Un uomo ha aperto il fuoco ai mercatini di Natale a Strasburgo uccidendo tre persone. Sette o otto colpi esplosi sulla folla intorno alle ore 20 vicino alla centrale Place Kleber. Poi, l’attentatore si è spostato di qualche metro e ha sparato di nuovo, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni. La polizia riferisce che oltre alle vittime ci sono nove feriti. Tra loro c’è anche un italiano. “È un giornalista che lavora in una testata radiofonica“, spiega l’ufficio stampa dell’onorevole Brando Benifei (Pd) che aggiunge: “Attendiamo ulteriori dettagli e notizie in merito”. Sembra non essere in gravi condizioni. L’attentatore è ancora in fuga e poco prima dell’una di notte il sindaco Roland Ries ha ammesso che non è stato ancora localizzato.

L’autore della sparatoria è stato identificato: è il 29enne Cherif C. – passaporto francese e origini nordafricane – ed è fuggito in un primo momento usando un taxi, come ha raccontato l’autista minacciato alla radio francese all news France Info, riferendo anche che il killer è rimasto ferito in una sparatoria con i militari presenti ai mercatini. Una prima operazione della gendarmeria è stata eseguita a Neudorf, quartiere di Strasburgo dove il killer abitava. La polizia ha perquisito diversi edifici in rue de l’Epinal ma senza successo. Poi altri blitz si sono susseguiti, ma tutti senza risultato: il 29enne sarebbe stato di nuovo localizzato in una strada a sud del centro di cittadino. Le forze speciali, riportano i media francesi, hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con l’uomo che è di nuovo scappato a piedi ed è ancora armato. Un’altra operazione di polizia è stata organizzata a Place Broglie, nel centro storico. Ne ha parlato il sindaco della città affermando che “c’è un secondo sospettato” che sarebbe implicato nella sparatoria. Alle ore 00.55  lo stesso primo cittadino ha detto che il responsabile dell’attacco non è stato ancora localizzato. Le ricerche continuano.

Un criminale comune poi radicalizzato: s’indaga per terrorismo – La procura di Parigi ha aperto un’indagine per terrorismo. L’attentatore nato il 4 febbraio 1989 nel quartiere di Koenigshoffen a Strasburgo, era già stato condannato nel 2011 a due anni di carcere, di cui sei mesi per un’aggressione con un coccio di bottiglia. Era poi stato schedato come elemento ‘radicalizzato‘: lo conferma la Prefettura locale, spiegando che il suo dossier era segnato con la ‘S‘ che indica, appunto, i radicalizzati islamici. Il ministro dell’Interno francese Christophe Castaner ha riferito che si tratta di un 29enne noto per reati comuni e poi schedato come radicalizzato. Il 29enne doveva essere arrestato questa mattina, martedì, dai gendarmi francesi, ma non era in casa: altre tre persone sono state fermate. Durante la perquisizione effettuata a casa sua nel distretto di Neudorf sono state trovate granate. La perquisizione era legata a un’indagine su tentato omicidio e rapina. Dopo l’attentato, la polizia è tornata nell’edificio al numero 5 di rue de l’Epinal.

“Ho dato ordine di chiudere il Parlamento europeo, nessuno può entrare e nessuno può uscire. L’attentato è stato a 3 km da qui, in centro”. Lo ha detto in una diretta Twitter dal suo ufficio a Strasburgo il presidente dell’Assemblea, Antonio Tajani che, al telefono con l’Ansa, parla di “diversi morti”.

Le testimonianze – Gli ingressi al centro sono stati transennati e le forse dell’ordine della sicurezza bloccano macchine e pedoni. Cedric racconta all’Ansa di aver sentito nettamente i colpi vicino a piazza Kleber e di aver trovato rifugio in un bar. “Ho sentito colpi di pistola e poi di armi automatiche, probabilmente quelli delle forze dell’ordine, poi c’è stato un movimento di folla e io mi sono messo a correre e sono entrato in un bar”. Florent invece dice di non aver sentito gli spari ma di aver comunque vissuto una situazione “inquietante: eravamo in un locale, all’improvviso ci hanno fatto tutti scendere al piano di sotto, dove saremmo stati più al sicuro”.

Gli europarlamentari italiani – “Ho visto due persone, probabilmente due donne, a terra raggiunte dai colpi di arma da fuoco. Siamo fuggiti via, di corsa. Abbiamo trovato riparo nel cortile di un palazzo, ci hanno aperto il portone, siamo rimasti lì a lungo prima che due ragazzi ci aprissero la porta del loro appartamento”. Così Marco Affronte, europarlamentare dei Verdi, ex M5S, racconta all’Adnkronos i suoi momenti di paura durante gli spari al mercatino di Natale di Strasburgo. “C’è un morto davanti a me“. E’ il racconto fatto all’Adnkronos dal parlamentare europeo Giovanni La Via, bloccato in un ristorante di Strasburgo. “Mi trovo a Pont Saint Martin – spiega l’eurodeputato – bloccato in un ristorante dalla polizia. Hanno portato qui una vittima, è un uomo. Gli avevano sparato, hanno tentato invano di rianimarlo, ma è morto”. “Siamo da più di un’ora sotto al tavolo di un ristorante al buio. Fuori vediamo le luci della volante della polizia. Non so dirvi altro, per il momento”, scrive su twitter l’europarlamentare Pd Simona Bonafè.

I PRECEDENTI
Il mercatino di Strasburgo è finito più di una volta nel mirino dei terroristi. L’ultima nel novembre 2016, quando sette persone vennero fermate dalle forze speciali francesi prima che mettessero a segno un attentato. Nel maggio 2014, nella città venne smantellata una rete jihadista: si trattava anche in questo caso di sette persone che, si scoprì, erano state in Siria tra il dicembre 2013 e l’aprile 2014, e che vennero poi condannate a pene comprese tra i 6 e i 9 anni di carcere. Tra loro anche Karim Mohamed-Aggad, il cui fratello Foued venne successivamente identificato come uno dei kamikaze del Bataclan.

Il mercato di Natale era già stato individuato come bersaglio di un progetto di attentato nel 2000: quattro algerini, poi condannati a pene tra i dieci e i dodici anni dal tribunale di Francoforte, avevano progettato di piazzare una bomba alla vigilia del Capodanno 2001 davanti alla Cattedrale, ma la strage fu evitata grazie alle informazioni fornite dai servizi segreti tedeschi. Nel ‘covo’ furono trovati armi ed esplosivi ed un video del mercato nel quale si dichiarava che vi si recavano nemici di Dio che sarebbero stati spediti all’Inferno.

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