Attualità

Fabrizio Corona aggredito al bosco della droga. Lui: “Ho visto la morte in faccia”. Poi però all’infermiera: “I graffi? Sono caduto nei rovi”

Quando i carabinieri si sono avvicinati a delle auto parcheggiate e circondate dai tossici mai avrebbero pensato che quelle persone stessero cercando aiuto perché l'ex re dei paparazzi era stato aggredito dai pusher

di F. Q.

Stanno uccidendo Corona, lo stanno uccidendo!“. È il grido d’aiuto che alcuni tossici hanno lanciato sbracciandosi nella direzione di una pattuglia di carabinieri, impegnata nei controlli sul perimetro del cosiddetto “bosco della droga” di Rogoredo a Milano. I militari avevano visto delle Land Rover parcheggiate e circondate da tossicodipendenti che si agitavano e avevano pensato che, come spesso accade, stessero derubando dei malcapitati automobilisti. Mai avrebbero pensato che invece stessero cercando aiuto perché Fabrizio Corona era stato aggredito dai pusher. 

L’ex re dei paparazzi si trovava infatti lì con una troupe del programma di La7 Non è l’Arena di Massimo Giletti per girare un servizio proprio sul bosco della droga. Così, i carabinieri hanno subito chiamato rinforzi e si sono addentrati tra gli alberi. Lì hanno trovato Corona sdraiato per terra che ripeteva: “Ho visto la morte in faccia”. L’ex re dei paparazzi era senza felpa né giubbotto, e con una ferita al volto, e cercava disperatamente il suo iPhone, rubato o forse perso durante l’assalto dei pusher. 

I carabinieri l’hanno accompagnato all’esterno e hanno chiamato un’ambulanza che lui ha però inizialmente rifiutato. Poi, come mostra anche un video pubblicato sulle sue Instagram stories, si è fatto medicare dai soccorritori sul posto: “Se sei rotolato poi nei rovi i graffi e i segni sul corpo ci stanno”, gli dice un’operatrice del 118 nel video. “Beh sì sono caduto nei rovi”, risponde lui. Ai militari ha raccontato di essere entrato con altri tre, tra giornalisti e cameraman, nel boschetto: “Ero con la troupe di una società che fornisce materiale per la trasmissione Non è l’Arena di Giletti – ha spiegato Corona-. Io volevo documentare lo spaccio di droga in un posto dove spesso le forze dell’ordine non entrano… Avevo una telecamera nascosta e insieme a un ragazzo mi sono addentrato nel bosco”.

“In cima a una collina – ha aggiunto – ho trovato due persone, che si sono fatte subito avanti con fare minaccioso… Mi hanno riconosciuto, sia io che il ragazzo abbiamo rimediato dei pugni in faccia… I due hanno dato l’allarme e sono comparse dal nulla altre decine di persone, forse cinquanta, forse trenta… C’erano albanesi e nordafricani… Mi sono ritrovato un coltello puntato addosso… Mi hanno strappato il giubbotto e il maglione, hanno continuato a inseguirmi. Poi ci siamo messi a correre come i pazzi e sono caduto giù da un dirupo (con i rovi ndr)”. ‘Non so perché non mi hanno accoltellato. Io ho fatto sei anni di galera. Quelli ci mettono un attimo…meno male…pazzesco. Ora un po’ mi gira la testa. Ho fatto l’ennesima Coronata, ma stavolta non c’entro niente”, ha commentato  poi. 

Non finisce qui però. Perché appunto l’ex re dei paparazzi aveva perso il cellulare ed era intenzionato a recuperarlo a tutti i costi. Così, dopo essersi ripreso, ha provato a rientrare, accompagnato da alcuni carabinieri, perché il segnale gps localizzava il cellulare nei pressi del ponte, a poche decine di metri di distanza. Il tutto filmato in presa diretta dalle telecamere della troupe che era con lui. Solo intorno a mezzanotte e mezza la vana ricerca del telefono cellulare è terminata. E anche le riprese video. Corona si è deciso ad allontanarsi dalla zona. I militari, invece, sono tornati in caserma per mettere a verbale tutto l’accaduto. Nonostante Corona non abbia voluto sporgere alcuna denuncia, l’episodio finirà comunque al vaglio dei magistrati.

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