È quanto emerge dalla Conference Global Consumer Confidence Suvery svolta in collaborazione con Nielsen su base trimestrale. L'aumento viene definito "fisiologico" nei periodi estivi e "tipico" dei periodi successivi all'insediamento di un nuovo governo. Restano stabili alcuni elementi di incertezza: per il 18% degli italiani la prima preoccupazione è il posto di lavoro, seguito dall'andamento dell'economia
Torna a crescere la fiducia dei consumatori italiani, dopo due trimestri consecutivi di flessione. Un risultato in controtendenza rispetto a quanto avviene il Germania e Francia e migliore di ogni altro Paese europeo, compresa la Spagna (+5 punti). Anche se, nonostante il +7, l’Italia resta a quota 69 ben al di sotto della media europea, stabile a quota 87.
È quanto emerge dalla Conference Global Consumer Confidence Suvery svolta in collaborazione con Nielsen su base trimestrale. In sostanza, spiega Roberto Pedretti, presidente di Nielsen per il Sud Europa, “la popolazione italiana ha aspettative positive sul prossimo futuro”. In particolare, stando all’indagine di Nielsen, “migliorano sia la percezione della propria situazione finanziaria, sia la propensione all’acquisto”.
L’aumento viene definito “fisiologico” nei periodi estivi e “tipico” dei periodi immediatamente successivi all’insediamento di un nuovo governo. Nel dettaglio, tra luglio e settembre, Nielsen registra un un incremento della propensione al consumo di +4 punti percentuali (arrivano quindi a 25% quanti ritengono sia il momento giusto per fare acquisti) e una salita rispetto al trimestre precedente della percentuale di chi è positivo riguardo lo stato delle proprie finanze (+5 punti, dal 27% al 32%), oltre a una diminuzione del numero di persone che ritiene che il Paese sia in recessione (78%, tre punti in meno).
Restano tuttavia stabili alcuni elementi di incertezza: per il 18% degli italiani la prima preoccupazione è ancora il posto di lavoro, in aumento di 2 punti rispetto al trimestre precedente, seguito dall’andamento dell’economia (12, in calo) e dalla salute (8, in crescita). Al quarto posto la criminalità e l’immigrazione, entrambe in crescita, seguite dall’aumento del costo delle utenze e del benessere dei figli.