Gli italiani pensano che negli ultimi due anni siano sbarcati in Italia quasi mezzo di milione di migranti. La realtà racconta che sono molti di meno, 140.516 persone. La stragrande maggioranza (oltre il 70%) pensa inoltre che vengano principalmente dall’Africa, mentre gli stranieri residenti in Italia sono per la maggior parte europei. Sono solo due esempi delle percezioni errate che gli italiani hanno sul tema della migrazioni. Visione distorte del fenomeno che l’Istituto Ixè ha analizzato in uno studio presentato in occasione dell’uscita del libro “Dall’Africa all’Europa: la sfida delle migrazioni”, primo numero dell’Annuario Europeo, una nuova iniziativa editoriale frutto della collaborazione tra il CeSPI e Donzelli editore.
Sbarchi – Solo il 25% degli intervistati da Ixè fornisce una stima corretta degli sbarchi in Italia tra 2017 e 2018. Mentre addirittura uno su cinque crede che i migranti arrivati nel nostro Paese siano circa un milione o di più.
Provenienza – Più in generale, per il 78% degli intervistati, i migranti arrivano principalmente dall’Africa. Solo una minima parte, l’8 per cento, fornisce una visione corretta. Infatti, stando ai dati Istat rielaborati da Ixè, sono europei più di due milioni di stranieri residenti in Italia. Più del doppio di africani e asiatici, entrambi poco sopra il milione. Guardando alla cittadinanza, i più presenti sono gli albanesi, seguiti da marocchini e cinesi.
Genere – Un altro cliché è il fatto che i migranti siano tutti maschi. Più del 60% degli intervistati si rispecchia nello stereotipo, credendo che le persone arrivate in Italia negli ultimi anni siano prevalentemente uomini. In realtà la quota di donne, dal 2012 al 2016, supera sempre il 40 per cento.
Scolarizzazione – Due su tre degli intervistati sono anche convinti che in generale gli stranieri abbiano un livello di istruzione più basso di quello medio italiano, o addirittura molto più basso (33%). I dati Istat invece dicono che gli stranieri diplomati superano quelli italiani (38 contro 36 per cento), mentre la proporzione si ribalta di poco se si guarda ai laureati (14 contro 11 per cento).
Da cosa scappano – Un’altra contraddizione riguarda invece i motivi delle migrazioni. Gli intervistati infatti sono convinti allo stesso modo (circa la metà) che chi arriva in Italia fugge da condizioni economiche pessime ma anche dalle guerre.
La cittadinanza – Infine quello che l’istituto Ixè definisce “la spia di un’ulteriore distorsione percettiva“: oltre la metà degli intervistati concederebbe la cittadinanza a chi “vive in Italia da almeno 5/10 anni“, a chi “è nato in Italia da genitori stranieri” (il 36%), a chi “ha un contratto di lavoro o un’attività lavorativa in proprio” (49%). Risposte che dimostrano come la maggioranza degli italiani tenda a credere che i migranti siano presenti nel nostro Paese da pochi anni.