, crollando ad appena il 21% di consenso, il livello più basso dalla suo arrivo al potere nel maggio 2017.

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