La supercar inglese, che costa 278 mila euro, mette nel mirino l'illustre collega italiana. Rispetto alla quale pesa 88 kg. in meno e ha 50 cavalli in più. La chicca è il tetto retrattile in fibra di carbonio, che si ripiega in 11 secondi
La nuova 720S Spider è fatta per “fare la festa” alla Ferrari 488 Spider: in McLaren non lo dicono esplicitamente, ma di certo non avrebbero il coraggio di smentirlo. E l’inglese parte subito avvantaggiata: pesa 88 kg in meno dell’italiana, per 1.468 kg complessivi in ordine di marcia, ed ha ben 50 cavalli di potenza in più. Insomma, il cavallino di Maranello ha poco da rampare.
La Spider britannica deriva design, meccanica e tecnologia dalla 720S coupé, rispetto a cui differisce per la presenza di un sofisticato tetto di fibra di carbonio – in opzione quello elettrocromico, che si brunisce a seconda dei desideri del guidatore – che si ripiega automaticamente in 11 secondi (e fino a 50 all’ora). Aguzzando la vista, si nota anche che, rispetto alla versione chiusa, sono spuntate due “ali” aerodinamiche che congiungono la fiancata con l’apice dei rollbar e migliorano la fluidodinamica dell’auto.
L’hard-top si ritrae in un apposito alloggiamento, restituendo 58 litri di capacità quando non è occupato dal tetto retratto: una volumetria che si somma ai 150 litri del vano anteriore. Non è molto, ma certamente gli acquirenti di questo mezzo, che costa 278 mila euro, avranno denaro a sufficienza per comprarsi pure una station-wagon di riserva. Veniamo ai numeri: sotto al cofano, in pozione centrale, c’è un motore V8 biturbo di 4 litri che eroga qualcosa come 720 Cv di potenza e 770 Nm di coppia motrice, trasferiti alle ruote posteriori di trazione attraverso un cambio automatico sequenziale a sette rapporti.
Le prestazioni sono per guidatori col pelo sullo stomaco: zero-cento in 2,9 secondi e 0-200 km/h in 7,9 secondi. La sua corsa si esaurisce solo ai 341 km/h, 325 quando si viaggia a cielo aperto. Meno male che a fermare tanta esuberanza c’è un impianto frenante con dischi in materiale carboceramico, ideale per l’utilizzo su tracciato perché resistono meglio all’enorme calore sviluppato dall’attrito e mantengono prestazioni frenanti costanti.