Il Tg3 ha mostrato come nei giorni precedenti si erano già verificate scintille, ma in più occasioni gli operai erano andati sul posto per un sopralluogo senza fare nulla se non osservare
Quando il 25 gennaio 2018, alle 6.57, il treno regionale partito da Cremona e diretto a Milano, deragliò a Pioltello portandosi via la vita di tre persone, l’ipotesi del cedimento di un binario emerse immediatamente. Rfi, che gestisce tutta la linea, si affrettò a dichiarare che era già in programma la sostituzione di un giunto. Oggi il Tg3, in un servizio di Jari Pilati, ha mostrato come nei giorni precedenti al disastro non solo nel punto zero – dove il convoglio perse aderenza e iniziò a sbandare per oltre due chilometri prima di deragliare – si erano già verificate scintille, ma in più occasioni gli operai erano andati sul posto per un sopralluogo senza procedere alla sostituzione del giunto.
Non congetture, ma immagini registrate dalla telecamera di una ditta, accesa 24 ore su 24, proprio di fronte binari. Filmati che sono stati depositati agli dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano, e che mostrano le scintille a ogni passaggio di treni passeggeri. Il 18 gennaio, e il 21 gennaio, giorni prima dell’incidente. A Rete ferroviaria italiana i problemi erano noti. A fine novembre era stata inserita una grossa zeppa di legno per sostenere il giunto instabile e il bullone completamente arrugginito era saltato.
Ma non solo, come racconta il Tg della Rai, il 12 gennaio gli addetti vanno proprio in quel punto e osservano quello che diventerà il punto zero della tragedia e il giunto che andava sostituito da tempo. Gli operai, sempre ripresi dagli occhi elettronici della ditta, 30 minuti dopo il deragliamento sono già al posto: la causa è già stata individuata.
Una maxi consulenza depositata nei giorni scorsi ha anche mostrato che nei tre chilometri di binari analizzati c’erano usura, scarsa manutenzione e diverse anomalie. Una serie di “anomalie”, come la “presenza di usura”, scollamenti, una “scarsa rincalzatura” e la “mancanza di attacchi elastici”, non solo nel punto zero ma anche in altri giunti e più in generale sulla “sede ferroviaria nel tratto di binario compreso tra il km 13 e il km 11” sulla linea Milano-Venezia. A firmare la consulenza gli ingegneri Roberto Lucani e Fabrizio D’Errico.
“In svariati punti del tratto di linea oggetto del sopralluogo visivo – scrivono, ad esempio, i consulenti dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, coordinati dall’aggiunto Siciliano – è stata rilevata e documentata la mancanza di attacchi elastici tipo Pandrol”, ossia di “elementi di fissaggio diretto” della “rotaia alla traversa”. L’inchiesta, tra gli indagati due manager e quattro tecnici di Rfi e due manager di Trenord, ha accertato infine, che l’usura del giunto era stata segnalata già a novembre 2017, ma l’intervento di sostituzione era stato programmato in tempi lunghi.