Il primo cittadino è stato contestato da una quindicina di antagonisti al Corvetto che protestavano contro dei recenti sgomberi di case popolari e contro gli arresti di 9 attivisti accusati di gestire le occupazioni abusive. La risposta a margine del taglio del panettone record alla Galleria Vittorio Emanuele II: "Se non li avessi contro, vorrebbe dire che non faccio bene il mio mestiere"
“Te ne devi andare. Non sei niente, tornatene nella tua casa di lusso, ti fai vedere solo per tagliare il panettone. Sei un pezzo di m…”. E poi insulti e sputi. Così domenica il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è stato accolto da alcuni antagonisti al Corvetto, in piazza Angilberto, dove era andato per mangiare una fetta di panettone e fare gli auguri di Natale ai cittadini.
Le contestazioni sono arrivate da una quindicina di persone che protestavano contro dei recenti sgomberi di case popolari e contro gli arresti di 9 attivisti del Comitato di quartiere Giambellino-Lorenteggio, accusati di gestire le occupazioni abusive. Dopo oltre mezz’ora di urla e spintoni, il sindaco ha dovuto lasciare la piazza con l’auto di servizio. “Se non li avessi contro, vorrebbe dire che non faccio bene il mio mestiere“, ha poi commentato Sala, a margine del taglio del panettone da record nella Galleria Vittorio Emanuele II.
“Bisogna distinguere, ci sono centri sociali che meritano l’attenzione e che svolgono anche un lavoro importante in alcune zone – ha continuato – quelli erano quattro antagonisti che contestavano perché abbiamo fatto degli sgomberi di case che erano proprio in situazioni illegali”. Per le periferie però non c’è nessuna “bacchetta magica”, né una “ricetta che va bene per tutto”. “Abbiamo la volontà di andare avanti e noi insisteremo – ha concluso – perché il tema delle periferie ha accompagnato la città per lungo tempo e la soluzione non è immediata. Ma i miglioramenti li vedo e credo che questa sia la via giusta”.