SANTIAGO, ITALIA di e con Nanni Moretti. Documentario. Durata: 80’ Voto: 2/5 (DT)
Cile, 1973. L’ambasciata italiana salva oltre 250 cileni all’indomani del golpe di Pinochet e li spedisce in Italia per salvarli e fargli vivere una seconda vita. Il nostalgico lavoretto morettiano, sempre visivamente pulitino e stitico, interviste fronte macchina tutte uguali, inizia da lontano come fosse un bignami di storia cilena e dell’Unitad Popular di Allende, poi affronta il gancio narrativo dell’orgoglio italiano solo nella seconda metà del film, e solo per dire quanto si stava bene nell’Emilia rossa degli anni settanta/ottanta. Pretestuosa bagatella morettiana per dipanare improbabili analogie, paralleli e paragoni con l’attuale situazione politica del nostro paese e fare di tutta l’erba un “fascio”. Il regista demiurgo si confonde sempre più con l’elettore cocciuto del PD e l’ispirazione del cineasta diventa un po’ come il PD stesso: invisibile e impalpabile. Nanni ritenta, sarai più fortunato. Con evocazioni pulp al femminile nella descrizione delle torture del regime fascista cileno.