Ambra Battilana, Imane Fadil e Chiara Danese, le tre giovani testimoni ‘chiave’ nei processi sul caso Ruby, “hanno sofferto un danno da stress di fronte ad un esercito di altre ragazze eteroindirizzato”, secondo l’accusa, da Silvio Berlusconi, perché loro “sostenevano una tesi” e le altre “un’altra, con testimonianze false che sono una verità assoluta certificata da sentenze definitive”. Così il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nel processo sul caso Ruby ter a carico dell’ex premier e di altri 27 imputati per replicare alla richieste delle difese di far uscire dal dibattimento le tre ragazze, costituite parti civili. L’avvocato Federico Cecconi, legale dell’ex premier, ha chiesto infatti l’estromissione da parti civili delle tre giovani perché “non sono state danneggiate” dal reato di corruzione in atti giudiziari contestato al leader di FI ed anzi sono state risarcite nel processo Ruby bis.
In aula oggi è presente anche Marysthelle Polanco, una delle ‘olgettine’ imputate, che ai cronisti ha spiegato: “Ormai sono una mamma di 3 figli”. All’inizio dell’udienza l’avvocato Cecconi ha chiesto l’estromissione delle tre parti civili (altra parte civile è l’Avvocatura dello Stato per la Presidenza del Consiglio) sostenendo che le presunte false testimonianze delle ‘olgettine’ nei processi sul caso Ruby “non hanno danneggiato le posizioni” delle tre ragazze, “risarcite” nel processo Ruby bis a carico di Fede, Mora e Minetti. All’eccezione della difesa di Berlusconi si sono associati gli altri legali e un difensore, ad esempio, ha affermato che le parti civili hanno cercato di “spettacolarizzare” il processo, ma “non hanno subito alcun danno alla loro immagine, alla loro vita di modelle o pseudo modelle e basta guardare i loro profili Facebook”.
L’aggiunto Siciliano e il pm Luca Gaglio, invece, hanno spiegato che “questo processo origina da due sentenze definitive che hanno espresso come verità assoluta che vi siano state delle false testimonianze” e le tre ragazze che non si sono ‘accodate‘ alla “tesi” delle “cene eleganti” ad Arcore lo hanno fatto sapendo che “potevano anche essere accusate di calunnie, e basta questo tipo di stress a ritenerle danneggiate”. Per le parti civili ha parlato solo il legale di Fadil (presente in aula), l’avvocato Paolo Sevesi, e non l’avvocato di Ambra e Chiara che non era in aula. Nelle scorse udienze è emerso, tra l’altro, che la difesa di Mariarosaria Rossi, senatrice di FI, stretta collaboratrice dell’ex premier e imputata per falsa testimonianza, sta trattando proprio con i legali delle parti civili per offrire risarcimenti fuori dal processo. Sulla questione delle parti civili e su altre questioni relative ad atti depositati, i giudici decideranno il prossimo 14 gennaio e poi un’altra udienza per le questioni preliminari è fissata per il 4 febbraio.