Via libera al Senato al disegno di legge Anticorruzione. Il maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl su cui ieri il governo ha posto la fiducia è passato con 162 sì, 119 e un astenuto (il senatore a vita Mario Monti). Il provvedimento ora torna alla Camera: è già stato approvato dall’Aula di Montecitorio, ma dopo l’ok del Senato tornerà all’altro ramo del Parlamento perché era stata inserita una norma che salvava gli accusati di peculato : emendamento che aveva fatto cadere la maggioranza M5s-Lega. Quella modifica è stata cancellata a Palazzo Madama e il ddl è tornato alla sua forma orginaria. “Sarà una svolta epocale”, assicurano ora i Cinquestelle che hanno voluto il provvedimento (una “riforma bandiera” del Movimento) molto più dei soci di governo della Lega, tra le cui fila l’entusiasmo è molto inferiore. Anche per questo motivo (oltre che per l’inevitabile ingolfamento dei lavori parlamentari) il governo ha posto la questione di fiducia sulla legge: è la terza volta in una settimana e nello stesso giorno della fiducia alla Camera sul decreto Fisco. L’approvazione della legge deve ancora avvenire in via definitiva (anche se verosimilmente l’esecutivo metterà la fiducia anche alla Camera), ma il M5s ha già annunciato uno “Spazzacorrotti day” per il 22 dicembre. “Sarà un’intera giornata dedicata all’anticorruzione nelle piazze e nelle strade d’Italia”, dice il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. “Quella che approviamo noi adesso è la legge che l’Italia aspetta dai tempi di Tangentopoli. Quasi 27 anni di attesa inutile. Con il Movimento 5 Stelle al governo sono bastati sei mesi. È un momento importante, una battaglia storica del Movimento, e abbiamo bisogno di voi per informare più cittadini possibile”.
Mentre la Lega evita questi toni di euforia, arrivano le critiche – da posizioni diverse – da tutte le opposizioni. Si tratta, ha spiegato Valeria Valente durante la dichiarazione di voto per il Pd, di un “provvedimento profondamente antidemocratico ed illiberale che sacrifica garanzie, diritti e spazi di libertà in nome di una presunta lotta alla corruzione, senza però alcuna vera efficacia”. Tra le altre cose la Valente ha chiesto in Aula “che credibilità può avere chi ha sdoganato odiosi condoni edilizi, chi ha incassato e nasconde oggi illegittimamente 49 milioni dei cittadini, chi fa gestire e finanziare il suo movimento da un’azienda privata, chi si fa finanziare la campagna elettorale da produttori di sigarette elettroniche di cui condona i debiti, chi attacca ogni giorno i magistrati, chi non ascolta l’Autorità anticorruzione?”.
Per Luigi Vitali, avvocato, che ha parlato a nome di Forza Italia, il ddl Anticorruzione “contiene una serie di provvedimenti sbagliati che creeranno l’effetto opposto allo scopo che si propongono”. “Altro che spazzacorrotti. Questa è una legge spazzagiustizia, spazzagaranzie – dichiara la capogruppo berlusconiana Anna Maria Bernini – Con un colpo di ramazza il governo cancella le tutele previste da qualsiasi norma della Costituzione, introduce come regola la cultura del sospetto, trasforma tutti i cittadini italiani in presunti colpevoli, mette in ogni tribunale italiano una gogna giudiziaria perpetua, condanna gli italiani all’ergastolo processuale”.
Critico – ma per altri motivi – anche l’ex presidente del Senato ed ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso che al Senato ha preso la parola per il gruppo di Liberi e Uguali. Grasso, nel merito, ha spiegato che con la legge Anticorruzione si fanno due passi avanti: la previsione di una causa speciale di non punibilità per chi denuncia (sono i cosiddetti “pentiti delle mazzette“) e l’estensione ai reati contro la pubblica amministrazione della disciplina delle operazioni sotto copertura, normativa già utilizzata per indagini più delicate come quelle contro la mafia. Ma dal punto di vista politico Grasso se la prende con il M5s (“Urlavate in piazza ‘onestà e trasparenza’ e ora vi limitate a chiedere di non minimizzare indagini su milioni di euro”), ma anche con la Lega: “Io, che sono a favore della sospensione della prescrizione, sarò obbligato a votare contro la fiducia al Governo, perché delle politiche di questo Governo non condivido praticamente nulla a parte questo. Voi invece, per contratto, voterete a favore. Non sentite l’ironia della cosa? Se non ricordo male un vostro esponente, il ministro Roberto Castelli, ricopriva l’incarico che oggi ricopre Bonafede quando il gruppo Lega votò compattamente la Legge Ex Cirielli, che andava esattamente nella direzione opposta, accorciando i tempi della prescrizione”.