Querela per diffamazione aggravata firmata dall’avvocato Claudio Botti, dal professore Guido Clemente di San Luca e dal magistrato della Direzione distrettuale antimafia partenopea: il giornalista e i due conduttori della Zanzara accusati di aver insultato l'iniziativa organizzata nell'università per presentare il libro ‘Campionato di calcio e stato di diritto’ e analizzare gli errori arbitrali che avrebbero falsato la Serie A dello scorso anno a favore della squadra di Allegri
“La feccia è sempre esistita ed esisterà sempre”. Queste le parole pronunciate da Giampiero Mughini nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzara andata in onda lo scorso 22 novembre, per commentare un convegno organizzato a Napoli sugli arbitri e sul Var pro Juve nelle partite di Serie A dello scorso campionato. Una frase che è costata al giornalista, dichiaratamente juventino, ma anche ai due conduttori della trasmissione Giuseppe Cruciani e David Parenzo, una querela per diffamazione aggravata firmata dall’avvocato Claudio Botti, dal professore Guido Clemente di San Luca e dal magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Catello Maresca.
L’INTERVENTO DI MUGHINI – Nel corso della trasmissione è stato Cruciani, definendo l’iniziativa “vergognosa”, a chiedere a Mughini (in collegamento telefonico) un suo commento. “Sembra incredibile ma è vero – spiegava il conduttore al suo ospite – in una università italiana dei professori di varie materie terranno una specie di convegno organizzato, pare con soldi dell’università, dunque forse indirettamente anche con soldi nostri, su arbitri e Var pro-Juve”. In alcune dichiarazioni rilasciate al quotidiano Il Mattino di Napoli, il promotore dell’iniziativa, il docente di diritto amministrativo Clemente di San Luca – racconta Cruciani durante la trasmissione – dice che quello che è successo l’anno scorso “è illegittimo”, “un esempio negativo, così gli studenti perdono la fiducia nelle istituzioni”. Mughini non si è sottratto al commento: “Ognuno ha le sue idee e le sue opinioni, ma che all’università degli studi, nel 2018, l’argomento sia una tale cialtronata è penoso, è penoso per la città di Napoli”. E sul fatto che tra i temi del convegno ci fosse anche la creazione di un comitato di vigilanza sulla regolarità del campionato: “Lo facciano, se non hanno di meglio da fare nella loro vita” ha detto Mughini. E dato che tra gli interventi si prevedeva anche quello di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Mughini si è detto “pronto a scommettere” che il magistrato non sarebbe mai andato al convegno, paragonato a “una farsa di paese”. Queste le dichiarazioni da cui è partita la querela, diretta anche ai conduttori, rei di non essersi dissociati dalle parole dell’opinionista.
IL CONVEGNO DELLA DISCORDIA – Il convegno si è poi tenuto il giorno dopo presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, per presentare il libro ‘Campionato di calcio e stato di diritto’ e analizzare gli errori arbitrali che avrebbero falsato il campionato dello scorso anno a favore della Juventus. A quel convegno, a dire il vero, Cantone “tifoso del Napoli e un amante di questa bellissima città” è intervenuto, arrivando a scatenare anche la contestazione del pubblico presente. “Dobbiamo avere il coraggio di ricordare che il calcio resta un gioco e dobbiamo considerarlo come tale” ha detto. E ancora: “Quando il professore si preoccupa che i suoi studenti mettano in dubbio questioni di diritto dopo aver guardato una partita arbitrata in modo scorretto, mi viene da dire ‘Parliamo di cose serie’. Questa è una città con problemi enormi, teniamo gli argomenti nella giusta dimensione”.