“Non è ammissibile cedere la nostra storia e i nostri valori all’altare dell’ignoranza grossolana e arrogante”. Annamaria Palmieri, assessora alla scuola del comune di Napoli, interviene duramente sulla polemica scatenata mercoledì da un genitore – l’esponente della Lega campana Paolo Santanelli – perché nella scuola della figlia, la ‘De Amicis’ nel quartiere Chiaia, ai bambini hanno insegnato ‘Bella Ciao’, inserita tra le canzoni della recita di Natale. “Non consentirò in alcun modo a mia figlia minorenne di cantare una canzone che evoca uno dei momenti più bui della storia d’Italia, scritta da vigliacchi senza patria e senza divisa che sparavano alle spalle ai veri soldati italiani“, aveva scritto il medico sui social.
“La città di Napoli è orgogliosa della scuola – continua l’assessora – che ancora, tra tanta barbarie, onora i valori e la memoria della Resistenza su cui è fondata la nostra Repubblica e la nostra Costituzione”. “La ‘De Amicis’ – conclude Palmieri – è come tutte le scuole pubbliche laica e pluralista, presidia la democrazia e i valori in cui la cittadinanza si riconosce”. Sulla questione è intervenuto anche Gennaro Muggese, fotografo del laboratorio museale del Mann e figlio di Maddalena Cerasuolo, protagonista delle Quattro giornate di Napoli tra il 27 e il 30 settembre 1943: “È grazie alla democrazia costruita con il sacrificio e al sangue di quei partigiani che lui definisce “vigliacchi” che può dire cose del genere”.
Santanelli ha poi parzialmente ritrattato, affermando che avrebbe “avuto la stessa reazione anche se mia figlia avesse cantato Faccetta nera“. Sentito dall’Ansa, il medico ha chiarito che l’espressione di “vigliacchi” non si riferiva a “tutti i partigiani”. “Porto rispetto – continua il leghista – per quelli che non si prestarono ai dettami del partito comunista. Io apprezzo la Resistenza, parlavo della storia in sé”. “Auspico – conclude – che la recita si faccia. Non voglio assolutamente che i bambini siano penalizzati. Sono d’accordo con il progetto che hanno fatto, i bambini devono imparare la Costituzione e la storia. Dico solo che quella canzone potevano inserirla in una recita che non fosse quella di Natale”.
Il neurologo e dirigente della Lega a Napoli ha scatenato la polemica social dopo aver sentito la figlia canticchiare ‘Bella Ciao’: “Intendo proteggere i bambini dalla violenza di quegli adulti che per scopi ideologici cercano di sfruttare la loro purezza. Giù le mani da loro e fuori la politica dalla scuola”. “Desidero – si era sfogato nel suo post – che a Natale mia figlia canti la natività di Gesù bambino e non intoni una canzone di guerra che richiama morte, odio e violenza. I dirigenti e gli insegnanti, se proprio vogliono fare politica, si occupassero di migliorare mense, bagni e strutture, assumendosi la responsabilità di denunciarne le precarietà “.