Il presidente della Camera in visita nella capitale francese per un bilaterale con il presidente dell'Assemblée Nationale ha commentato le trattative sulla manovra italiana e lo stop del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Al centro del colloquio anche il caso Regeni e la tragedia di Ustica. Non si è affrontata la questione della Grande opera, ma l'esponente 5 stelle ha ribadito la sua contrarietà
“No a figli e figliastri in Ue“. Il presidente della Camera Roberto Fico, in visita a Parigi, ha parlato delle trattative italiane con Bruxelles sulla manovra finanziaria. Mentre il premier Giuseppe Conte a latere del Consiglio Ue sta incontrando i leader per riuscire a chiudere l’accordo sul rapporto deficit\pil al 2,04%, l’esponente 5 stelle è intervenuto per commentare i dubbi del commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. “Due pesi e due misure significherebbe un’Europa non equilibrata, con figli e figliastri, questo non è possibile, non ci voglio e non ci posso credere”, ha detto Fico. Solo ieri infatti Moscovici aveva definito possibile per Parigi sforare il 3 per cento dopo l’annuncio delle nuove misure sociali per placare la protesta dei gilet gialli. Mentre oggi, parlando di Roma, ha detto “che altri passi sono da fare”. “Auspico il dialogo fino alla fine”, ha detto Fico, “perché il dialogo è nell’interesse di tutta la comunità europea, affinché l’Italia possa fare le proprie manovre giuste e l’Europa possa aiutare a fare in modo giusto le manovre”. Mentre i due vicepremier e i vari esponenti della maggioranza hanno deciso di non esprimersi in attesa dell’esito delle trattative, Fico ha scelto di esporsi e di farlo proprio in terra francese.
Il presidente della Camera ha anche risposto a una domanda sulla Tav, la Grande opera che ancora il governo deve decidere se porterà a termine o meno. “Della Tav non ne abbiamo parlato”, ha replicato ai giornalisti Fico, “ma se avessi dovuto parlarne, senza dubbio avrei anche chiarito i miei dubbi rispetto a quest’opera ormai antistorica”. Al termine del bilaterale a Parigi con il presidente dell’Assemblea Nazionale, Richard Ferrand, Fico ha anche detto di aver ottenuto pieno appoggio e sostegno da parte del suo omologo sul caso del ricercatore italiano Giulio Regeni, assassinato in Egitto. “Il presidente del Parlamento francese – ha riferito Fico – mi ha detto che appena potrà, solleverà la questione con l’Egitto e di questo sono molto contento”. Fico nei giorni scorsi ha interrotto ufficialmente le relazioni diplomatiche con il Parlamento del Cairo, in attesa di una svolta sulle indagini.
Nell’incontro con Ferrand infine, è stato evocato anche il caso di Ustica, sottolineando che “anche la Francia può fare la sua parte”. Fico ha poi aggiunto che ora intende inviare a Parigi una “lettera con dei punti specifici di richiesta sul caso di Ustica”. Quindi ha spiegato che intende inviare a Parigi una “lettera con dei punti specifici di richiesta sul caso di Ustica. Lo ritengo fondamentale anche perché ho promesso ieri in Piazza Fontana di andare avanti con le desecretazioni, rispetto alla Camera dei deputati, rispetto al lavoro con il presidente del Senato e quindi anche la Francia può fare la sua parte. Ho chiesto al presidente del Parlamento se queste cose potevano andare avanti”.
In generale Fico ha detto di aver ricevuto “un’accoglienza straordinaria”, malgrado le attuali frizioni tra Roma e Parigi. “Non c’è dubbio – ha detto rispondendo a una domanda davanti al Palais Bourbon, storica sede dell’Assemblée Nationale – che ultimamente con la Francia ci siano stati rapporti più tesi, anche rispetto alla questione del confine di Bardonecchia, rispetto alla questione della Libia, rispetto a questioni come i migranti. Però, laddove i governi possono essere magari un po’ più duri tra loro, sicuramente i Parlamenti possono avanzare nella cooperazione e nel dialogo. Nell’incontro di oggi con il presidente dell’Assemblea Nazionale – ha puntualizzato Fico – abbiamo avuto un dialogo franco, molto schietto e ho avuto senza dubbio un’accoglienza straordinaria”. “Lavoreremo a rafforzare i rapporti tra i Parlamenti anche con protocolli ad hoc”, ha concluso.