“E un giorno ti dicono ‘Nelle tue canzoni non dici niente, non ci sono contenuti!’ e poi quando cerchi di comunicare qualcosa di serio, alle persone, ti dicono “NON FARE POLITICA, FAI MUSICA!”… e comunque si capisce perfettamente che in Italia di Hip Hop non capite niente, non sapete che ca**o è l’HipHop, state dicendo ai rapper di non esprimere la propria opinione verso la politica. Raga, uscite dalle grotte e scendete dagli alberi!”
BRAVO! BRAVO!
E scatta 90 minuti (anzi, 92 minuti di applausi).
Salmo oggi è il numero uno indiscusso per strategie, idee, attitudine e… strafottenza.
Sì, anche strafottenza: di regole di mercato, di cliché e di aspettative.
E, per fortuna, se ne frega anche degli imbecilli che gli dicono di non parlare di politica.
Ma da quando l’HipHop dovrebbe essere esente dalla libertà di espressione?
Da quando in qua dovrebbe esistere un veto per cui alcuni ignoranti si ergono a giudici che redarguiscono un rapper perché ha osato parlare di argomenti politici. È la base.
Il rapper non dovrebbe esprimere la propria opinione verso la politica?
Personalmente non sono per il rap politico a tutti i costi ma men che mai accetterei un veto al contrario. L’ho sempre fatto e adesso, così, rompe definitivamente il muro anche Salmo, lo dice chiaramente anche lui dopo Gemitaiz, Kento, Fibra e pochi altri che non vogliono sentirsi tacciati senza alcun criterio dal “NON FARE POLITICA, FAI MUSICA!” o “torna a fare il rapper e non ti occupare di argomenti che non ti competono!”, follia!.
Salmo è il numero uno per la sua musica e il suo suono, per i suoi risultati, i concetti, la critica e per la sua influenza.
Ma tu dici, “facile con le partecipazioni che ha nel disco!”.
La risposta a un’affermazione come questa potrebbe essere – edulcorandola tanto per poterla scrivere in un giornale pubblico – semplicemente “non ne hai capito nulla!”. Se v’immaginaste che Salmo funzioni perché oggi nel suo album ci sono alcuni dei migliori e più influenti artisti, siete fuori strada. Fabri Fibra, Sfera Ebbasta e Coez (per citarne alcuni) sono solo una ciliegina, molto buona e ricercata, su una torta eccezionale, calibrata, eccessiva, svarionata e classica al contempo. La loro partecipazione è semplicemente una conseguenza del rispetto artistico guadagnato sul campo e della capacità di Salmo. Negli anni ha saputo capitalizzare la sua rivoluzione attitudinale con le possibilità che ha costruito passo dopo passo, scegliendo quasi scientificamente di inserirsi nelle fenditure di mercato lasciate vuote e spesso snobbate nel mercato italiano. Caratterizzando molteplici personaggi coerenti e complementari fra loro, riuniti in un’immagine multiforme e pazzescamente riconoscibile (nonostante cambi continuamente, dal colore di capelli, alle maschere, dall’outfit agli stili espositivi, sonori, metrici e concettuali) Salmo spiazza, cambia e resta se stesso.
Lo riconosci con una compattezza d’impatto imponente ed unica in Italia. E probabilmente in gran parte del mondo.
Ne riconosci il timbro, l’accento sardo e il sarcasmo.
Non è una lode, è una constatazione disarmata dopo l’ennesimo disco che spazia verso molteplici direzioni musicali, ben oltre le 13 (che sono il numero delle tracce), tanto da essere intitolato Playlist. Ricordiamoci che Maurizio Pisciottu (suo nome all’anagrafe) è riuscito a portare il pogo ai concerti di Jovanotti – così, per goliardia.
È inutile elencarvi tutti i record infranti nell’ultimo mese, tra streaming, acquisti e numeri agli instore. Così come non è la trovata del video su Pornhub, della premiere su Netflix dal set di Narcos Messico o la promo da barbone in centro a Milano, queste sono tesserine del mosaico che ne tracciano i dettagli. Seguitelo nel complessivo, è la rivoluzione intelligente, divertitevi e rendetevi conto che esiste una penna, una camera registica, una bacchetta che spinge sul rullante tutte guidate da una mente che oggi sa fare la differenza.
Adesso è pronto per le sue due esclusive date live: al PalaLottomatica di Roma (16 dicembre) e al Mediolanum Forum di Assago (il 22, già sold out!).
Preparatevi per un 2019 incredibile.
Othelloman
Rapper e visionario
Musica - 8 Dicembre 2018
Salmo è il numero uno. E, per fortuna, se ne frega di chi gli dice di non parlare di politica
“E un giorno ti dicono ‘Nelle tue canzoni non dici niente, non ci sono contenuti!’ e poi quando cerchi di comunicare qualcosa di serio, alle persone, ti dicono “NON FARE POLITICA, FAI MUSICA!”… e comunque si capisce perfettamente che in Italia di Hip Hop non capite niente, non sapete che ca**o è l’HipHop, state dicendo ai rapper di non esprimere la propria opinione verso la politica. Raga, uscite dalle grotte e scendete dagli alberi!”
BRAVO! BRAVO!
E scatta 90 minuti (anzi, 92 minuti di applausi).
Salmo oggi è il numero uno indiscusso per strategie, idee, attitudine e… strafottenza.
Sì, anche strafottenza: di regole di mercato, di cliché e di aspettative.
E, per fortuna, se ne frega anche degli imbecilli che gli dicono di non parlare di politica.
Ma da quando l’HipHop dovrebbe essere esente dalla libertà di espressione?
Da quando in qua dovrebbe esistere un veto per cui alcuni ignoranti si ergono a giudici che redarguiscono un rapper perché ha osato parlare di argomenti politici. È la base.
Il rapper non dovrebbe esprimere la propria opinione verso la politica?
Personalmente non sono per il rap politico a tutti i costi ma men che mai accetterei un veto al contrario. L’ho sempre fatto e adesso, così, rompe definitivamente il muro anche Salmo, lo dice chiaramente anche lui dopo Gemitaiz, Kento, Fibra e pochi altri che non vogliono sentirsi tacciati senza alcun criterio dal “NON FARE POLITICA, FAI MUSICA!” o “torna a fare il rapper e non ti occupare di argomenti che non ti competono!”, follia!.
Salmo è il numero uno per la sua musica e il suo suono, per i suoi risultati, i concetti, la critica e per la sua influenza.
Ma tu dici, “facile con le partecipazioni che ha nel disco!”.
La risposta a un’affermazione come questa potrebbe essere – edulcorandola tanto per poterla scrivere in un giornale pubblico – semplicemente “non ne hai capito nulla!”. Se v’immaginaste che Salmo funzioni perché oggi nel suo album ci sono alcuni dei migliori e più influenti artisti, siete fuori strada. Fabri Fibra, Sfera Ebbasta e Coez (per citarne alcuni) sono solo una ciliegina, molto buona e ricercata, su una torta eccezionale, calibrata, eccessiva, svarionata e classica al contempo. La loro partecipazione è semplicemente una conseguenza del rispetto artistico guadagnato sul campo e della capacità di Salmo. Negli anni ha saputo capitalizzare la sua rivoluzione attitudinale con le possibilità che ha costruito passo dopo passo, scegliendo quasi scientificamente di inserirsi nelle fenditure di mercato lasciate vuote e spesso snobbate nel mercato italiano. Caratterizzando molteplici personaggi coerenti e complementari fra loro, riuniti in un’immagine multiforme e pazzescamente riconoscibile (nonostante cambi continuamente, dal colore di capelli, alle maschere, dall’outfit agli stili espositivi, sonori, metrici e concettuali) Salmo spiazza, cambia e resta se stesso.
Lo riconosci con una compattezza d’impatto imponente ed unica in Italia. E probabilmente in gran parte del mondo.
Ne riconosci il timbro, l’accento sardo e il sarcasmo.
Non è una lode, è una constatazione disarmata dopo l’ennesimo disco che spazia verso molteplici direzioni musicali, ben oltre le 13 (che sono il numero delle tracce), tanto da essere intitolato Playlist. Ricordiamoci che Maurizio Pisciottu (suo nome all’anagrafe) è riuscito a portare il pogo ai concerti di Jovanotti – così, per goliardia.
È inutile elencarvi tutti i record infranti nell’ultimo mese, tra streaming, acquisti e numeri agli instore. Così come non è la trovata del video su Pornhub, della premiere su Netflix dal set di Narcos Messico o la promo da barbone in centro a Milano, queste sono tesserine del mosaico che ne tracciano i dettagli. Seguitelo nel complessivo, è la rivoluzione intelligente, divertitevi e rendetevi conto che esiste una penna, una camera registica, una bacchetta che spinge sul rullante tutte guidate da una mente che oggi sa fare la differenza.
Adesso è pronto per le sue due esclusive date live: al PalaLottomatica di Roma (16 dicembre) e al Mediolanum Forum di Assago (il 22, già sold out!).
Preparatevi per un 2019 incredibile.
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“Pacchiana, disgustosa e inappropriata”: Lauren Sanchez travolta dalle critiche all’insediamento di Trump, ma il look sexy attira l’attenzione di Zuckerberg
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La decisione della Consulta che ha sancito l’ inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.