Esplorare gli abissi sarà più facile grazie a iBubble, il primo drone subacqueo autonomo al mondo. È stato sviluppato dalla startup di Marsiglia Notilo Plus, e membro del programma Ndivia Inception. È un prodotto compatto e dai costi contenuti, utile agli appassionati di immersioni e agli oceanografi, agli addetti alla manutenzione subacquea e ai proprietari di imbarcazioni, ai dipartimenti di difesa.
iBubble svolge la stessa attività dei droni aerei: catturare immagini ad alta risoluzione. In questo ambiente c’è un ostacolo, ossia che le tecnologie di connessione quali Wi-Fi, GPS e Bluetooth non funzionano sott’acqua. Nel caso di iBubble, a risolvere il problema è il supercomputer Nvidia Jetson TX2 da 7,5 watt.
iBubble, più in dettaglio, si basa su sensori economici, che funzionano in concerto con potenti algoritmi di apprendimento automatico. Questi ultimi uniscono i dati acustici alla visione artificiale per creare un sistema di tracciamento veloce e affidabile, capace di gestire gli ambienti più difficili. Uno dei problemi delle trasmissioni sottomarine, infatti, è il ritardo con cui arrivano i segnali. Jetson TX2 utilizza speciali reti neurali che gli permettono di prevedere i segnali acustici e ridurre drasticamente i ritardi nell’elaborazione del segnale.
La generazione delle immagini in streaming con qualità HD parte dal tracciamento visivo e dalla gestione del tradizionale del segnale delle onde sonar riflesse. L’elaborazione di quest’ultimo consente a iBubble di rilevare ed evitare ostacoli (come le strutture della barriera corallina), oltre che a trovare e ispezionare le aree che necessitano di riparazione sulle navi.
Per questo motivo iBubble può avvantaggiare l’industria navale. Per esempio, i grandi cargo necessitano di regolari ispezioni dello scafo, operazione difficile da praticare con sottomarini robotici collegati al cavo. iBubble, invece, può navigare per tutta la lunghezza e l’ampiezza della chiglia di una nave e catturare video in alta qualità di ogni centimetro della superficie da ispezionare. I subacquei possono anche comunicare con il drone tramite un dispositivo remoto, che consente loro di chiamare iBubble e modificare il focus delle riprese.