Il cuore del ‘Pacchetto energia pulita per tutti gli europei’ è stato approvato in modo definitivo: dopo l’ok dell’Europarlamento arrivato il 13 novembre scorso, anche il Consiglio europeo ha dato il via libera a tre dei provvedimenti presentati dalla Commissione Ue due anni fa. Il prossimo passo è la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue che avverrà presumibilmente il prossimo 21 dicembre. I provvedimenti entreranno in vigore tre giorni dopo. Il Pacchetto Energia comprende otto proposte: dopo la direttiva sulla prestazione energetica degli edifici, entrata in vigore lo scorso luglio, il Consiglio europeo ha messo il sigillo anche alle nuove direttive rinnovabili ed efficienza e al regolamento sulla governance dell’Unione energetica. Il regolamento sulla governance sarà applicato direttamente in tutti gli Stati membri, mentre le novità introdotte nelle altre due direttive dovranno essere recepite entro 18 mesi dalla loro entrata in vigore nel diritto nazionale di ciascuno Stato. Che dovrà anche presentare un “piano nazionale integrato per l’energia e il clima” decennale con obiettivi, contributi, politiche e misure nazionali entro il 31 dicembre 2019 e, successivamente, ogni dieci anni.

L’EFFICIENZA ENERGETICA – La revisione della Direttiva sull’efficienza energetica stabilisce che l’efficienza energetica nell’Ue dovrebbe essere migliorata di almeno il 32,5% entro il 2030. Obiettivo passibile di revisione al rialzo entro il 2023. Viene poi introdotto l’obbligo per gli Stati membri di ottenere nuovi risparmi energetici annuali dello 0,8% nel periodo 2021-2030 (0,24% nel caso di Cipro e Malta), anche se si accorda agli Stati membri una certa flessibilità per il modo in cui rispettare questi obblighi; delle disposizioni sociali che esigono che gli Stati membri tengano conto della necessità di ridurre la precarietà energetica quando elaborano delle misure di politica pubblica miranti a realizzare risparmi energetici. La nuova direttiva contiene, inoltre, delle disposizioni sociali che obbligano gli Stati a tenere conto della necessità di ridurre la precarietà energetica quando studiano provvedimenti che mirano a realizzare risparmi energetici. La strategia è quella di ridurre la dipendenza dell’Europa dai fornitori mondiali di petrolio e gas. Gli effetti? Secondo le intenzioni, bollette meno care e qualità dell’aria migliore.

LE FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI (Fer) – La nuova Direttiva sulle energie rinnovabili fissa l’obiettivo di portare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili nell’Ue al 32% entro il 2030. Anche in questo caso l’obiettivo sarà rivisto entro il 2023 e l’asticella potrà solo essere alzata. Gli Stati membri devono garantire che i cittadini abbiano il diritto di produrre energia rinnovabile per il proprio consumo, di immagazzinarla e di vendere la produzione in eccesso. Niente spese e tasse fino al 2026 sull’energia autoconsumata. Si apre un mondo tra eolico, solare, idroelettrico, energie del mare, geotermia, biomasse e biocarburanti. Questo significa mettere un freno al potere di pochi colossi, perché ogni cittadino potrà vendere energia da fonti rinnovabili a un prezzo pari almeno al valore di mercato. Viene anche sancito il principio secondo il quale l’autoconsumo non è soggetto a oneri, che possono essere imposti dallo Stato solo a precise condizioni. Sono previsti procedure e licenze semplificate, oltre a regimi di aiuto orientati verso il mercato. E viene fatta trasparenza sui sussidi alle fonti fossili inquinanti. Come ha ricordato l’eurodeputato Dario Tamburrano (M5S) “gli Stati membri saranno obbligati a dichiarare tutti i sussidi nazionali all’energia e dovranno fornire un piano sulla graduale eliminazione delle fonti fossili”. Tra gli obiettivi della direttiva c’è quello di accelerare il ricorso alle energie rinnovabili nei trasporti: almeno il 14% dei carburanti per i trasporti deve provenire da fonti rinnovabili entro il 2030 ma, a partire dal 2019, il contributo dei biocombustibili di prima generazione con un elevato rischio di deforestazione e di “cambiamento indiretto di destinazione dei terreni” sarà gradualmente eliminato fino a raggiungere quota zero nel 2030. Troppo pesante il prezzo del cosiddetto fattore Iluc (Indirect Land Use Change), cioè il cambio di destinazione d’uso dei terreni agricoli che si rende necessario per piantare le colture destinate a muovere le automobili. Infine, sempre a partire dal 2030, l’olio di palma non sarà più considerato una fonte di energia rinnovabile.

IL REGOLAMENTO SULLA GOVERNANCE – Il testo del regolamento definisce i tempi e le modalità con cui gli Stati  coopereranno tra loro e con la Commissione europea per realizzare gli obiettivi dell’Unione. È prevista la presentazione alla Commissione Ue delle bozze dei piani nazionali energia e clima al 2030 entro il 31 dicembre 2018. Bruxelles pubblicherà le sue raccomandazioni prima del 30 giugno 2019 e i 28 Stati membri dovranno trasmettere i piani definitivi entro il 31 dicembre 2019. Il primo ‘progress report’ biennale sui piani sarà pubblicato il 15 marzo 2023. Per il target Ue per le rinnovabili del 32% al 2030, il regolamento indica una traiettoria che va dal 18% dell’obiettivo nel 2022, al 43% nel 2025 e al 65% nel 2027. Sono inoltre indicati gli anni di riferimento per la traiettoria di miglioramento dell’efficienza: 2022, 2025 e 2027.

IN DIRITTURA D’ARRIVO – Nei giorni scorsi è stata raggiunta l’intesa politica anche anche sul regolamento sulla preparazione ai rischi nel settore elettrico. Il regolamento introduce metodi comuni in tutta l’Unione per l’identificazione degli scenari di possibile crisi degli approvvigionamenti elettrici sia a livello nazionale che regionale, in base ai quali gli Stati membri dovranno redigere piani di preparazione ai rischi. Vengono introdotti meccanismi di cooperazione tra autorità nazionali e fissato un nuovo quadro per il monitoraggio della sicurezza delle forniture attraverso il gruppo di coordinamento (Electricity Coordination Group). Il regolamento dovrà ora essere formalmente approvato dall’Europarlamento e dal Consiglio nei prossimi mesi. I tre provvedimenti del Pacchetto Energia ancora da approvare sono, quindi, il regolamento e la direttiva sul market design elettrico e il regolamento sulla riforma di Acer.

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