“È una legge pericolosissima, e mette ogni cittadino italiano nelle mani di qualunque pm”. A poche ore dall’approvazione della legge Anticorruzione Silvio Berlusconi, imputato per corruzione in atti giudiziari per il processo Ruby, prescritto dal reato di corruzione impropria nel processo sulla compravendita dei senatori, condannato in sede civile a risarcire De Benedetti per il caso del Lodo Mondadori, condivide il suo disgusto per la spazzacorrotti. Nella serata dedicata agli auguri di Natale per i senatori di Forza Italia, avrebbe spiegato secondo quanto riporta l’Adnkronos, che basta la dichiarazione di un pentito, una semplice prova o indizio a farti rischiare la galera e il sequestro del proprio patrimonio. Nessuna dichiarazione ufficiale, ma era prevedibile che il commento dell’ex premier, condannato in via definitiva per frode fiscale, fosse quantomeno negativo.
“Tutte le cose che i signori Cinque Stelle hanno fatto e gli annunci che continuano a fare, vanno a toccare i nostri diritti di libertà. Il paese versa in una situazione delicata e pericolosa. Non soltanto dal punto di vista economico. Andremo sicuramente in recessione. Loro non sanno cosa sia la vera democrazia. È una legge pericolosissima, e mette ogni cittadino italiano nelle mani di qualunque pm” il discorso ai senatori. La sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, ma solo dal 2020, ma da subito invece entrerà in vigore il cosiddetto daspo per i corrotti e l’uso dell’agente infiltrato per indagare sui reati contro la pubblica amministrazione. E poi i “pentiti delle mazzette”e i nuovi obblighi più stringenti di rendicontazione per partiti, movimenti politici e fondazioni e associazioni a essi collegate.
Durante il brindisi Berlusconi quindi avrebbe lanciato l’operazione “scoiattolo” ovvero avvicinare gli scontenti e i delusi del Movimento 5 Stelle, ascoltare quali sono i problemi riscontrati con il capo politico Luigi Di Maio e preparare il terreno quando il Governo giallo-verde finirà la sua corsa. L’ex Cavaliere, riabilitato e pronto a candidarsi alle prossime elezioni europee, è convinto che la durata dell’esecutivo sia limitata – metà gennaio la sua previsione – e quindi in caso di una nuova maggioranza di centrodestra gli scontenti pentastellati potranno chissà essere a disposizione. Già in passato il leader di Forza Italia – messo all’opposizione dopo le elezioni – aveva lanciato un assalto simile, chiamandolo operazione Libertà.
Un nome dato come aveva raccontato il senatore Sergio De Gregorio durante il processo a Napoli per scardinare il governo di centrosinistra: “Una strategia di guerriglia urbana per sabotare e destabilizzare il governo, una guerra senza esclusione di colpi, una sorta di battaglia navale dove ogni giorno si discuteva chi doveva parlare e avvicinare i senatori da provare a convincere”. Qualcuno lo fu e il governo Prodi nel maggio del 2008 cadde. “Ognuno di voi cerchi di avvicinare un grillino scontento, ascoltate il loro malessere” si sarebbe raccomandato l’ex Cavaliere, convinto che in caso di crisi del governo gialloverde una nuova maggioranza di centrodestra sarebbe possibile grazie anche al contributo determinante dei pentastellati insofferenti. Uno è già arrivato nei giorni era già arrivato, il deputato Matteo Dall’Osso deluso dalla politiche sulla disabilità.Dieci giorni fa – il fondatore del MoVimento 5 stelle – all’addio polemico aveva risposto però così: “Offro il doppio di Berlusconi”.