La giovane insegnante sparì nel gennaio 2016 e venne ritrovata senza vita il 19 febbraio a Rivara. Insieme all'ex allievo della professoressa, condannato - con una pena leggermente ridotta - il complice Roberto Obert.Dietro l’omicidio, secondo l'accusa, c'era un raggiro da circa 190mila euro
La Corte d’assise d’appello di Torino ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per Gabriele Defilippi, il giovane, ex allievo, processato per l’omicidio dell’insegnante Gloria Rosboch, uccisa nel gennaio 2016 e il cui corpo senza vita fu poi ritrovato un mese dopo, il 19 febbraio, in una discarica a Rivara. Una pena che accoglie quanto chiesto dal sostituto procuratore Sabrina Noce. Per il complice, Roberto Obert, rispetto alla sentenza di primo grado (19 anni) c’è stata invece una riduzione di qualche mese.
Dietro l’omicidio c’era un raggiro. Gloria Rosboch, insegnante di 49 anni, fu circuita dal ventiduenne Gabriele, il suo ex allievo con una quindicina di profili su Facebook e una grande passione per i travestimenti. Il giovane la convinse a versargli 187mila euro in cambio della promessa di una nuova vita, magari in Costa Azzurra. Quando la donna – secondo le indagini – si rese conto che erano parole al vento, chiese la restituzione della somma e presentò una denuncia ai carabinieri. Il 13 gennaio 2016 scomparve. Fu ritrovata il 19 febbraio in una cisterna nelle campagne di Rivara, poco distante. Era stata strangolata.
Oltre a Defilippi e all’amico Roberto Obert, 54 anni, i carabinieri fermarono Caterina Abbattista, infermiera, la madre del ragazzo (la donna è stata giudicata in un processo separato e in primo grado è stata assolta). In aula, davanti al giudice, l’imputato confessò: “L’ho uccisa io”. Quanto al denaro, dopo una tormentata rogatoria internazionale la procura di Ivrea riuscì ad acquisire dai server dei grandi social network alcuni delle tracce lasciate da Defilippi sul web: è probabile che una parte dei soldi sia stata investita in bitcoin.
“Nel complesso siamo soddisfatti”, dichiara l’avvocato Stefano Caniglia, parte civile per i genitori della vittima. “I 30 anni di carcere – continua Caniglia – ci sembrano una pena adeguata. Leggiamo, in carcere, sta compiendo un suo percorso: è un suo diritto, ed è giusto. Ma sarebbe opportuno che non parlasse più di questa vicenda. Per rispetto”. “Io Defilippi – dichiara la madre dell’insegnante, Marisa Mores – non lo perdonerò mai, nostra figlia era l’unica cosa che avevamo e ce l’ha portata via”. “La condanna a trent’anni? Sono contenta – continua la madre – forse potevano toglierne qualcuno in più al complice, Obert. Defilippi ha fregato anche lui”.