Quando Marco Sarracino mi ha parlato di un manifesto riformista e di un Comitato di Resistenza contro il declino del Paese e di Napoli, gli ho detto immediatamente: “Sì, lo sostengo volentieri”.
Vivo ormai tra Napoli e l’Irpinia, conosco entrambe e avverto tutti i limiti della periferia di una grande città e delle aree interne. Se qualcuno sale in cattedra per i convegni dal titolo “torniamo nelle periferie”, a me non serve salirci perché sono già orgogliosamente in quei luoghi. Avverto, parlando con i tanti nella normale routine di ogni giorno, un senso di riscatto misto alla stanchezza suscitata dalla propaganda di un tal Matteo Salvini che non ha portato il paradiso in terra. Dovremmo quindi resettare e guardare la realtà diversamente, attraverso un’idea che sia dirompente.
Credo che siamo all’anno zero della politica per come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi. La Brexit, Donald Trump, il fenomeno Salvini, i gilet gialli sono delle spie che indicano il cortocircuito che i grandi nel mio partito non hanno compreso in tempo. Negli ultimi anni si è cercato di mettere una pezza a colori con il giovanilismo e l’imposizione di un capo assoluto, nel frattempo avevamo un popolo che stava andando via. In tanti a gridare: “Attenti che si sbatte”. E alla fine siamo andati a sbattere e abbiamo fatto mancare la politica, mangiando popcorn. Questo ha comportato la marginalità della prima forza di opposizione e la crisi di identità del Movimento, cui Salvini sta mangiando pezzi consistenti di elettorato. Non è un caso se la Lega, da Roma in giù, viaggia con cifre sorprendenti. Me ne rendo conto io stesso stando in mezzo alla gente senza un sondaggio alla mano. Insomma, un bel pasticcio: come se ne esce?
Lo sforzo per arrivare alla soluzione è titanico. Ma occorre provarci. Penso che lo sforzo e la battaglia di questo comitato possano essere quelli di scongelare i ponti verso i movimenti civici in giro per la città e per la regione che ancora sono vivi, e le tante esperienze locali positive. Bisognerebbe trovare una dimensione collettiva: penso all’acqua pubblica, ai beni comuni, ai tanti impegnati nelle battaglie contro quei meccanismi che tengono in ostaggio i nostri territori. Spesso sono voci sole e inascoltate. C’è voglia di riscatto tra la gente e di andare oltre Salvini: è l’onda dell’anno zero e qui al Sud sta poco a poco prendendo forza. In politica la rabbia non è a lunga conservazione, ne è prova la diminuzione drastica del numero di interazioni sulle pagine social di Salvini: il motore della propaganda si è inceppato. Per chi è a Napoli o in zone collegate, oggi invece con tanti altri ne approfittiamo per accendere il motore della politica.