Dal Capo dello Stato al premier Giuseppe Conte. In molti dopo ciò che è successo a Corinaldo, dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre sono morte sei persone e ferite un centinaio nel tentativo di fuga dalla discoteca Lanterna Azzurra, hanno espresso vicinanza alle famiglie delle vittime e ai feriti. E su Facebook il presidente del Consiglio ha fatto sapere che andrà nelle Marche per “verificare sul posto quello che è successo”.
“È una tragedia che lascia impietriti. Il pensiero di tutti è di vicinanza e solidarietà alle famiglie delle giovanissime vittime, al loro dolore lacerante, e alle condizioni dei tanti feriti con l’augurio di pronta guarigione. Si dovrà fare piena luce sull’accaduto, accertando eventuali responsabilità e negligenze”, ha dichiarato Sergio Mattarella. “I cittadini hanno diritto alla sicurezza ovunque, nei luoghi di lavoro come in quelli di svago – ha aggiunto – La sicurezza deve essere assicurata con particolare impegno nei luoghi di incontro affollati, attraverso rigorose verifiche e controlli. Non si può morire così“.
Il premier ha invece affidato il suo cordoglio a Facebook, insistendo sulla necessità di trovare una responsabilità. “Quanto accaduto nella discoteca di Corinaldo, nelle Marche, sta suscitando un grande dolore in tutta la comunità. Sono sei le vittime già accertate, di cui cinque giovanissime – ha scritto – Il mio pensiero commosso non può che andare a queste vite spezzate e ai loro familiari. Seguo con grande apprensione anche l’evoluzione delle condizioni di salute, alcune molto critiche, delle tante persone ricoverate nelle strutture sanitarie e sto per recarmi sul posto, per verificare di persona quello che è accaduto. Ora è il momento dei soccorsi e del cordoglio, ma è chiaro che sono numerose le domande in ordine alla responsabilità di questa tragedia, al rispetto delle norme di sicurezza, che dovranno trovare una risposta chiara, celere e univoca. Lo pretendiamo“.
Primo ad intervenire, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha parlato invece del probabile sovraffollamento del locale (poi confermato dal Procuratore capo di Ancona). “Ci sono indagini in corso. Ci sono alcune ipotesi. Mi sembra di potere smentire l’ipotesi che la porta della uscita di sicurezza fosse chiusa. Hanno probabilmente ceduto due parapetti, per la forza d’urto della calca dei ragazzi che uscivano – ha affermato ai microfoni della Rai – C’era una sostanza che infastidiva, si parla di puzza di ammoniaca e si parla di spray urticante. È molto probabilmente vero che all’interno del locale c’era più gente, molta più gente del permesso. E su questo sono in corso dei riscontri. Non si può morire in questa maniera a 14 anni, per andare a divertirsi”. Poi dal palco di Piazza del Popolo ha aggiunto: “Non servono nuove leggi ma bisogna fa rispettare le leggi che ci sono. In questo Paese chi sbaglia paga. E chi ha sbagliato paga e paga fino in fondo da nord a sud. Ovunque, da Genova ad Ancona”.
Anche il vicepremier Luigi Di Maio ha espresso vicinanza alle famiglie, pubblicando poi su Facebook i nomi delle sei vittime.
“Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per le vite spezzate e vicinanza alle famiglie delle vittime. Un pensiero a tutti i feriti, con un sincero augurio di pronta guarigione”, ha scritto invece sui social il presidente della Camera, Roberto Fico, ricordando che questa mattina Montecitorio ha osservato un minuto di silenzio “per la tragedia avvenuta ad Ancona”.
“Ora dovranno essere effettuati tutti i controlli necessari, valutare eventuali carenze, sovraffollamento, insomma è necessario capire la dinamica precisa dell’accaduto. Anche per fare in modo che non accada mai più”, ha sottolineato invece all’Adnkronos il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che ha annullato la festa regionale prevista per domani.