“I terroristi islamici di Hezbollah“. Questa definizione affidata a Twitter dal ministro dell’Interno Matteo Salvini ha creato un caso con il ministero della Difesa. In visita in Israele, in mattinata il capo del Viminale ha visitato quello che il 4 dicembre l’esercito di Gerusalemme ha presentato come “il primo tunnel di attacco” costruito da Hezbollah e scoperto al confine con il territorio libanese. “In elicottero, pronto a sorvolare Israele e a visitare i tunnel costruiti dagli estremisti islamici nella zona Nord del Paese”, aveva scritto Salvini senza menzionare il Partito di Dio, movimento politico e militare sciita che nel Paese partecipa regolarmente alle elezioni politiche. Qualche ora dopo, il tweet che ha causato l’attrito: “Chi vuole la pace – ha scritto il vicepremier – sostiene il diritto all’esistenza ed alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione”.

Dopo la pubblicazione del post, ambienti del ministero della Difesa del comando italiano Unifil, citati dall’agenzia Ansa, hanno manifestato “preoccupazione” e “imbarazzo“. “Non vogliamo alzare nessuna polemica – hanno fatto sapere – ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell’area”. “Tra l’altro – si apprende ancora – l’Onu la sua parte la sta già facendo, c’è una missione, si chiama Unifil, da oltre 12 anni, e il comando è oggi sotto la guida italiana per la quarta volta”.

La stessa missione Unifil, tramite il suo portavoce, Andrea Tenenti, è poi intervenuta ricordando ad Adnkronos che ha una posizione imparziale e non commenta le posizioni politiche di altri Paesi. La Unifil, sottolinea Tenenti, “è super partes e non commenta le posizioni politiche espresse dai governi dei Paesi”, è autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ed è composta da 43 Paesi membri. Il comandante e capo missione è nominato dal Segretario Generale e non dal proprio paese, quindi è un rappresentante Onu.

Alle rimostranza del ministero guidato da Elisabetta Trenta, si è aggiunto il commento di Luigi di Maio: “L’Unifil è una delle missioni di pace più importanti nel mondo e per noi del M5s un modello super partes. Quello che si doveva dire lo ha detto il ministero della Difesa, io mando un grande abbraccio ai nostri militari e gli dico di tenere duro e andare avanti”.

Parole che non hanno comunque sortito alcun effetto sul vicepremier. In conferenza stampa a Gerusalemme, infatti, Salvini rincara: “Non capisco lo stupore che ho letto su un’agenzia per la definizione di Hezbollah come terroristi islamici – argomenta il ministro – Se si scavano tunnel sotterranei a decine di metri che sconfinano nel territorio israeliano, non penso si faccia per andare a fare la spesa”. Poi visitando il muro del pianto ha aggiunto: “È vietato dire che i terroristi islamici sono terroristi islamici?”.  E al commento di Di Maio ha replicato: “Non parlatemi di Di Maio, queste polemiche sono molto lontane. Nel mondo di Orwell le cose vengono definite al contrario. Se volete invece che terroristi li chiamo benefattori”.

Approfittando della platea, Salvini ha commentato anche il furto delle pietre d’inciampo poste in memoria degli ebrei deportati avvenuto a Roma, in via Madonna dei Monti: “Farò di tutto perché i ladri vengano presi e puniti in maniera esemplare”.

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