Il 52° rapporto Censis presenta gli italiani come un popolo “incattivito e rancoroso”. La definizione impietosa è credibile perché si accorda con molti episodi della cronaca recente, dai Vaffa Day ai cittadini che sparano a lavoratori di colore. Il rancore è stato coltivato con cura dai due partiti oggi alleati di governo ed evidentemente ha pagato in termini di consenso. Le tecniche comunicative della Lega e del M5s sono state diverse tra loro, ma hanno condiviso un messaggio: la gente ha meno di quello che potrebbe avere e a cui avrebbe diritto, per colpa di qualcuno. Tutti potremmo sempre avere di più, quindi la prima parte del messaggio passa facilmente e ciascuno può interpretarla nel modo in cui appare più plausibile: potremmo avere più soldi, più lavoro, più servizi, meno tasse, etc. Dove i due messaggi si sono differenziati, raccogliendo consensi in gruppi elettorali diversi è sulla scelta del colpevole. La Lega di Salvini ha svolto una propaganda semplice e diretta: il colpevole è il migrante. Dietro il migrante, il secondo colpevole è chi lo accoglie (e Salvini spesso ci presenta queste idee mentre sgrana un rosario).

La propaganda M5s è stata più articolata e ha costruito un vero e proprio sistema di disinformazione, intorno alla tesi “non è vero che ogni decisione ha dei pro e dei contro: le nostre hanno solo pro, quelle del governo attuale solo contro”. Oppure: “non è vero che ogni medaglia ha il suo rovescio: le nostre non lo hanno affatto, quelle del Pd hanno solo il rovescio”. Questo messaggio è stato declinato negli ambiti più diversi e nel totale disprezzo della logica. Ad esempio, secondo Beppe Grillo, i vaccini avevano solo svantaggi ed effetti collaterali e le malattie infettive stavano scomparendo indipendentemente dalle vaccinazioni; ma il Pd ha svenduto a Big Pharma la salute degli italiani. La tesi è stata sostenuta e creduta anche durante l’epidemia di morbillo del febbraio scorso che in Europa ha causato 21mila casi e 35 morti, e ha visto l’Italia tra le nazioni più colpite, sebbene l’Oms indicasse tra le cause il calo della copertura vaccinale.

Oppure, per fare un altro esempio, il salvataggio di banche in crisi è stato indicato come un vergognoso favore a finanzieri fraudolenti e si è ignorato il fatto che il fallimento di una banca ha ripercussioni pesanti sui cittadini che vi depositano i risparmi e sul tessuto economico del Paese. È vero che ci sono stati molti episodi di corruzione tra i politici del Pd, ma questi di per sé non provano che le decisioni prese fossero cattive, provano solo la disonestà di alcuni. Allo stesso modo è vero che i vaccini possono avere effetti collaterali anche gravi e che sono venduti dall’industria produttrice con guadagno o che salvare una banca significa anche fare un favore immeritato ai suoi dirigenti; ma in ogni decisione politica occorre pesare i pro e i contro e ignorare i primi a favore dei secondi può forse incoraggiare la rabbia della gente e spostare, ma non raggiungere visioni equilibrate.

Come siano andate le elezioni del 4 marzo è noto a tutti: i partiti della rabbia hanno vinto e governano. Però apparentemente da allora è successa anche un’altra cosa: la Lega ha guadagnato molto consenso e il M5s ne ha perso. L’analisi svolta sopra aiuta a capire perché: la propaganda leghista sceglieva come colpevole il diverso e non poteva ritorcersi contro i cittadini elettori. La propaganda M5s invece è un autogoal perché molte scelte politiche del governo precedente si sono rivelate (come prevedibile) dei compromessi plausibili: l’accordo sull’Ilva, il Tap, etc. Molti cittadini, educati da Beppe Grillo a vedere in quelle scelte il male assoluto cominciano a dubitare delle differenze tra l’amato M5s e l’odiato Pd. E chi protestava prima contro il Pd si è messo a protestare contro il M5s. Di Maio aveva promesso coperture inesistenti per il reddito di cittadinanza e addirittura la contemporanea diminuzione del debito pubblico, accusando i comunisti in cachemire di non aver realizzato queste operazioni per sudditanza verso la finanza; poi l’asta dei Btp è stata un flop. La rabbia sta tornando indietro su chi l’ha aizzata; purtroppo un discorso più pacato è maturo al momento non è in vista.

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