Molti si affannano, soprattutto lavoratori autonomi, per versare entro fine anno soldi in un fondo pensione o in un pip (piano individuale previdenziale). Glielo consigliano in tanti. Sedicenti esperti di previdenza su giornali, televisioni o in Rete; e magari anche il loro commercialista: “Se fa un versamento nella previdenza integrativa entro dicembre, ridurrà l’Irpef per il 2018”. Affermazione formalmente vera, ma da completare con una precisazione: “Però, tutto considerato, correrà un alto rischio di darsi la zappa sui piedi”.
È vero infatti che uno si riduce l’imposta per l’anno in corso, portando in deduzione versamenti nella previdenza integrativa fino a circa 5.000 euro. Ma a fronte del risparmio immediato si intrappola in un meccanismo che mangerà soldi anno dopo anno. Addirittura per decenni, se è più o meno giovane.
Dati sull’onerosità dei prodotti in questione sono pubblicati dallo stesso organo di controllo (Covip), utilizzando per altro un metodo ad usum delphini, cioè l’indicatore sintetico dei costi (Isc). Ciononostante dall’ultima relazione Covip (vedi Tavola) essi risultano per i fondi pensione aperti mediamente dell’1,3% sui dieci anni, arrivando però anche al 2,8% annuo. Invece sui trentacinque anni in media dell’1,2 toccando il 2,4 per cento. Ancor peggio per i pip, cioè le polizze vita travestite da previdenza integrativa, inventate per fare partecipare al business anche le assicurazioni. Qui si arriva a costi percentuali del 4,1 e del 3,5. Ciò significa rimetterci in dieci anni il 34% e rispettivamente in 35 anni il 71% (sic).

Conclusione: uno può fare conto che nel corso degli anni verrà alleggerito di una somma maggiore del tanto agognato risparmio fiscale. Il quale, come un tempo per le polizze vita detraibili e ora per i piani individuali di risparmio (Pir), di regola se lo pappa l’industria parassitaria del risparmio gestito.
Il giochetto dell’elusione fiscale, perché questo è, mica una soluzione previdenziale, può forse funzionare avendo più di 60 anni e magari un reddito imponibile sopra i 75.000 euro. Ma anche in tali casi si può essere vittime di condizioni onerosissime, perché il venditore spinge il prodotto peggiore ovvero quello guadagna di più. Si può incappare in varie forme di malversazione, facili con prodotti privi di trasparenza. E si può essere spiazzati da una modifica legislativa, che imponga la rendita anziché l’incasso una tantum del capitale finale (cosiddetto montante).
A latere meriterebbe poi approfondire cosa sta dietro a certi consigli. Molti venditori porta a porta agganciano infatti consulenti fiscali, tributaristi, commercialisti ecc. per trasformarli in segnalatori. Cioè per indurli, opportunamente prezzolati, a mandargli potenziali polli da spennare. Diffidare quindi da quanto consigliato da professionisti competenti in tutt’altra materia. Avvertenza analoga vale fra l’altro nei riguardi di notai che indirizzano a società o promotori finanziari.
Beppe Scienza
Esperto di risparmio e previdenza
Economia & Lobby - 17 Dicembre 2018
Previdenza integrativa, pronta la trappola di fine anno
Molti si affannano, soprattutto lavoratori autonomi, per versare entro fine anno soldi in un fondo pensione o in un pip (piano individuale previdenziale). Glielo consigliano in tanti. Sedicenti esperti di previdenza su giornali, televisioni o in Rete; e magari anche il loro commercialista: “Se fa un versamento nella previdenza integrativa entro dicembre, ridurrà l’Irpef per il 2018”. Affermazione formalmente vera, ma da completare con una precisazione: “Però, tutto considerato, correrà un alto rischio di darsi la zappa sui piedi”.
È vero infatti che uno si riduce l’imposta per l’anno in corso, portando in deduzione versamenti nella previdenza integrativa fino a circa 5.000 euro. Ma a fronte del risparmio immediato si intrappola in un meccanismo che mangerà soldi anno dopo anno. Addirittura per decenni, se è più o meno giovane.
Dati sull’onerosità dei prodotti in questione sono pubblicati dallo stesso organo di controllo (Covip), utilizzando per altro un metodo ad usum delphini, cioè l’indicatore sintetico dei costi (Isc). Ciononostante dall’ultima relazione Covip (vedi Tavola) essi risultano per i fondi pensione aperti mediamente dell’1,3% sui dieci anni, arrivando però anche al 2,8% annuo. Invece sui trentacinque anni in media dell’1,2 toccando il 2,4 per cento. Ancor peggio per i pip, cioè le polizze vita travestite da previdenza integrativa, inventate per fare partecipare al business anche le assicurazioni. Qui si arriva a costi percentuali del 4,1 e del 3,5. Ciò significa rimetterci in dieci anni il 34% e rispettivamente in 35 anni il 71% (sic).
Conclusione: uno può fare conto che nel corso degli anni verrà alleggerito di una somma maggiore del tanto agognato risparmio fiscale. Il quale, come un tempo per le polizze vita detraibili e ora per i piani individuali di risparmio (Pir), di regola se lo pappa l’industria parassitaria del risparmio gestito.
Il giochetto dell’elusione fiscale, perché questo è, mica una soluzione previdenziale, può forse funzionare avendo più di 60 anni e magari un reddito imponibile sopra i 75.000 euro. Ma anche in tali casi si può essere vittime di condizioni onerosissime, perché il venditore spinge il prodotto peggiore ovvero quello guadagna di più. Si può incappare in varie forme di malversazione, facili con prodotti privi di trasparenza. E si può essere spiazzati da una modifica legislativa, che imponga la rendita anziché l’incasso una tantum del capitale finale (cosiddetto montante).
A latere meriterebbe poi approfondire cosa sta dietro a certi consigli. Molti venditori porta a porta agganciano infatti consulenti fiscali, tributaristi, commercialisti ecc. per trasformarli in segnalatori. Cioè per indurli, opportunamente prezzolati, a mandargli potenziali polli da spennare. Diffidare quindi da quanto consigliato da professionisti competenti in tutt’altra materia. Avvertenza analoga vale fra l’altro nei riguardi di notai che indirizzano a società o promotori finanziari.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Per i socialisti e democratici europei, il piano della UE per la difesa comune è un primo passo avanti che ne richiede molti altri. Di fronte a una crisi si risponde con il coraggio. Insieme". Lo scrive su Twitter la deputata del Pd Marianna Madia.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - La transizione energetica passa anche attraverso la semplicità dei pagamenti. Fortech, azienda attiva nelle soluzioni di automazione e pagamento per la mobilità, è presente a Key - The Energy Transition Expo per mostrare le sue soluzioni tecnologiche per rendere la ricarica elettrica più accessibile, efficiente e integrata.
Due sono le soluzioni presentate in fiera, per il pagamento e la gestione delle ricariche elettriche: Optcompact ed e-smartOpt. Optcompact è un terminale compatto, versatile ed efficiente, dotato di lettore di carte con chip, banda magnetica, Nfc e Qr code. Disponibile in tre configurazioni (Embedded, Wall Mount e Stand Alone). E-smartOpt è un terminale multifunzione, progettato per gestire contemporaneamente più punti di ricarica e parcheggi.
Con questi dispositivi, Fortech offre agli operatori un’infrastruttura di pagamento sicura, flessibile e adatta a qualsiasi contesto di ricarica, semplificando l’esperienza per gli utenti finali.
Oltre a innovare il pagamento, Fortech presenta in fiera una piattaforma all-in-one che permette agli operatori di gestire l’intera rete di ricarica da un’unica interfaccia. Fortech offre, poi, soluzioni avanzate per la fatturazione elettronica e la gestione dei corrispettivi telematici, garantendo agli operatori della ricarica elettrica massima trasparenza e conformità normativa.
“Il nostro obiettivo è semplificare la ricarica elettrica per utenti e operatori. La nostra tecnologia consente di gestire pagamenti e infrastrutture in modo intuitivo, senza barriere e con la massima efficienza. Ci definiamo Mobilty Makers e questo significa che vogliamo offrire strumenti concreti per accelerare la transizione alla mobilità sostenibile”, dichiara Luca Banci, Ev Charge Development Manager.