L'imposta sulle macchine inquinanti verrà rivista: la strada suggerita dal vicepremier M5s porterebbe a stangare solamente il lusso che inquina e prevedere "solo un ecobonus". Come ha spiegato l'analisi del Fatto.it, un'alternativa per salvare le utilitaria ma mantenere la tassa esiste
All’interno del pacchetto di oltre cinquanta proposte di modifica del governo al testo della manovra fermo in Senato ci sarà anche la revisione dell’imposta sulle auto inquinanti, già nota a tutti come ecotassa. Dopo le polemiche interne alla maggioranza e la protesta di Fca, che aveva minacciato di ritirare il piano di investimenti da 5 miliardi di euro annunciati per l’Italia, il vicepremier Luigi Di Maio aveva promesso: “Troveremo una soluzione”. E venerdì mattina, ospite a Mattino Cinque, ha dettato la linea: “Non ci sarà nessuna tassa sull’auto delle famiglie degli italiani né nuove né in uso. Sarà solo un ecobonus sulle auto elettriche, ibride e a metano, perché ci sono città ostaggio dell’inquinamento. Dobbiamo iniziare rivoluzione della mobilità in Italia”.
La norma, inserita con un emendamento firmato dalla Lega alla manovra in commissione Bilancio alla Camera, è pronta quindi a essere modificata. Le alternative restano due: cancellare l’imposta e lasciare gli aiuti per le auto ecologiche (ovvero la strada che piace a Matteo Salvini), oppure modificare le soglie per stangare solamente chi acquista auto di lusso inquinanti, come suggerisce Di Maio quando chiarisce di voler salvare le utilitarie.
Nel frattempo, anche gli incentivi per l’ecologico potrebbero essere riformati: lo scopo sarebbe incentivare il “proprietario della Panda” ad acquistare un modello meno inquinante, prevedendo però un tetto al bonus, in modo da non favorire anche qui acquista auto elettriche o ibride, ma di lusso.