“Rispetto a 20 anni fa oggi non ci sono più argini alla bestialità interiore, ciascuno tende a essere il peggio di quel che è. La generazione che giocava con i mostri da piccola lo è diventata”. Giornalista, scrittore e autore tv, Diego Cugia sul finire dei Novanta ottenne un grande successo con il programma radiofonico Alcatraz e grazie al suo protagonista Jack Folla, il dj evaso dal braccio della morte, cui Roberto Pedicini prestò la voce. Cugia dietro un’esigenza morale assoluta di onestà, attraverso il suo alter ego Jack, è stato per più d’una generazione un fratello maggiore, anzi il Morpheus della “pillola rossa o pillola blu”, prim’ancora del film Matrix. E invitava, contro le definitive salvezze, al rischio delle scelte, alla responsabilità della vita, alla serietà contro la retorica, alla saggezza contro la violenza.
Dopo vent’anni di silenzi, Diego Cugia è tornato con Il Libro Nero con il quale prova a riannodare i fili di un discorso che era rimasto in sospeso. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, e nel frattempo qualche ponte purtroppo è pure crollato, e l’analisi del Diego-dj è impietosa: “Vent’anni fa, se avevi un fondo razzista, o se eri una bestia da terza elementare, un po’ te ne vergognavi. Oggi ne sei orgoglioso. Hai tre lauree? Sei un professore, scrivi libri, hai competenza nel tuo settore? Ti accuseranno di essere compromesso col ‘vecchio potere’, colluso con i corrotti, un privilegiato di merda. E questo anche se sei un intellettuale senza soldi e senza lavoro”.
Dopo anni di silenzi esce un nuovo libro di Diego Cugia su Jack Folla, ma nell’Italia di oggi pare non suscitare particolari clamori mediatici.
Mi aspettavo il silenzio assoluto di giornali e televisioni e francamente non ho fatto il minimo passo perché ne parlassero. Nessun critico, nessun direttore ha ricevuto da me la classica copia omaggio o una perorazione, una telefonata, un caffè. In questi anni, però, avevo ricevuto migliaia di email da parte degli ascoltatori di Jack: ‘Perché non torni? Dove sei finito?’. Non hanno capito che l’Italia di 20 anni fa era più libera di quella di oggi. Che l’assenza di Jack non è stata una scelta, ma una condanna a vivere senza un microfono. Per raccontare loro come stanno le cose mi sono pubblicato da solo e ho aperto un canale su YouTube.
Che Paese trova Jack dopo 20 anni? Quali sono le principali differenze?
I mediocri hanno vinto, hanno occupato tutto, come profetizzava Jack Folla. Siamo comandati da un esercito di fronti basse convinte di avere sempre diritto anche se non hanno fatto nulla per meritarsi la poltrona. È una delle più sconvolgenti illusioni ottiche della storia recente. Chi sa è ridotto a tacere, chi non sa sbraita e viene votato. Se questa è democrazia io sono un ingegnere aerospaziale.
“Jack scrive queste pagine di getto in due mesi, dal 29 giugno al 24 agosto”. Il tempo in cui si è insediato il nuovo governo pentaleghista. Cos’è che l’ha spinta a riprendere in mano i fili del passato e riannodarli?
C’è un capitoletto del Libro Nero che s’intitola La scintilla sacra. Inizio raccontando che mio papà mi insegnava da bambino i nomi delle stelle: Vega, Aldebaran, Deneb. Mi sono dimenticato la loro esatta collocazione nel cielo, sono una bestia da terza elementare anch’io, ma non dimenticherò mai la voce di mio padre che tremava dall’emozione e di rispetto per le stelle. Ce l’aveva anche per i vagabondi, gli oppressi e gli uomini fantastici. Quella vibrazione del cuore è l’imprinting, la scintilla sacra. Chi contagia di bellezza i nostri giovani? Perché mai dovrebbero rialzare le loro giovani schiene già curve su smartphone tutti uguali? Nel mio piccolo ho fatto tornare Jack Folla per questo. Per donare ciò che ho ricevuto, ‘segnarli’ come io sono stato segnato. Tutti i libri che ho letto li devo a mio padre e alla sua voce che tremava di commozione per le stelle.
Cosa ha fatto per tutto questo tempo Diego Cugia?
Ma chi se ne frega di questo Cugia. Era benestante è diventato un mendicante. Era famosetto e oggi non se lo ricorda quasi nessuno. Ha avuto una fortuna sfacciata quel tipo: precipitare nel silenzio, nella solitudine, nel nulla. È qui che gli uomini si giocano le grandi partite. Bisogna ringraziare il proprio destino avverso. Non c’è propulsore più potente per slanciarsi verso il cielo. Poi Uno su mille ce la fa come cantava Gianni Morandi. Ma questo, francamente, è indifferente. La partita la vinci se non ti arrendi mai, se ti rialzi dopo ogni caduta, ogni legnata. È meraviglioso.
Il libro caustico e sempre lucido nelle analisi sulla società contemporanea sembra essere una sorta di SOS che questa volta però è Jack Folla a lanciare ai suoi hermanos.
Gli italiani in particolare tendono a riconoscersi in massa in ometti autorevoli, in ‘capitani’ di piccolo corso, in ducetti. Credono di irrobustirsi identificandosi in loro. I ducetti li istigano a schierarsi contro qualcuno o qualcosa, li aizzano in tal senso e sdoganano il loro fascismo interiore, una piaga mai risolta. È l’esatto contrario di quello che dovremmo fare per migliorarci. Assumerci la totale responsabilità del mondo in cui viviamo, soprattutto se non abbiamo colpa, e unirci per contribuire a renderlo migliore, pensando ai figli dei nostri figli e non a noi stessi. Ci vuole una politica spirituale che guardi a fra 50 anni non a fra mezz’ora cosa diranno i social. Ci vogliono le aquile in politica, io vedo solo tordi. Sveglia, fratelli, o ci faremo comandare dai maiali come nella Fattoria degli Animali di George Orwell.
Lei fa spesso riferimento a quella serata al Mattatoio di Testaccio in Roma, quando nel 2002 riuscì a riunire migliaia di fan nonostante la pioggia: le è mai passato in mente di creare un movimento politico?
Sicuro, quella notte ci ho pensato. Ma a far gridare “vaffa” liberatori a tutti, no, mai. È sciocco. La storia ci insegna che quei vaffa lì tornano indietro. Dal balcone di piazza Venezia al finire a testa in giù a piazzale Loreto. Jack, l’Albatro, vola ancora libero. Mi ha detto: ‘Tenetevi le vostre gabbie. Preferisco morire in volo’.
Dei 5stelle scrive: “Quelli che la scatoletta di tonno ora ce l’hanno in testa come un cappello”. Cosa ne pensa del fatto che molti degli albatros hanno trovato in lui l’uomo della Provvidenza?
Beppe Grillo è un grande comico, conosce le masse e sa come esaltarle. Il suo movimento è stato anche salutare, ha dato una spallata al sistema, ha portato tanti giovani in Parlamento, è stato fantastico. Ma il potere è una brutta bestia. Quando ho visto Luigi Di Maio scendere da un taxi col portabiti di Cenci a Campo Marzio, il sarto di Cesare Previti e del generone romano che bazzica in Parlamento, il sogno è finito. Allearsi con Salvini, accettare la chiusura dei porti, rimangiarsi le promesse fatte in campagna elettorale? Maledetti. Mi avete fatto rimpiangere perfino la Dc e Kossiga che, da ragazzo, scrivevo sui muri con la kappa. Ma soprattutto mi manca l’intelligenza e lo stile di Enrico Berlinguer. Anche se l’ho votato una volta sola a 18 anni, mai stato comunista. Ma quelli erano statisti. Erano pochi già allora, oggi sembra non essercene rimasta traccia. Ma se ne stiamo parlando, vuol dire che, in qualche culla di un paesino sperduto, sta rinascendo un nuovo Antonio Gramsci. Io ci credo.
Non mancano le analisi impietose su Matteo Salvini e su Donald Trump: trova in loro dei punti in comune?
Salvini è un dittatore da operetta, Trump da game show.
Cosa le piacerebbe fare ora che è tornato ad avere un contatto con il suo pubblico?
Una cosa molto semplice, fare la radio.
Qual è il messaggio che vuol lanciare ai suoi albatros?
Volare da soli e controvento. Seguite la vostra intuizione, non il branco. E non alzate mai un muro. I muri vanno abbattuti, tutti.
Pasquale Rinaldis
Giornalista
Cultura - 13 Dicembre 2018
Jack Folla, torna Diego Cugia dopo 20 anni: ‘Oggi ognuno tende a essere il peggio di quello che è’
Dopo vent’anni di silenzi, Diego Cugia è tornato con Il Libro Nero con il quale prova a riannodare i fili di un discorso che era rimasto in sospeso. Ne è passata di acqua sotto i ponti da allora, e nel frattempo qualche ponte purtroppo è pure crollato, e l’analisi del Diego-dj è impietosa: “Vent’anni fa, se avevi un fondo razzista, o se eri una bestia da terza elementare, un po’ te ne vergognavi. Oggi ne sei orgoglioso. Hai tre lauree? Sei un professore, scrivi libri, hai competenza nel tuo settore? Ti accuseranno di essere compromesso col ‘vecchio potere’, colluso con i corrotti, un privilegiato di merda. E questo anche se sei un intellettuale senza soldi e senza lavoro”.
Dopo anni di silenzi esce un nuovo libro di Diego Cugia su Jack Folla, ma nell’Italia di oggi pare non suscitare particolari clamori mediatici.
Mi aspettavo il silenzio assoluto di giornali e televisioni e francamente non ho fatto il minimo passo perché ne parlassero. Nessun critico, nessun direttore ha ricevuto da me la classica copia omaggio o una perorazione, una telefonata, un caffè. In questi anni, però, avevo ricevuto migliaia di email da parte degli ascoltatori di Jack: ‘Perché non torni? Dove sei finito?’. Non hanno capito che l’Italia di 20 anni fa era più libera di quella di oggi. Che l’assenza di Jack non è stata una scelta, ma una condanna a vivere senza un microfono. Per raccontare loro come stanno le cose mi sono pubblicato da solo e ho aperto un canale su YouTube.
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I mediocri hanno vinto, hanno occupato tutto, come profetizzava Jack Folla. Siamo comandati da un esercito di fronti basse convinte di avere sempre diritto anche se non hanno fatto nulla per meritarsi la poltrona. È una delle più sconvolgenti illusioni ottiche della storia recente. Chi sa è ridotto a tacere, chi non sa sbraita e viene votato. Se questa è democrazia io sono un ingegnere aerospaziale.
“Jack scrive queste pagine di getto in due mesi, dal 29 giugno al 24 agosto”. Il tempo in cui si è insediato il nuovo governo pentaleghista. Cos’è che l’ha spinta a riprendere in mano i fili del passato e riannodarli?
C’è un capitoletto del Libro Nero che s’intitola La scintilla sacra. Inizio raccontando che mio papà mi insegnava da bambino i nomi delle stelle: Vega, Aldebaran, Deneb. Mi sono dimenticato la loro esatta collocazione nel cielo, sono una bestia da terza elementare anch’io, ma non dimenticherò mai la voce di mio padre che tremava dall’emozione e di rispetto per le stelle. Ce l’aveva anche per i vagabondi, gli oppressi e gli uomini fantastici. Quella vibrazione del cuore è l’imprinting, la scintilla sacra. Chi contagia di bellezza i nostri giovani? Perché mai dovrebbero rialzare le loro giovani schiene già curve su smartphone tutti uguali? Nel mio piccolo ho fatto tornare Jack Folla per questo. Per donare ciò che ho ricevuto, ‘segnarli’ come io sono stato segnato. Tutti i libri che ho letto li devo a mio padre e alla sua voce che tremava di commozione per le stelle.
Cosa ha fatto per tutto questo tempo Diego Cugia?
Ma chi se ne frega di questo Cugia. Era benestante è diventato un mendicante. Era famosetto e oggi non se lo ricorda quasi nessuno. Ha avuto una fortuna sfacciata quel tipo: precipitare nel silenzio, nella solitudine, nel nulla. È qui che gli uomini si giocano le grandi partite. Bisogna ringraziare il proprio destino avverso. Non c’è propulsore più potente per slanciarsi verso il cielo. Poi Uno su mille ce la fa come cantava Gianni Morandi. Ma questo, francamente, è indifferente. La partita la vinci se non ti arrendi mai, se ti rialzi dopo ogni caduta, ogni legnata. È meraviglioso.
Il libro caustico e sempre lucido nelle analisi sulla società contemporanea sembra essere una sorta di SOS che questa volta però è Jack Folla a lanciare ai suoi hermanos.
Gli italiani in particolare tendono a riconoscersi in massa in ometti autorevoli, in ‘capitani’ di piccolo corso, in ducetti. Credono di irrobustirsi identificandosi in loro. I ducetti li istigano a schierarsi contro qualcuno o qualcosa, li aizzano in tal senso e sdoganano il loro fascismo interiore, una piaga mai risolta. È l’esatto contrario di quello che dovremmo fare per migliorarci. Assumerci la totale responsabilità del mondo in cui viviamo, soprattutto se non abbiamo colpa, e unirci per contribuire a renderlo migliore, pensando ai figli dei nostri figli e non a noi stessi. Ci vuole una politica spirituale che guardi a fra 50 anni non a fra mezz’ora cosa diranno i social. Ci vogliono le aquile in politica, io vedo solo tordi. Sveglia, fratelli, o ci faremo comandare dai maiali come nella Fattoria degli Animali di George Orwell.
Lei fa spesso riferimento a quella serata al Mattatoio di Testaccio in Roma, quando nel 2002 riuscì a riunire migliaia di fan nonostante la pioggia: le è mai passato in mente di creare un movimento politico?
Sicuro, quella notte ci ho pensato. Ma a far gridare “vaffa” liberatori a tutti, no, mai. È sciocco. La storia ci insegna che quei vaffa lì tornano indietro. Dal balcone di piazza Venezia al finire a testa in giù a piazzale Loreto. Jack, l’Albatro, vola ancora libero. Mi ha detto: ‘Tenetevi le vostre gabbie. Preferisco morire in volo’.
Dei 5stelle scrive: “Quelli che la scatoletta di tonno ora ce l’hanno in testa come un cappello”. Cosa ne pensa del fatto che molti degli albatros hanno trovato in lui l’uomo della Provvidenza?
Beppe Grillo è un grande comico, conosce le masse e sa come esaltarle. Il suo movimento è stato anche salutare, ha dato una spallata al sistema, ha portato tanti giovani in Parlamento, è stato fantastico. Ma il potere è una brutta bestia. Quando ho visto Luigi Di Maio scendere da un taxi col portabiti di Cenci a Campo Marzio, il sarto di Cesare Previti e del generone romano che bazzica in Parlamento, il sogno è finito. Allearsi con Salvini, accettare la chiusura dei porti, rimangiarsi le promesse fatte in campagna elettorale? Maledetti. Mi avete fatto rimpiangere perfino la Dc e Kossiga che, da ragazzo, scrivevo sui muri con la kappa. Ma soprattutto mi manca l’intelligenza e lo stile di Enrico Berlinguer. Anche se l’ho votato una volta sola a 18 anni, mai stato comunista. Ma quelli erano statisti. Erano pochi già allora, oggi sembra non essercene rimasta traccia. Ma se ne stiamo parlando, vuol dire che, in qualche culla di un paesino sperduto, sta rinascendo un nuovo Antonio Gramsci. Io ci credo.
Non mancano le analisi impietose su Matteo Salvini e su Donald Trump: trova in loro dei punti in comune?
Salvini è un dittatore da operetta, Trump da game show.
Cosa le piacerebbe fare ora che è tornato ad avere un contatto con il suo pubblico?
Una cosa molto semplice, fare la radio.
Qual è il messaggio che vuol lanciare ai suoi albatros?
Volare da soli e controvento. Seguite la vostra intuizione, non il branco. E non alzate mai un muro. I muri vanno abbattuti, tutti.
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Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Oggi il governo ha stanziato 3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette". Così la premier Giorgia Meloni, illustrando in un videomessaggio i contenuti del decreto approvato oggi dal Cdm.
"Parliamo di circa 1 miliardo 600 milioni di euro per le famiglie e di 1 miliardo 400 milioni per le imprese. Con questo intervento, le famiglie con un reddito Isee fino a 25mila euro, quindi la stragrande maggioranza, potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta", ha aggiunto la presidente del Consiglio.
"È un contributo - ha sottolineato Meloni - che salirà a ad oltre 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale, quindi i nuclei con un Isee fino a 9.530 euro. Inoltre abbiamo prorogato di due anni l'obbligo per i vulnerabili di passare al mercato libero".
Le misure contenute nel decreto legge bollette sono "ripartite tra 1,6 miliardi per le famiglie e 1,4 miliardi sul sistema imprese'', ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale - confermando il bonus da 200 euro a famiglia, ha spiegato che il provvedimento ''si compone di due parti, una contingente, sulla situazione di eccezionale tensione dei prezzi dell'energia e quindi sulle bollette, e una di interventi strutturali, più di sistema''.
Con il decreto bollette "andiamo incontro anche alle imprese, in particolare tagliamo gli oneri di sistema per le piccole e medie imprese, assicuriamo così una riduzione delle prossime bollette che si aggira intorno al 20%", ha sottolineato Meloni.
Con il dl varato dal governo, "avremo finalmente delle bollette chiare grazie all'obbligo di trasparenza che imponiamo ai gestori. Oltre a un certo prezzo dell'energia, lo Stato ha deciso che rinuncerà all'Iva e destinerà l'eccesso di Iva alla riduzione delle bollette. Abbiamo inoltre costruito un meccanismo che ci consentirà di utilizzare in base all'andamento futuro dei prezzi dell'energia anche ulteriori 3 miliardi 500 milioni di euro del Fondo Sociale per il Clima", ha spiegato ancora la premier.
Il decreto legge bollette prevede ''la definizione delle condizioni tipo, ovvero contratti tipo del mercato libero, che oggi vede un fiorire di offerte, le più diverse e incomprensibili onestamente per quanto riguarda il consumatore'', afferma ancora Giorgetti. Una misura che viene messa in campo ''nella consapevolezza che la perfetta concorrenza c'è quando il consumatore è a conoscenza di tutti gli elementi per decidere''. Il ministro pensa che la ''definizione di un contratto tipo su cui far maturare il miglior prezzo possibile, potrebbe favorire il maturare di un prezzo che effettivamente risponde ai criteri della libera concorrenza''.
Nel decreto legge bollette ''ci sono misure importanti come il rinvio di 2 anni del passaggio al mercato libero dei clienti vulnerabili e micro imprese vulnerabili'', ha detto ancora il ministro dell'Economia. Nel provvedimento c'è inoltre ''un meccanismo, che riprende quello esistente per i carburanti''. In caso di aumento del gettito iva, relativamente al prezzo della componente gas elettricità superiore al 20% rispetto a quello previsto nel documento di programmazione economica, questo "affluirà in un fondo destinato ai vulnerabili''.
Roma, 28 feb (Adnkronos) - "Oggi Giorgia Meloni, per sfuggire alle domande sulle sue bugie, invece di partecipare a una conferenza stampa – come avviene in qualsiasi paese democratico, dove il capo di governo risponde ai giornalisti – ha inviato un video, proprio come si fa in Corea del Nord. Mentre Pichetto Fratin e Giorgetti illustravano i decreti in conferenza stampa, arrivava il video di Meloni che si trovava a Palazzo Chigi. Allucinante". Lo dice Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Nel suo intervento ha affermato, mentendo, che il nucleare garantirà energia a basso costo. Falso! Oggi il nucleare costa 170 €/MWh, molto più di quanto paghiamo attualmente per l’energia elettrica e molto più delle rinnovabili. Ha poi sostenuto che, con il decreto bollette, il prezzo dell’energia per le famiglie diminuirà. Falso! A pagare saranno i cittadini, non le società energetiche che hanno realizzato profitti per decine di miliardi. Inoltre, il governo si affida alla speranza che nei prossimi mesi l’energia cali. Meloni si affida alla speranza. Ecco da chi è governata l’Italia: da una mentitrice seriale”, conclude.
Roma, 28 feb (Adnkronos) - "Tre miliardi di euro messi con tre mesi di ritardo. Speriamo che siano sufficienti. Nel frattempo la Meloni scappa anche dalle conferenze stampa, non solo dal Parlamento. Ormai parla solo attraverso video registrati, è diventata allergica alle domande. Doveva essere una lady di ferro, è sempre più “l’omino di burro” di Pinocchio". Lo scrive Matteo Renzi sui social.
Roma, 28 feb. -(Adnkronos) - "Oggi sono state presentate attività e obiettivi, il governo non può che essere accanto. Per esempio, nella parte dei fondi Pnrr per quanto riguarda i porti verdi” la comunità portuale ha “presentato 6 progetti e hanno già ottenuto oltre 8 milioni di euro”. È quanto affermato dal vice ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava, all’evento ‘Sblocchiamo il futuro’ organizzato da L’AdSP veneta e la Venezia Port Community.
L’obiettivo primario dell’incontro è stato approfondire e condividere i progetti e gli investimenti che mirano a rafforzare le prospettive di sviluppo sostenibile per gli scali lagunari, ragionando anche sulle modalità più efficaci, sostenibili e tempestive per superare gli ostacoli all’orizzonte per la portualità, una grande risorsa per il Veneto, per il Nord Est e per l’Italia.
“Anche per tutta la parte di autorizzazioni ambientali - riprende il vice ministro - stiamo facendo un grosso lavoro al ministero per quanto riguarda lo snellimento per ottenere le autorizzazioni e anche una serie di decreti che possono essere utili per quanto riguarda la parte dei dragaggi”, le sue parole.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il provvedimento sulle bollette è debole e non strutturale. Il problema rimane quello delle rinnovabili iperincentivate che vendono anche quando il loro apporto è inutile, al prezzo del gas". Così Carlo Calenda sui social.
"Una follia in particolare su idroelettrico che arricchisce le imprese del settore a spese dei cittadini. Avevamo fatto una proposta chiara ma il governo non ha avuto il coraggio di attuarla. Molto positivo invece il primo passo fatto per il ritorno al nucleare, una battaglia che Azione ha condotto con forza dalla sua nascita".
Palermo, 28 feb. (Adnkronos) - "La politica di Trump di dazi mi preoccupa. Non mi sono mai pronunciato sino adesso, ma è chiaro che parlo anche da ex presidente del Senato. Sulla politica internazionale non mi compete esprimermi, potrei dire tanto ma mi taccio. Per quanto riguarda, invece, quella economica siamo preoccupati come credo lo siano tutti coloro che hanno a cuore l'andamento dell'economia italiana". Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti.
"Le politiche protezionistiche non hanno mai risolto le tematiche economiche di un Paese, anche perché determinano controreazioni, dazi contro dazi - ha aggiunto -. Ho letto oggi sulla stampa che le quotazioni delle azioni di Trump e anche di Musk crollano e questa è una prima conseguenza. Mi auguro e sono certo che la reazione dell'Europa sarà univoca, ferma e dimostri una volta tanto di essere un'Europa anche dei popoli, non soltanto della moneta".
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - La segretaria del Pd, Elly Schlein, risponderà domani a Repubblica sulla proposta, lanciata sul quotidiano da Michele Serra, per 'Una piazza per l'Europa'. Si apprende da fonti del Nazareno, interpellate sull'iniziativa.