Sabato sera era stata ritrovata una bomboletta di spray urticante: le analisi diranno se è stata proprio quella che ha scatenato il pani. Sono ancora in pericolo di vita i 7 ragazzi ricoverati in rianimazione all'ospedale Torrette ad Ancona: una 15enne ha ricominciato a respirare da sola. Il testimone all'Adnkronos: "Ho fatto quel che potevo, ma continuavano ad arrivare persone"
È stato individuato ed identificato il minorenne che avrebbe spruzzato lo spray urticante all’interno della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, nelle Marche, provocando il panico che ha poi portato alla morte di una giovane mamma e di 5 ragazzini. Gli inquirenti sono risaliti a lui sulla base delle testimonianze raccolte subito dopo la tragedia ma il ragazzino non è ancora stato sentito dalla Procura dei Minorenni che, assieme a quella ordinaria, indaga sull’accaduto. Il ragazzo, secondo quanto riporta l’Ansa, è in stato di fermo per droga ma questa misura non è collegata a quanto avvenuto nel locale. Sabato sera, durante un sopralluogo nel locale, era stata ritrovata una bomboletta di spray urticante: le analisi diranno se è stata proprio quella utilizzata prima del concerto di Sfera Ebbasta.
Intanto, il dato certo che apre il filone d’indagine sulla sicurezza della discoteca, è che la sala poteva contenere 459 posti ma i biglietti venduti sono stati molti di più. “680, di cui 500 staccati sul posto e 180 comprati online”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Ancona, Cristian Carrozza. “Secondo me c’era troppa gente, molta di più di quella che poteva contenere”, ha affermato all’Adnkronos un addetto alla sicurezza della stessa discoteca ‘Lanterna azzurra’ di Corinaldo, preferendo rimanere anonimo.
Il racconto dell’addetto – “Ho fatto quello che potevo nel mio piccolo, ho chiamato i soccorsi, ma per me quello che è accaduto è una sconfitta. Sono molto provato“, ha raccontato all’Adnkronos il 30enne che era al lavoro per garantire la sicurezza nella discoteca durante il concerto. “Secondo me c’era troppa gente – ha affermato – molta di più di quella che conteneva” il locale. “Era la prima volta che lavoravo in quel locale e dentro la sala, avevo sempre lavorato come addetto alla sicurezza esterna“. “Mi arrivavano le comunicazioni che continuava ad arrivare gente – ha concluso – Ma secondo me c’erano troppe persone”.
Le indagini sul locale – Omicidio colposo è il reato ipotizzato nel troncone d’inchiesta che riguarda i gestori del locale che, a breve, potrebbero essere iscritti presto nel registro degli indagati, anche per ragioni tecniche. Il locale è stato posto sotto sequestro e gli investigatori ipotizzano il resto di morte come conseguenza di altro reato, ma anche il sovraffollamento di pubblico rispetto alle norme di legge. “Sono 680 i biglietti venduti nel complesso, 500 sul posto e 180 online”, ha spiegato il comandante dei carabinieri Carrozza. “La capienza della sala del concerto – ha aggiunto – è di 459 persone, due le sale aperte al piano terra, mentre quella interrata non era fruibile. La cifra diffusa ieri di circa 1.400 biglietti si basava sui numeri delle matrici”.
Ma alcune testimonianza fanno pensare che ci sia chi è entrato senza biglietto: “Mia figlia, 15enne, non ha comperato il biglietto, ma aveva prenotato un tavolo – racconta Alessandra, di Morro d’Alba – fuori dal locale un giovane pr è passato a riscuotere i pagamenti, poi ha consegnato un braccialetto giallo per l’ingresso e un tagliando, senza marchi, per la consumazione. Lei e una sua amica sono entrate così”. Un 19enne di Pesaro spiega invece che insieme a due amici ventenni è entrato pagando 22 euro in contanti all’ingresso e ricevendo in cambio solo un “quadratino rosa” per la consumazione. Avrebbe dovuto prendere il biglietto “in prevendita“, racconta, Uno degli amici è ricoverato in rianimazione. “Penso che anche altri siano entrati così – attacca il 19enne – altro che 450 biglietti, lì c’erano mille persone e c’era tanta gente in fila e due pullman dovevano arrivare”.
Nuovi sopralluoghi sono attesi nella discoteca. “Vedremo – ha spiegato ancora il comandante dei carabinieri – se la struttura era a norma. A livello di autorizzazioni i primi accertamenti hanno acclarato la regolarità. Sulla struttura invece ci sarà da indagare, è tutto lì il fulcro dell’indagine”.
Le indagini sullo spray – Omicidio preterintenzionale a carico di ignoti è invece il reato ipotizzato per chi ha utilizzato lo spray urticante nella discoteca. I carabinieri ascolteranno altre testimonianze per ricostruire quanto accaduto nella notte del terrore e in mattinata si terrà un nuovo sopralluogo nel locale dove un tempo si ballava il liscio, una classica balera, che negli anni più recenti era stata trasformata in una discoteca per serate e concerti, indirizzati soprattutto ad un pubblico di giovani e giovanissimi. Oltre al giovane già individuato, l’attenzione degli investigatori si concentra anche su altre persone segnalate dai testimoni. I carabinieri hanno anche lanciato un appello: “Se avete delle immagini inviatecele, più ne abbiamo più potremmo indagare approfonditamente”
I feriti – Ha cominciato a respirare autonomamente una 15enne ricoverata in prognosi riservata e in sedazione controllata nell’ospedale di Torrette di Ancona con traumi da schiacciamento. Come gli altri sei pazienti la ragazzina non è ancora fuori pericolo: lei è ricoverata presso la Rianimazioni clinica. I medici la tengono sotto osservazione per valutare ulteriori miglioramenti e l’eventuale trasferimento in un altro reparto. “Le loro condizioni sono stabili ma critiche – ha spiegato Roberto Papa, dirigente medico della Direzione medica degli ospedali Riuniti di Ancona – la prognosi resta riservata”. Si tratta di pazienti che oltre al trauma hanno subito un periodo più o meno prolungato di asfissia le cui conseguenze andranno valutate nel tempo. Come ha fatto sapere l’ospedale, ciascun paziente segue un protocollo terapeutico diversificato a seconda delle condizioni cliniche e dei suoi specifici bisogni assistenziali. Dei 120 ragazzi feriti, quelli in codice verde sono stati dimessi nella giornata di sabato, mentre migliorano le condizioni di un giovane, ricoverato ieri in codice rosso ma non in rianimazione: sarà dimesso nella giornata di domenica.
Il gestore: “Il locale era sicuro” – Il figlio di uno dei gestori della Lanterna Azzurra, il dj Marco Cecchini, ha dichiarato al Quotidiano Nazionale di avere ricevuto minacce di morte dopo l’incidente di venerdì notte. “Non c’erano 1.400 persone come dicono tutti – sostiene – Assolutamente. Secondo me non arrivavano a mille, anzi calcolando quelli che erano fuori a fumare, dentro ce n’erano poco più di 800. È un locale che ha contenuto molta più gente. Era sicurissimo. Tra l’altro ho consegnato ai carabinieri i blocchetti dei biglietti venduti e quelli invenduti. Si vede subito”.
In merito ai quattro gradini in fondo agli scivoli di emergenza, “se un tecnico ha fatto il progetto per la sicurezza, una commissione provinciale l’ha approvato dandomi il permesso pochi mesi fa per cinque anni, che colpa ho io?”, dichiara Cecchini. Sul non aver aperto le tre porte di sicurezza, “tutti e 800 sono fuggiti in quell’unica porta che è sempre spalancata per andare a fumare. Quando la gente ha cominciato a tossire e a gridare, ha visto la luce solo da quella parte è si è imbucata lì trovando il tappo perché nel frattempo la gente era caduta nei gradini”. Quanto alla balaustra, “in condizioni normali è sufficiente”. “Ho trovato per terra la bomboletta spray e l’ho consegnata ai carabinieri. Colpa di quel maledetto che l’ha spruzzata. È una tragedia inimmaginabile”. Il locale, conclude non riaprirà “finché ci sono in giro questi criminali con le bombolette”.
La ricostruzione del dj – “Stavo fumando nella sala di sotto, con la porta di emergenza aperta – racconta ancora Marco Cecchini -. Ad un certo punto è arrivato un ragazzo dalla sala fumatori e mi ha detto: ‘Marco, mi hanno rubato la catenina‘. Io gli ho chiesto chi era stato e lui mi ha risposto ‘non lo so, era un ragazzo che ha spruzzato uno spray al peperoncino’“. I due, racconta ancora il dj, decidono di andare a cercare di rintracciare il ragazzo ma proprio in quel momento esplode il panico. “Faccio un passo in avanti – sono le parole di Marco – e vedo tutta quella gente che usciva, le prime file sono riuscite a scendere senza problemi poi qualcuno, forse uno che non conosceva il locale, non ha visto le scalette alla fine della rampa ed è caduto, provocando l’effetto domino“.
Secondo Marco “nessun buttafuori” ha fermato i ragazzi che scappavano. E allora perché si è creato quel blocco? “Non lo so, non l’ho capito. C’è un video – dice – ripreso dalla consolle in cui si vede che tutta la parte in fondo della pista si muove verso l’esterno seguendo solo quella via lì e non capisco perché, forse il panico, forse perché non vedeva bene. Ma nessun buttafuori li bloccava, io ero lì sotto e ho visto, ho raccolto gli occhiali ad un ragazzo e abbiamo tirato fuori delle persone”.