Il governo ha varato in questi giorni un provvedimento per incentivare la vendita di veicoli elettrici nuovi: sono 6mila euro per veicoli a zero emissioni, un po’ meno per veicoli che comunque hanno emissioni ridotte, come le auto ibride. Era necessario per dare un minimo di “spinta” al mercato dei veicoli elettrici in Italia dove, come sempre, ci troviamo a fare da fanalino di coda in Europa. Fate conto che in Italia, le immatricolazioni di veicoli elettrici nuovi sono state lo 0,24% del totale contro valori ben maggiori in altri paesi, dove si registrano incrementi nelle vendite del 39% della Norvegia, il 27% della Gran Bretagna e il 26% della Francia (dati da E-mobility Report, 2018). Insomma, in confronto ad altri Paesi siamo un po’ come i Flintstones, i personaggi dei cartoni animati che spingono la macchina a forza di gambe.

Com’è ovvio, la lobby dei combustibili fossili non ha gradito l’iniziativa: si è fatto vivo subito La Staffetta Quotidiana con un articolo del direttore che fa un’ardita comparazione con la frase attribuita a Maria Antonietta di Francia, “che mangino brioche”. La tesi dell’articolo è che il governo incentiva veicoli (auto elettriche) che gli italiani non possono permettersi, così come la regina di Francia proponeva ai francesi cibo (le brioche) che non si potevano permettere.

Ora, per prima cosa qui sarebbe il caso di precisare che Maria Antonietta non ha mai detto niente del genere: si tratta di una leggenda inventata per calunniarla molto tempo dopo la sua morte. A parte questo, comunque, c’è una differenza fondamentale fra il caso delle brioche e quello dei veicoli elettrici di oggi: sta nel fatto che il governo francese al tempo della rivoluzione non si era mai impegnato a eliminare il pane dalla dieta dei francesi allo scopo di ridurre l’inquinamento atmosferico. E invece è proprio quello che il governo italiano – come quasi tutti i governi al mondo – si è impegnato a fare per i veicoli a combustibili fossili: si è impegnato a eliminarli, o perlomeno a ridurne l’uso il più possibile, per rispettare i limiti degli accordi internazionali contro il riscaldamento globale.

Quindi, non ci sono molte alternative al fatto che bisogna eliminare i motori diesel e a benzina il prima possibile e, fortunatamente abbiamo una buona alternativa: i veicoli elettrici alimentati a energia rinnovabile. La questione è come recuperare il tempo perduto rispetto agli altri Paesi che ci hanno staccato nella corsa all’elettrico. E se guardiamo come hanno fatto loro, beh, non ci sono segreti: hanno dato degli incentivi all’acquisto di veicoli elettrici mentre allo stesso tempo hanno disincentivato l’uso di quelli a motore termico. Per noi è la stessa cosa, non abbiamo molta scelta: incentivi per i veicoli a basse emissioni e disincentivi per i veicoli tradizionali secondo il sano principio del “chi inquina paga”.

Ma tutto questo non vuol dire, come sostiene La Staffetta, fare un piacere ai ricchi, ovvero quelli che si possono permettere i veicoli elettrici? Per ora, i veicoli elettrici sono più cari, c’è poco da fare, ma è anche vero che tutte le nuove tecnologie sono care all’inizio. Chi introduce le innovazioni sono quelli che possono permettersele. Così facendo, fanno un piacere a quelli che le adotteranno in seguito, creando il mercato e le infrastrutture necessarie alla diffusione della nuova tecnologia. È successo così, per esempio, per i telefoni cellulari: quelli che li hanno comprati all’inizio, quando erano molto costosi, hanno contribuito a creare l’infrastruttura di ripetitori che oggi tutti possono utilizzare. Lo stesso vale per i veicoli elettrici: il loro costo, oggi, comprende anche la costruzione di un’infrastruttura di colonnine di ricarica. Chi li compra oggi contribuisce a qualcosa che poi ne renderà possibile una diffusione molto maggiore.

Certo, il governo non ha mai dato incentivi all’acquisto dei telefoni cellulari, ma il caso dei veicoli elettrici è diverso: è una tecnologia cruciale per tante cose, a partire dal ridurre l’inquinamento nei centri urbani ma, soprattutto, per ridurre le emissioni di gas serra. Per questo bisogna accelerare la loro introduzione e il governo può e deve dare un contributo. E allora andiamo avanti, perché i danni del riscaldamento globale ci stanno già piombando addosso, ogni anno peggiori.

Aggiornato il 31 gennaio 2019 su segnalazione di un lettore

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