“Doveva andare in onda ieri sera, abbiamo chiesto alla redazione e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi ha mandato una diffida“. È quanto scrive in un post su Facebook il Movimento 5 Stelle a proposito del servizio realizzato dalle Iene sui presunti strilloni in nero utilizzati in passato dalle società del padre dell’ex premier. Un video, quello del programma Mediaset, realizzato riprendendo un’inchiesta del quotidiano La Verità e dopo la serie di servizi sul padre di Luigi Di Maio e sugli operai senza contratto nella sua azienda.
“Ieri sera tanti hanno passato la serata a vedere le Iene. Sapevano che avrebbero dovuto fare il servizio sui lavoratori in nero di Tiziano Renzi – si legge sulla pagina Facebook del Movimento – Lo stesso Tiziano ha raccontato con dovizia di particolare la sua intervista con Filippo Roma in un post. Anche noi abbiamo aspettato e aspettato, ma voi lo avete visto il servizio?” si chiedono i grillini, che poi hanno spiegato di aver cercato spiegazioni sulla mancata messa in onda: “Eppure dalla redazione ci avevano detto che sarebbe andato in onda. Allora abbiamo chiesto informazioni e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi ‘ha mandato una diffida’. Secondo quanto lascia intendere il post del Movimento, quindi, si è trattato di una sorta di autocensura delle Iene per non incappare in problemi giudiziari con Tiziano Renzi.
Successivamente, però, sulla questione è intervenuto anche il deputato livornese del M5s Francesco Berti: “C’è una non-notizia che viene sbattuta in prima pagina da settimane, quella delle carriole sequestrate nel giardino di casa del padre di Di Maio – ha scritto in una nota – E c’è una notizia che non viene raccontata: quella dei lavoratori in nero nell’azienda di Tiziano Renzi. Non so se si possa chiamare censura, ma certamente ci si avvicina molto”. Berti poi ha aggiunto: “Che un servizio già confezionato non venga mandato in onda a seguito di una banale diffida è semplicemente vergognoso. Dov’è la libertà di stampa di cui lo stesso Matteo Renzi si riempie la bocca? La stagione delle Iene finisce domani. Mi auguro che si faccia in tempo a rimediare”. Quest’ultima frase, quindi, ha spostato l’attenzione su quanto verrà mandato in onda martedì 10 dicembre, nell’ultima puntata della trasmissione di Davide Parenti. Di certo, come detto dal Movimento 5 Stelle, il protagonista del servizio ha in un certo senso spoilerato il lavoro delle Iene. Venerdì scorso, infatti, Tiziano Renzi ha pubblicato un lungo post sulla sua pagina Facebook per spiegare l’accaduto e per sottolineare che non tollererà nessun tipo di accostamento tra lui e le vicende del padre di Luigi Di Maio.
Sulla stessa linea d’onda di Berti le dichiarazioni di Luigi Carabetta, altro deputato grillino: “C’è solo una parola che fa capire cosa sia successo ieri sera nel programma Le Iene: censura. Hanno calato la pesante scure della censura dopo una semplice diffida da parte di Tiziano Renzi”. A sentire Carabetta “così si supera ogni limite di dignità professionale: dopo aver gettato fango su Di Maio che, diversamente da altri squallidi personaggi, ha reso pubbliche tutte le carte a sua disposizione sulla vicenda che coinvolgeva il padre, i servi de ‘Le Iene’ hanno oscurato la verità su Renzi. È gravissimo – ha accusato – Pretendiamo immediatamente una presa di posizione da parte di tutte le persone coinvolte. Questa non è informazione. Altro che editti bulgari: con l’episodio di ieri sera si è andati anche oltre”. Sulla vicenda è intervenuto anche Vito Crimi: “Sembra che bloccare le famose Iene sia più facile di quanto pensassimo, altro che libertà di stampa e paladini della verità” ha detto sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. “Ci aspettiamo – ha avvertito Crimi – che chi sbandiera tanto la libertà di stampa poi abbia il coraggio di metterla in atto. Ci aspettiamo che Mediaset mandi in onda il prima possibile il servizio su Tiziano Renzi”. Dopo la polemica via social, il diretto interessato non è rimasto a guardare: “Oggi alcuni parlamentari del M5s, tra cui il sottosegretario all’editoria Crimi, parlano in modo improprio di lavoro nero nella mia azienda – ha scritto su Facebook il padre dell’ex premier – Si tratta di un’accusa gravissima e falsa. Chiedo a tutti i parlamentari che stanno affermando queste falsità di rinunciare all’immunità parlamentare quando il mio avvocato chiederà loro i danni“.
Il servizio delle Iene, come detto, ha ripreso un’inchiesta di Giacomo Amadori de La Verità. Il quotidiano di Maurizio Belpietro ha raccolto la testimonianza di due ex distributori di quotidiani, che hanno sottolineato di aver lavorato per la famiglia dell’ex premier senza firmare contratti, venendo pagati cash. Il Movimento 5 stelle, dopo la vicenda dei lavoratori irregolari nella ditta del padre di Di Maio, ha parlato di “lezione di morale vergognosa” da parte dell’ex segretario del Pd. Il cui padre ha preannunciato che denuncerà il giornale. L’accusa nei confronti di Tiziano Renzi era stata ripetuta da uno dei lavoratori a Radio Capital: “Contributi? Mai pagati. Non ho firmato nulla. Se ci paghi le tasse, dovrai far firmare qualcosa no?” ha detto Andrea Santoni.
Media & Regime
“Tiziano Renzi diffida e le Iene non mandano in onda il servizio sui lavoratori in nero”: la denuncia del M5s
Con un post su Facebook e una nota ufficiale, il Movimento 5 Stelle ha annunciato di aver chiesto spiegazione alla trasmissione di Davide Parenti sul mancato inserimento del video sul padre dell'ex premier nella puntata in onda domenica 9 dicembre, scoprendo del preannuncio di querela intentato dall'imprenditore di Rignano sull'Arno. "Non so se si possa chiamare censura, ma certamente ci si avvicina molto" ha detto il deputato livornese Francesco Berti
“Doveva andare in onda ieri sera, abbiamo chiesto alla redazione e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi ha mandato una diffida“. È quanto scrive in un post su Facebook il Movimento 5 Stelle a proposito del servizio realizzato dalle Iene sui presunti strilloni in nero utilizzati in passato dalle società del padre dell’ex premier. Un video, quello del programma Mediaset, realizzato riprendendo un’inchiesta del quotidiano La Verità e dopo la serie di servizi sul padre di Luigi Di Maio e sugli operai senza contratto nella sua azienda.
“Ieri sera tanti hanno passato la serata a vedere le Iene. Sapevano che avrebbero dovuto fare il servizio sui lavoratori in nero di Tiziano Renzi – si legge sulla pagina Facebook del Movimento – Lo stesso Tiziano ha raccontato con dovizia di particolare la sua intervista con Filippo Roma in un post. Anche noi abbiamo aspettato e aspettato, ma voi lo avete visto il servizio?” si chiedono i grillini, che poi hanno spiegato di aver cercato spiegazioni sulla mancata messa in onda: “Eppure dalla redazione ci avevano detto che sarebbe andato in onda. Allora abbiamo chiesto informazioni e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi ‘ha mandato una diffida’. Secondo quanto lascia intendere il post del Movimento, quindi, si è trattato di una sorta di autocensura delle Iene per non incappare in problemi giudiziari con Tiziano Renzi.
Successivamente, però, sulla questione è intervenuto anche il deputato livornese del M5s Francesco Berti: “C’è una non-notizia che viene sbattuta in prima pagina da settimane, quella delle carriole sequestrate nel giardino di casa del padre di Di Maio – ha scritto in una nota – E c’è una notizia che non viene raccontata: quella dei lavoratori in nero nell’azienda di Tiziano Renzi. Non so se si possa chiamare censura, ma certamente ci si avvicina molto”. Berti poi ha aggiunto: “Che un servizio già confezionato non venga mandato in onda a seguito di una banale diffida è semplicemente vergognoso. Dov’è la libertà di stampa di cui lo stesso Matteo Renzi si riempie la bocca? La stagione delle Iene finisce domani. Mi auguro che si faccia in tempo a rimediare”. Quest’ultima frase, quindi, ha spostato l’attenzione su quanto verrà mandato in onda martedì 10 dicembre, nell’ultima puntata della trasmissione di Davide Parenti. Di certo, come detto dal Movimento 5 Stelle, il protagonista del servizio ha in un certo senso spoilerato il lavoro delle Iene. Venerdì scorso, infatti, Tiziano Renzi ha pubblicato un lungo post sulla sua pagina Facebook per spiegare l’accaduto e per sottolineare che non tollererà nessun tipo di accostamento tra lui e le vicende del padre di Luigi Di Maio.
Sulla stessa linea d’onda di Berti le dichiarazioni di Luigi Carabetta, altro deputato grillino: “C’è solo una parola che fa capire cosa sia successo ieri sera nel programma Le Iene: censura. Hanno calato la pesante scure della censura dopo una semplice diffida da parte di Tiziano Renzi”. A sentire Carabetta “così si supera ogni limite di dignità professionale: dopo aver gettato fango su Di Maio che, diversamente da altri squallidi personaggi, ha reso pubbliche tutte le carte a sua disposizione sulla vicenda che coinvolgeva il padre, i servi de ‘Le Iene’ hanno oscurato la verità su Renzi. È gravissimo – ha accusato – Pretendiamo immediatamente una presa di posizione da parte di tutte le persone coinvolte. Questa non è informazione. Altro che editti bulgari: con l’episodio di ieri sera si è andati anche oltre”. Sulla vicenda è intervenuto anche Vito Crimi: “Sembra che bloccare le famose Iene sia più facile di quanto pensassimo, altro che libertà di stampa e paladini della verità” ha detto sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria. “Ci aspettiamo – ha avvertito Crimi – che chi sbandiera tanto la libertà di stampa poi abbia il coraggio di metterla in atto. Ci aspettiamo che Mediaset mandi in onda il prima possibile il servizio su Tiziano Renzi”. Dopo la polemica via social, il diretto interessato non è rimasto a guardare: “Oggi alcuni parlamentari del M5s, tra cui il sottosegretario all’editoria Crimi, parlano in modo improprio di lavoro nero nella mia azienda – ha scritto su Facebook il padre dell’ex premier – Si tratta di un’accusa gravissima e falsa. Chiedo a tutti i parlamentari che stanno affermando queste falsità di rinunciare all’immunità parlamentare quando il mio avvocato chiederà loro i danni“.
Il servizio delle Iene, come detto, ha ripreso un’inchiesta di Giacomo Amadori de La Verità. Il quotidiano di Maurizio Belpietro ha raccolto la testimonianza di due ex distributori di quotidiani, che hanno sottolineato di aver lavorato per la famiglia dell’ex premier senza firmare contratti, venendo pagati cash. Il Movimento 5 stelle, dopo la vicenda dei lavoratori irregolari nella ditta del padre di Di Maio, ha parlato di “lezione di morale vergognosa” da parte dell’ex segretario del Pd. Il cui padre ha preannunciato che denuncerà il giornale. L’accusa nei confronti di Tiziano Renzi era stata ripetuta da uno dei lavoratori a Radio Capital: “Contributi? Mai pagati. Non ho firmato nulla. Se ci paghi le tasse, dovrai far firmare qualcosa no?” ha detto Andrea Santoni.
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Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.