Il provvedimento votato oggi è stato presentato circa un mese fa da due gruppi, quello di centrodestra chiamato “Lista civica per il territorio” e quella di centrosinistra, “Città di città”, costituiti rispettivamente da amministratori locali eletti con Forza Italia (e liste vicine) e Partito democratico. La vittoria del sì è un atto politico, come quello compiuto dal consiglio comunale il 28 ottobre scorso, quando una mozione No Tav venne approvata dalla maggioranza. Ed è anche un gesto senza una vera efficacia
La Città metropolitana di Torino è spaccata. Due giorni dopo la grande manifestazione dei No Tav, poco più della metà dei sindaci della provincia ha votato una mozione a sostegno della Torino-Lione, che è stata approvata. Si tratta di un atto politico, come quello compiuto dal consiglio comunale di Torino il 28 ottobre scorso, quando una mozione No Tav venne approvata dalla maggioranza. È anche un gesto senza una vera efficacia, visto che nel merito della grande opera può pronunciarsi soltanto Roma. Uno dei dati politici evidenti è che la sindaca metropolitana Chiara Appendino si trova a presiedere un ente, l’ex provincia, in cui la sua forza politica finisce ancora una volta in minoranza con facilità.
La mozione intitolata “La Città metropolitana di Torino vuole il Tav” è stata presentata circa un mese fa da due gruppi, quello di centrodestra chiamato “Lista civica per il territorio” e quella di centrosinistra, “Città di città”, costituiti rispettivamente da amministratori locali eletti con Forza Italia (e liste vicine) e Partito democratico. L’atto vuole che la sindaca metropolitana si impegni a riconoscere i benefici dell’opera per l’intero territorio metropolitano, a svolgere ogni azione per sostenerne la realizzazione nei tempi previsti, a dialogare e collaborare con tutti gli attori sociali e produttivi che sostengono l’utilità dell’infrastruttura. Tutte azioni contrarie al pensiero e alla politica di Appendino. Prima, però, si doveva passare per la conferenza metropolitana, l’organo consultivo della ex provincia a cui partecipano i 319 sindaci dell’area. Sebbene una gran parte di loro non abbia presenziato, all’assemblea hanno preso parte 193 sindaci ed è stato raggiunto il numero legale per la prima volta da quando questa istituzione è guidata dalla sindaca M5s. Alla fine la conta ha dato 167 voti favorevoli, poco più della metà dei componenti della conferenza dei sindaci. “Anche la discussione di oggi dimostra come il tema sia altamente divisivo difficile e come sia difficile discutere nel merito – ha preso atto Appendino -. Avevo concordato con i sindaci no Tav di non partecipare al voto, ma sono rimasta in aula per rispetto”. “Quando si parla di piano strategico o di bilancio invece non si è arrivati a questi numeri – spiega Dimitri De Vita, un consigliere metropolitano M5s che stamattina ha polemizzato con i presenti -. C’è stato un tam tam di telefonate da parte degli esponenti del Pd e di Fi”. Secondo lui questo non è un endorsement della provincia all’opera: “Si tratta di poco più della metà dei sindaci”. “Si deve avere rispetto delle opinioni di una parte o dell’altra – ha detto Vincenzo Barrea, consigliere metropolitano e primo firmatario per il centrosinistra della mozione -. La questione in discussione non riguarda ciascun comune, ma le esigenze di tutto il territorio, e per questo motivo è importante che venga fuori l’opinione del territorio”. Secondo il primo firmatario del centrodestra Paolo Ruzzola, “la presenza di tanti sindaci dimostra l’interesse per il tema”.
Tra i sindaci contrari astenuti ci sono anche alcuni eletti Pd, come Sandro Plano, sindaco di Susa, una delle voci istituzionali della galassia No Tav, contro il quale in passato erano stati invocati provvedimenti: “I territori interessati dall’opera sono Torino e la Val di Susa – dice – Mi sarei aspettato una maggiore sensibilità da parte dei miei colleghi, visto che i disagi li subiremo noi”. Simile alla sua è la posizione di Mauro Carena, sindaco di Villar Dora e consigliere metropolitano, esponente dem contrario all’opera: “Non ho votato perché non condivido la mozione – spiega -. Da sindaco nutro ancora seri dubbi che nessuno mi ha ancora tolto, sia per quanto riguarda salute e ambiente, sia per l’effettiva necessità di questa nuova linea”. Tuttavia le voci nel Partito democratico restano soprattutto favorevoli. Tra tutte si alza quella del presidente del Piemonte Sergio Chiamparino: “Il voto ha fatto giustizia di cosa pensa sulla Tav e sulla crescita del Piemonte la comunità dell’area torinese, rappresentata dai suoi sindaci e non da chi è venuto da altre parti d’Italia”, ha detto polemizzando ancora con i partecipanti alla manifestazione di sabato. A lui replica il Movimento No Tav, affatto convinto da questo voto: “Le conferenze metropolitane di Torino non arrivano quasi mai al numero legale, ed oggi come per magia o meglio con precettazione, c’erano 186 presenti (193, ndr), molti dei quali giunti senza conoscere la strada visto che è la prima volta che vi partecipavano”, si legge in un comunicato.