“C’è rabbia, c’è indignazione condivisa da molti francesi. Servono misure profonde“. Nel pieno delle proteste dei gilet gialli che nelle ultime tre settimane hanno infiammato il Paese, Emmanuel Macron si rivolge alla nazione con un appello “per lavorare tutti insieme alla costruzione di una nuova Francia“. In un messaggio di 13 minuti trasmesso alle 20 in punto dall’Eliseo, all’indomani di un altro week-end di proteste e devastazioni a Parigi e in altre città del Paese, il capo dello Stato ha prima condannato le violenze, assicurando massima intransigenza con i casseurs. Poi è arrivato al dunque, annunciando una serie di provvedimenti immediati e concreti per rispondere alle legittime rivendicazioni della stragrande maggioranza di casacche gialle pacifiche. L’obiettivo: il presidente della Repubblica vuol dare l’idea di voltare pagina.
“Non dimentico – ha detto nel videomessaggio a reti unificate – che c’è una collera, un’indignazione, che molti francesi possono condividere” e che “ritengo giusta per molti aspetti”. Quindi, dallo studio presidenziale con il tricolore e la bandiera Ue sullo sfondo, ha descritto alcuni casi precisi, come le difficoltà di una madre sola con figlio a carico di arrivare a fine mese – una celebre portavoce dei gilet-gialli che nel 2017 votò per Macron è proprio in questa situazione – i pensionati e i tanti lavoratori mobilitatisi in questi ultimi giorni per dire basta all’indifferenza di Parigi. Quindi, da parte del presidente, un parziale mea culpa.
Dalle proteste “emergono 40 anni di malessere” e “probabilmente da un anno e mezzo a questa parte non abbiamo portato risposte rapide e forti. Mi assumo una parte della responsabilità“, ha detto nell’atteso discorso in tv. Mettendo in discussione anche alcune delle sue recenti uscite: “Forse ho ferito qualcuno di voi con le mie idee”, ha detto in riferimenti ad alcuni episodi come quando disse che in Francia ci sono “quelli che hanno successo e quelli che non sono niente” o che per trovare un lavoro basta “attraversare” la strada. Ma “la mia legittimità non deriva da nessuna lobby, deriva da voi“, ha proseguito il presidente della Repubblica rivolgendosi ai francesi. “Ora voglio essere chiarissimo – ha proseguito – insieme troveremo il cammino per farcela. Dobbiamo creare nuove strade, per noi francesi”, in un Paese che si deve confrontare con “uno stato d’urgenza economico e sociale“.
“Prenderò misure già questa settimana” per far fronte a una “emergenza economica e sociale”, ha proseguito il capo dell’Eliseo, dato dagli ultimi sondaggi al 21% nel gradimento dei francesi. La prima: il salario minimo aumenterà di 100 euro al mese dal 2019 senza nessun aggravio a carico dei datori di lavoro. Questo aumento si aggiunge a quello dell’1,8% che doveva essere introdotto a partire da gennaio. La seconda: viene annullata la contribuzione sociale generalizzata (CSG) per i pensionati che guadagnano meno di 2.000 euro al mese, ha annunciato. Attualmente sono esentati solo i pensionati che percepiscono meno di 1.200 euro.”Credo davvero che possiamo trovare una via d’uscita per farcela tutti insieme“, ha detto Macron parlando alla nazione e spiegato che, tra le misure, c’è anche la volontà di detassare gli straordinari in busta paga dal gennaio, misura già attuata sotto il quinquennato di presidenza di Nicolas Sarkozy. Provvedimenti che saranno presentate all’Assemblea nazionale mercoledì dal premier Edouard Philippe.
Macron si è detto, inoltre, orientato a chiedere alle aziende “che sono in grado di farlo” il versamento “di un bonus di fine anno ai dipendenti. Il bonus sarà esentasse”. Il presidente, inoltre, ha intenzione di sedersi ad un tavolo con le grandi imprese che “saranno chiamate a contribuire allo sforzo”. “Le riunirò e prenderò le decisioni la prossima settimana”, annuncia.
Ancora: i dirigenti di grandi imprese francesi dovranno versare le imposte in Francia e così pure i giganti che fanno profitti in Francia. Oltre alle misure economiche, Macron ha annunciato di volere una legge elettorale che tenga in considerazione le schede bianche e di volere intavolare una discussione sul ruolo dei sindaci, la decentralizzazione e l’organizzazione dello Stato. Bisognerà, ha detto ancora, “affrontare” la questione dell’immigrazione.
Il discorso di Macron non ha lasciato indifferente Bruxelles. La Commissione Ue sarà vigile circa il possibile impatto sul bilancio delle misure annunciate, ha dichiarato il vicepresidente dell’esecutivo europeo, Valdis Dombrovskis. “Stiamo osservando da vicino le possibili nuove misure, ma non possiamo commentare prima che siano state formalmente annunciate e dettagliate”, ha aggiunto.
Nel pomeriggio, prima del discorso, Le Monde scriveva che le misure che Macron avrebbe annunciato potrebbero ammontare a circa 10 miliardi di euro. Secondo il quotidiano, se fosse confermata questa somma comprometterebbe la traiettoria sui conti pubblici assunta da Parigi con l’Ue. Il deficit al 2,8% nel 2019 appare “fuori portata” e anche il tetto del 3% “non è più garantito”, afferma il giornale, citando fonti dell’esecutivo secondo cui “ripassare al di sopra del 3% non è più un tabù“.