Un incendio sviluppatosi in un palazzo a Reggio Emilia ha provocato 2 morti e 40 intossicati, tra dieci ricoverati in codice rosso. Le fiamme si sono sviluppate attorno alla mezzanotte in un edificio di 4 piani in via Turri 33, vicino alla stazione, dove i vigili del fuoco hanno dovuto lavorare fino al mattino per arginare il pericolo e bonificare l’area invasa dal fumo.

I morti sono un uomo e una donna magrebini, mentre due bambine di 3 e 6 anni sarebbero molto gravi e sono state trasportate nella notte agli ospedali di Milano e Fidenza in camera iperbarica. Sono intervenute squadre dei vigili del fuoco di Reggio Emilia, Sant’Ilario e Guastalla, con due autoscale e un carro aria da Modena. Sul posto anche polizia e carabinieri. Nella zona da tempo è stato lanciato l’allarme a causa delle cantine occupate.

Davanti alla palazzina monta la rabbia della comunità marocchina. “Si sa da anni che quelle cantine sono occupate abusivamente – dice all’Ansa il rappresentante Abderrahim Mouloudj – e nessuno ha fatto nulla, queste sono vittime del degrado e della politica mal gestita dell’integrazione”. Le accuse sono state respinte dal sindaco Luca Vecchi: “Nei mesi scorsi, abbiamo sollecitato i controlli dei civici dal 33 al 47, fra ottobre e novembre, da cui non erano emerse situazioni particolarmente critiche e gravi. Per quanto attiene a presunte presenze abusive nelle cantine non sono state trovate persone intossicate o decedute. Quindi non ci sono elementi per dire che ci fosse un abuso di occupazione in quel luogo”.

“Ho visto la casa riempirsi di fumo, non si poteva respirare. Allora ho dato l’allarme”, racconta un 27enne di origini moldave all’uscita del palazzo. “Ho preso uno straccio umido e me lo sono messo davanti alla bocca – aggiunge ancora sotto choc – Poi sono scappato per le scale. Era tutto nero, non si vedeva niente. Qui fuori ho visto i morti”.

“L’incendio – ha spiegato il vigile del fuoco Salvatore Concolino a SkyTg24 – è stato domato intorno alle 5 di questa mattina”, dopo essersi “sviluppato dalle cantine e il fumo denso si è propagato in tutto il vano scale”, elemento che ha indotto molti a riversarsi nelle scale per cercare una via di fuga. “Le operazioni di evacuazione – ha aggiunto – sono state molto lunghe e complicate proprio perché è stato impossibile utilizzare il vano scala”.

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