Il botta e risposta tra i due vicepremier che nasce dall’incontro di ieri, domenica, tra Matteo Salvini e i rappresentanti delle imprese, si arricchisce di una prima presa di posizione, con il ministro dell’Interno e leader della Lega che mette sul piatto la possibilità di un “referendum” sul Tav. “Perché no?”, risponde Salvini a chi gli chiede se una consultazione possa essere la strada da seguire nel caso in cui “dall’analisi costi benefici sulla’Alta velocità non dovessero arrivare una risposta chiara”.”L’importante è avere dei sì o dei no. Io tifo sì. Se i tecnici ci dicessero no o forse, si possono ascoltare i cittadini”, precisa poi il vicepremier del Carroccio, parlando a margine dell’incontro con i presidenti territoriali di Confindustria Lombardia, nella sede di Assolombarda a Milano.
L’incontro di domenica di Salvini con le associazioni dei datori di lavoro era stato definito “concreto e proficuo”, un momento di disgelo con l’esecutivo, dopo frecciatine reciproche andate avanti in questi sei mesi, non ultime quelle dopo la manifestazione cosiddetta “Sì Tav“. Il governo “ci ha convocati per la prima volta dal suo insediamento” per “riaprire una stagione di confronto”, si era rallegrato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, anche se sono in molti a sottolineare che ora “aspettiamo i fatti”.
Di Maio sull’incontro di domenica – La scena, inedita, dei rappresentanti delle imprese che invece di entrare al ministero del Lavoro o a quello dello Sviluppo vengono ricevuti al Viminale, viene commentata oggi da Luigi Di Maio. I fatti “si fanno al Mise, perché è il Mise che si occupa delle imprese”, sottolinea il ministro dello Sviluppo Economico riprendendo le parole di Boccia e rispondendo alla domanda se non si sentisse “scavalcato” dal collega vicepremier. “Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare sempre le imprese”, premette, ma assume significato doppio l’annuncio di Di Maio di “creare un tavolo permanente che segua tutta la legge di bilancio per gli imprenditori e i professionisti per dargli la possibilità di migliorarla”. A quel tavolo (che avrà “un metodo di lavoro“) si sistemeranno circa 30 sigle imprenditoriali contro “le poco più di 10 viste ieri da Salvini”, evidenzia lo stesso titolare dello Sviluppo. Alle imprese Di Maio assicura novità su cuneo fiscale, sburocratizzazione e debiti della Pubblica amministrazione.
La replica di Salvini e il rilancio sul Tav – Ma nel frattempo Salvini continua a muoversi soprattutto con quello che sente parte del proprio elettorato. A Milano, per esempio, incontra gli imprenditori lombardi nella sede di Assolombarda. I fatti si fanno al Mise? “A me interessa la sostanza, io incontro, ascolto, trasferisco, propongo, miglioro poi a me interessa che il governo nel suo complesso aiuti gli italiani. Ognuno fa il suo“. Non proprio un’espressione di pentimento. L’incontro di ieri con le imprese, insiste, è andato “molto bene, mi sono portato i compiti a casa, con alcune cose che si possono fare subito. Su alcune ci stiamo già lavorando: burocrazia da tagliare, costi e tempi da ridurre. È un’Italia che cresce. Ho sentito anche il presidente del Consiglio Conte e stiamo lavorando bene”. E poi, a margine dell’incontro, il commento sulla Torino-Lione: “L’unica cosa che non può succedere è che si vada avanti ancora per settimane o per mesi a discutere. I cantieri o si aprono o non si aprono, l’importante è avere dei si o dei no, io tifo sì. Se i tecnici ci dicessero un no, o un forse, si possono ascoltare i cittadini“.
L’altro fronte: le pensioni d’oro – E non è nemmeno l’unico fronte interno di velata tensione tra i due leader della maggioranza. Sfumature dividono i due vicepremier anche sul taglio alle pensioni d’oro. Per Salvini il taglio “è nel contratto e ci sarà secondo me nella forma più utile: un blocco degli aumenti per le pensioni non coperte dai contributi sopra i 5mila euro. Mi sembra un segnale di giustizia e equità sociale”. Secondo il segretario leghista anche “Di Maio la pensa così, poi sulla forma con cui intervenire il dibattito è aperto“. Tanto aperto che Di Maio dice chiaramente che le pensioni non vanno “bloccate”, ma “tagliate: su questo non si discute, il M5s è per tagliare tutte le pensioni d’oro e ribadiremo la nostra posizione al presidente del Consiglio nelle riunioni di maggioranza”. “Sono sicuro che troveremo una soluzione – aggiunge Di Maio – perché nessuno è così suicida da voler bloccare il taglio in un momento in cui gli italiani sono arrabbiati”. Per il momento il capo del governo resta al titolo della questione: “Vogliamo intervenire sulle pensioni d’oro, farlo è una misura di equità sociale”, spiega intanto il premier Giuseppe Conte ai sindacati in un incontro a Palazzo Chigi, precisando che l’obiettivo è ottenere un sistema delle pensioni equilibrato, che non penalizzi.