La Malesia alza il tiro contro Goldman Sachs. Le autorità di Kuala Lumpur hanno sporto denuncia penale contro la banca d’affari Goldman Sachs per le “false dichiarazioni” rilasciate in relazione alle vendite di obbligazioni del fondo strategico pubblico 1Malaysia Development Bhd (1MDB), finito al centro di inchieste per riciclaggio e corruzione in diversi Paesi travolgendo tra l’altro la Banca Svizzera italiana. Dal fondo sono spariti, a partire dal 2009, 4,5 miliardi di dollari, prelevati secondo gli inquirenti americani da persone vicine all’ex premier malese Najib Razak, fondatore di 1MDB. A luglio Razak è stato incriminato con tre capi di accusa tra cui la corruzione e arrestato in seguito a un trasferimento sospetto di 10,4 milioni di dollari nei propri conti bancari dalla SRC International, ex controllata del fondo.
Le autorità americane hanno messo nel mirino i rapporti tra Goldman Sachs e 1MDB due anni fa. La banda d’affari ha raccolto 6,5 miliardi di dollari per il fondo collocando suoi bond e ci ha guadagnato 600 milioni di dollari in commissioni. Il procuratore generale Tommy Thomas, secondo Bloomberg, ha spiegato che il governo della Malesia avanzerà la richiesta di risarcimenti per oltre 3 miliardi di dollari, inclusi i 600 milioni di dollari di onorari percepiti da Goldman. La Fed, la Sec e il Dipartimento dei Servizi Finanziari di New York hanno indagato su alcune pratiche della banca. Al centro delle indagini i rapporti con Jho Low, finanziere malese e braccio destro di Najib ritenuto il fulcro dello scandalo. Tim Leissner, ex presidente di Goldman Sachs per il sud est asiatico, ha avuto contatti per anni con Low, che la banca ha rifiutato come cliente privato sulla scia dei timori sulla fonte della sua personale ricchezza pur continuando ad avere legami con lui per 1MDB. Goldman Sachs ha sempre negato di aver fatto qualcosa di sbagliato, mettendo in evidenza che in nessuno modo poteva essere a conoscenza di una frode.
A novembre era emerso che nella vicenda è coinvolto anche un banchiere italiano di Goldman, Andrea Vella, ex co-responsabile dell’investment banking in Asia, che è stato sospeso. Sempre Bloomberg aveva riferito che Vella corrispondeva alla descrizione dell’uomo descritto dal dipartimento di Giustizia Usa come “Co-Conspirator #4”.
“La frode colpisce il cuore dei nostri mercati dei capitali”, ha detto Thomas in un comunicato aggiungendo che “se non si attiva un procedimento penale contro gli accusati, l’indebolimento del nostro sistema finanziario e l’integrità del mercato resteranno impuniti”. Goldman “si difenderà vigorosamente” contro le accuse, ha replicato in una mail il portavoce della banca Edward Naylor assicurando la piena volontà di collaborare con le autorità che indagano sul caso.
Secondo la banca “alcuni esponenti dell’ex governo malese e di 1MDB hanno mentito a Goldman Sachs, ai consulenti esterni e ad altre parti coinvolte in merito all’utilizzo dei proventi di queste operazioni. Inoltre, per ciascuna operazione, 1MDB – il cui ceo e Consiglio di Amministrazione riportavano direttamente al Primo Ministro dell’epoca – rassicurava per iscritto Goldman Sachs sull’assenza di intermediari. Nell’ambito del processo in Malesia, Goldman Sachs non ha avuto la possibilità di essere ascoltata prima che nei confronti del gruppo venissero mosse queste accuse, che intendiamo fermamente contestare. Tali accuse non influiscono sul business a livello globale”.
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Scandalo 1MDB, la Malesia denuncia Goldman Sachs per “false dichiarazioni” sulla vendita di obbligazioni del fondo
Il governo è pronto a chiedere risarcimenti per oltre 3 miliardi di dollari, inclusi i 600 milioni di onorari percepiti dalla banca d'affari per il collocamento dei bond. Dal fondo sono spariti, a partire dal 2009, 4,5 miliardi di dollari, prelevati secondo gli inquirenti americani da persone vicine all'ex premier malese Najib Razak
La Malesia alza il tiro contro Goldman Sachs. Le autorità di Kuala Lumpur hanno sporto denuncia penale contro la banca d’affari Goldman Sachs per le “false dichiarazioni” rilasciate in relazione alle vendite di obbligazioni del fondo strategico pubblico 1Malaysia Development Bhd (1MDB), finito al centro di inchieste per riciclaggio e corruzione in diversi Paesi travolgendo tra l’altro la Banca Svizzera italiana. Dal fondo sono spariti, a partire dal 2009, 4,5 miliardi di dollari, prelevati secondo gli inquirenti americani da persone vicine all’ex premier malese Najib Razak, fondatore di 1MDB. A luglio Razak è stato incriminato con tre capi di accusa tra cui la corruzione e arrestato in seguito a un trasferimento sospetto di 10,4 milioni di dollari nei propri conti bancari dalla SRC International, ex controllata del fondo.
Le autorità americane hanno messo nel mirino i rapporti tra Goldman Sachs e 1MDB due anni fa. La banda d’affari ha raccolto 6,5 miliardi di dollari per il fondo collocando suoi bond e ci ha guadagnato 600 milioni di dollari in commissioni. Il procuratore generale Tommy Thomas, secondo Bloomberg, ha spiegato che il governo della Malesia avanzerà la richiesta di risarcimenti per oltre 3 miliardi di dollari, inclusi i 600 milioni di dollari di onorari percepiti da Goldman. La Fed, la Sec e il Dipartimento dei Servizi Finanziari di New York hanno indagato su alcune pratiche della banca. Al centro delle indagini i rapporti con Jho Low, finanziere malese e braccio destro di Najib ritenuto il fulcro dello scandalo. Tim Leissner, ex presidente di Goldman Sachs per il sud est asiatico, ha avuto contatti per anni con Low, che la banca ha rifiutato come cliente privato sulla scia dei timori sulla fonte della sua personale ricchezza pur continuando ad avere legami con lui per 1MDB. Goldman Sachs ha sempre negato di aver fatto qualcosa di sbagliato, mettendo in evidenza che in nessuno modo poteva essere a conoscenza di una frode.
A novembre era emerso che nella vicenda è coinvolto anche un banchiere italiano di Goldman, Andrea Vella, ex co-responsabile dell’investment banking in Asia, che è stato sospeso. Sempre Bloomberg aveva riferito che Vella corrispondeva alla descrizione dell’uomo descritto dal dipartimento di Giustizia Usa come “Co-Conspirator #4”.
“La frode colpisce il cuore dei nostri mercati dei capitali”, ha detto Thomas in un comunicato aggiungendo che “se non si attiva un procedimento penale contro gli accusati, l’indebolimento del nostro sistema finanziario e l’integrità del mercato resteranno impuniti”. Goldman “si difenderà vigorosamente” contro le accuse, ha replicato in una mail il portavoce della banca Edward Naylor assicurando la piena volontà di collaborare con le autorità che indagano sul caso.
Secondo la banca “alcuni esponenti dell’ex governo malese e di 1MDB hanno mentito a Goldman Sachs, ai consulenti esterni e ad altre parti coinvolte in merito all’utilizzo dei proventi di queste operazioni. Inoltre, per ciascuna operazione, 1MDB – il cui ceo e Consiglio di Amministrazione riportavano direttamente al Primo Ministro dell’epoca – rassicurava per iscritto Goldman Sachs sull’assenza di intermediari. Nell’ambito del processo in Malesia, Goldman Sachs non ha avuto la possibilità di essere ascoltata prima che nei confronti del gruppo venissero mosse queste accuse, che intendiamo fermamente contestare. Tali accuse non influiscono sul business a livello globale”.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.