Niente etichette o tasse più alte per parmigiano, prosciutto e olio di oliva. La risoluzione adottata dall’Assemblea generale Onu su salute globale e nutrizione non menziona, a differenza del primo testo presentato il 12 novembre scorso al Palazzo di Vetro, la necessità di utilizzare etichette a fronte pacco e applicare una maggiore tassazione per dissuadere dal consumo dei cosiddetti ‘cibi nocivi’ perché ad alto contenuto di zucchero, grassi e sale. Il testo approvato con 157 voti a favore, due no e un’astensione, invece, fa appello agli Stati Membri affinché promuovano “diete e stili di vita sani, inclusa attività fisica, attraverso azioni e politiche per porre in atto tutti gli impegni legati alla nutrizione compresi quelli assunti dai Capi di stato e Governo nei vertici sulle malattie non trasmissibili e dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Il primo a commentare è stato il ministro delle politiche Agricole, Gian Marco Centinaio: “Finalmente l’Onu è tornata sui suoi passi e ha dovuto ammettere che i nostri prodotti, le eccellenze del made in Italy, non sono dannose per la salute. Che l’enogastronomia italiana è sana e di qualità. Sui nostri alimenti non ci sarà nessun bollino nero”.
LA RISOLUZIONE ONU – Sette i Paesi (Francia, Brasile, Norvegia, Indonesia, Sudafrica, Thailandia e Senegal) che avevano presentato la proposta alla seconda commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nell’ambito dell’iniziativa Global Health and Foreign Policy. La risoluzione viene adottata ogni anno dal 2008, ma quest’anno l’Italia rischiava di uscirne con le ossa rotte. La prima proposta, infatti, eludendo l’accordo raggiunto con la Dichiarazione politica approvata in sede Onu lo scorso 27 settembre, cercava di far rientrare dalla finestra misure quali le etichette a semaforo, tasse e limiti alla pubblicità per prodotti considerati nocivi.
Lo stesso Parlamento italiano, unito nella battaglia, aveva chiesto al governo di contrastare questa proposta. Pericolo scampato. Nel testo approvato il 13 dicembre, invece, si sottolinea la necessità di “coerenti e consistenti politiche per affrontare il problema del sovrappeso e dell’obesità nel contrasto delle malattie non trasmissibili”. Primo passo: la ricerca scientifica per studiare i legami tra salute e nutrizione. E poi la promozione delle diete sane tradizionali alla luce dell’importanza del cibo come parte dell’eredità culturale. Il testo adottato “rispetta il nostro patrimonio culturale e gastronomico, riassumibile nella Dieta Mediterranea riconosciuta dall’Unesco”, ha osservato la Farnesina, assicurando che resta alta l’attenzione per assicurare la tutela dell’agroalimentare italiano sui mercati esteri. Un comparto fondamentale per l’economia nazionale, con oltre 132 miliardi di fatturato, 41 miliardi di esportazioni e una tendenza alla crescita.
LE REAZIONI – “La posizione italiana in materia – ha spiegato il ministro Centinaio – è e rimane quella di un’icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale”. “È stato anche un successo italiano”, ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, parlando dello “stretto raccordo tra Farnesina e rappresentanza diplomatica all’Onu con i Ministeri competenti per la salute, l’agricoltura, l’industria e il commercio estero”. “È stata sventata una pericolosa deriva internazionale per mettere sul banco degli imputati i principali prodotti del Made in Italy”, è stato il commento del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, “salvandone dalla gogna l’85 per cento”.
Lobby
Prosciutto e parmigiano sono salvi: l’Onu boccia tasse e bollini sui “cibi nocivi”
L'Assemblea generale ha approvato la risoluzione su salute e nutrizione: a differenza del primo testo presentato a Palazzo di Vetro, saltano etichette e maggiore tassazione sugli alimenti ad alto contenuto di zucchero, grassi e sale. Avrebbero affossato l'85% dei prodotti made in Italy
Niente etichette o tasse più alte per parmigiano, prosciutto e olio di oliva. La risoluzione adottata dall’Assemblea generale Onu su salute globale e nutrizione non menziona, a differenza del primo testo presentato il 12 novembre scorso al Palazzo di Vetro, la necessità di utilizzare etichette a fronte pacco e applicare una maggiore tassazione per dissuadere dal consumo dei cosiddetti ‘cibi nocivi’ perché ad alto contenuto di zucchero, grassi e sale. Il testo approvato con 157 voti a favore, due no e un’astensione, invece, fa appello agli Stati Membri affinché promuovano “diete e stili di vita sani, inclusa attività fisica, attraverso azioni e politiche per porre in atto tutti gli impegni legati alla nutrizione compresi quelli assunti dai Capi di stato e Governo nei vertici sulle malattie non trasmissibili e dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Il primo a commentare è stato il ministro delle politiche Agricole, Gian Marco Centinaio: “Finalmente l’Onu è tornata sui suoi passi e ha dovuto ammettere che i nostri prodotti, le eccellenze del made in Italy, non sono dannose per la salute. Che l’enogastronomia italiana è sana e di qualità. Sui nostri alimenti non ci sarà nessun bollino nero”.
LA RISOLUZIONE ONU – Sette i Paesi (Francia, Brasile, Norvegia, Indonesia, Sudafrica, Thailandia e Senegal) che avevano presentato la proposta alla seconda commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nell’ambito dell’iniziativa Global Health and Foreign Policy. La risoluzione viene adottata ogni anno dal 2008, ma quest’anno l’Italia rischiava di uscirne con le ossa rotte. La prima proposta, infatti, eludendo l’accordo raggiunto con la Dichiarazione politica approvata in sede Onu lo scorso 27 settembre, cercava di far rientrare dalla finestra misure quali le etichette a semaforo, tasse e limiti alla pubblicità per prodotti considerati nocivi.
Lo stesso Parlamento italiano, unito nella battaglia, aveva chiesto al governo di contrastare questa proposta. Pericolo scampato. Nel testo approvato il 13 dicembre, invece, si sottolinea la necessità di “coerenti e consistenti politiche per affrontare il problema del sovrappeso e dell’obesità nel contrasto delle malattie non trasmissibili”. Primo passo: la ricerca scientifica per studiare i legami tra salute e nutrizione. E poi la promozione delle diete sane tradizionali alla luce dell’importanza del cibo come parte dell’eredità culturale. Il testo adottato “rispetta il nostro patrimonio culturale e gastronomico, riassumibile nella Dieta Mediterranea riconosciuta dall’Unesco”, ha osservato la Farnesina, assicurando che resta alta l’attenzione per assicurare la tutela dell’agroalimentare italiano sui mercati esteri. Un comparto fondamentale per l’economia nazionale, con oltre 132 miliardi di fatturato, 41 miliardi di esportazioni e una tendenza alla crescita.
LE REAZIONI – “La posizione italiana in materia – ha spiegato il ministro Centinaio – è e rimane quella di un’icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale”. “È stato anche un successo italiano”, ha detto il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, parlando dello “stretto raccordo tra Farnesina e rappresentanza diplomatica all’Onu con i Ministeri competenti per la salute, l’agricoltura, l’industria e il commercio estero”. “È stata sventata una pericolosa deriva internazionale per mettere sul banco degli imputati i principali prodotti del Made in Italy”, è stato il commento del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, “salvandone dalla gogna l’85 per cento”.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".