Probabilmente non avrete mai sentito nominare le Pamu Scroll di Padmate, ma se siete alla ricerca di auricolari wireless a buon prezzo dovreste dargli un’occhiata. Sono auricolari true wireless, ossia senza alcun cavo di collegamento, e sono stati prodotte grazie a una campagna di finanziamento online (crowdfunding) sul sito Indiegogo. Hanno riscosso talmente tanto successo da raccogliere 3 milioni di dollari, il 15.376% in più di quanto sarebbe bastato per produrle.

Le abbiamo provate per capire proprio che cosa le rende tanto diverse dalle altre, e se davvero vale la pena comprarle. Quello che possiamo dire alla luce dei nostri test è che hanno una buona ergonomia, un design originale, una custodia in pelle e beneficiano della connettività Bluetooth 5.0. Per contro, non offrono uno strumento per verificare la carica residua della custodia, che peraltro è più ingombrante di quella dei concorrenti. Il fatto che il prezzo non sia definitivo, poi, non permette una valutazione univoca del rapporto prezzo-dotazione.

Senza dubbio chi ha acquistato le Pamu Scroll finanziando il crowdfunding ha fatto un affare, perché le ha pagate 39 dollari. Adesso costano 79 dollari, che è comunque un buon prezzo per quello che offrono. Quando si arriverà alla quotazione di listino, che è fissata a 149 dollari, non varrà più la pena. Il motivo è che esistono sul mercato auricolari con caratteristiche praticamente identiche, come le Anker Soundcore Liberty Lite, che sono proposte a 54 euro.

Esteticamente il prodotto attira, a partire dalla custodia di forma cilindrica disponibile nei colori bronzo, marrone, grigio e rosa, ciascuno con un trattamento diverso della pelle e finiture particolari. Gli auricolari di per sé sono molto piccoli, e grazie al peso di 5 grammi sono tra i più leggeri al momento disponibili. Non hanno pulsanti, i controlli sono di tipo touch.

Per adattarli al meglio alla conformazione delle orecchie il produttore ha inserito nella confezione tre set di gommini in silicone. Per indossare gli auricolari bisogna inserirli all’interno dell’orecchio in orizzontale, poi ruotati in senso orario. Una procedura più lunga da descrivere che da fare. Quello che importa è che sono molto stabili e non creano fastidio. Non abbiamo rilevato criticità né indossandoli durante l’attività sportiva, né muovendoci per la città.

Rispetto ad altri auricolari true wireless, le Pamu Scroll sono dotate di Bluetooth 5.0. È un dettaglio importante, perché consente una connessione più stabile e affidabile con lo smartphone. Da sottolineare anche la certificazione IPX6, che le rende resistenti a sudore e schizzi d’acqua.

L’autonomia dichiarata per ogni singola ricarica è di 3,5 ore, ma durante le prove, con riproduzione a volume medio, non abbiamo mai superato le tre ore. La batteria integrata nella custodia permette di ricaricare completamente le cuffie per quattro volte. In sostanza, con un uso medio si riescono a usare questi auricolari per due o tre giorni senza dover ricaricare la custodia. Operazione quest’ultima che dev’essere fatta mediante il connettore micro-USB, e che richiede circa due ore.

Per ricaricare fisicamente gli auricolari bisogna posizionarli nella custodia, dove un magnete dovrebbe assicurarli nella posizione corretta, evitando spostamenti non voluti. Questo però non avviene perché il magnete non è abbastanza potente. In compenso, non occorre configurarli ogni volta: appena estratti dalla custodia si collegano automaticamente all’ultimo dispositivo con cui avevano comunicato. Un altro punto a favore delle Pamu Scroll è che permettono di fare chiamate in stereo: in pratica potrete sentire la voce del vostro interlocutore da entrambi gli auricolari.

 

I controlli touch permettono di avviare e mettere in pausa la riproduzione audio e di rispondere alle chiamate, indifferentemente con entrambe le cuffie. Un doppio tocco sulla cuffia destra fa saltare la riproduzione musicale al brano successivo, lo stesso gesto sulla cuffia sinistra attiva l’assistente vocale dello smartphone. Tutto funziona benissimo, ma nell’uso quotidiano si fa sentire la mancanza del controllo per il volume. Una scocciatura, perché bisogna per forza usare lo smartphone.

Chiudiamo con le nostre osservazioni sulla qualità audio. È nella media, con toni bassi presenti, ma non pieni e rotondi come pubblicizzato, e le frequenze medie e alte piuttosto precise. Alzando il volume al massimo però si arriva a sentire distorsioni. Per qualità audio possiamo paragonarli a un paio di auricolari nella fascia di prezzo a cui sono attualmente vendute. Il che non è negativo, perché la musica che abbiamo sentito è piacevole, anche grazie all’isolamento acustico passivo che attutisce i rumori di fondo.

Molto buona la qualità telefonica: sentire l’interlocutore da entrambi gli auricolari è un grande pregio rispetto alla maggior parte dei concorrenti attualmente disponibili.

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