Il decreto fiscale è diventato legge. Dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sono entrate in vigore il 19 dicembre la rottamazione ter, lo stralcio delle mini cartelle fino a mille euro e la fatturazione elettronica. Ma anche l’imposta sul denaro inviato via money transfer oltre i confini dell’Unione, la proroga del bonus bebé, la sanatoria sulle compravendite di ex-case popolari e la stretta sugli evasori dell’Rc auto. Intanto un decreto del ministero del Tesoro, datato 12 dicembre, ha aumentato il tasso di interesse legale che dovrà pagare chi versa le tasse in ritardo: dal prossimo anno il saggio passa dallo 0,3 allo 0,8 per cento. Di conseguenza pagheranno di più i contribuenti che hanno sforato la scadenza dell’Imu sulla seconda casa dello scorso 17 dicembre. Ma anche i ritardatari della pace fiscale, della definizione agevolata dei processi verbali di constatazione, della definizione degli atti del procedimento di accertamento e della chiusura delle liti pendenti. E naturalmente anche il contribuente dovrà versare qualcosa in più anche per eventuali piccoli sforamenti nel pagamento delle rate della rottamazione ter. Ma ecco le principali novità del decreto fiscale.
Rottamazione ter con tempi lunghi – I contribuenti che hanno aderito alle due precedenti edizioni e sono in regola con i pagamenti e tutti coloro che vorranno aderire alla terza versione della definizione agevolata potranno pagare il dovuto in un’unica soluzione entro il 31 luglio. In alternativa l’importo da versare potrà essere dilazionato fino a 18 rate, otto in più rispetto al tetto massimo della precedente versione. I primi due pagamenti saranno pari al 10% del totale dovuto e dovranno essere effettuati rispettivamente entro il 31 luglio e il 30 novembre 2019. Le restanti rate, di pari importo, scatteranno nel 2020 e avranno come scadenze il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ogni anno. Più flessibilità sui tempi di pagamento: ci sarà un margine di tolleranza di cinque giorni. Il provvedimento prevede inoltre una novità per le imprese: la richiesta di accesso alla rottamazione ter non impedisce all’azienda di ottenere il Documento unico di regolarità contributiva. Fermo restando il rispetto di tutti gli altri parametri. Le imprese potranno rivolgersi alle Entrate anche per conoscere il trattamento fiscale su un dato piano di investimenti da almeno 20 milioni.
Via libera alla definizione agevolata su liti tributarie – Il decreto fiscale stabilisce che i contenziosi possano essere archiviati con il pagamento di un importo pari al valore del dovuto. Ma inserisce una serie di agevolazioni nel caso di ricorso pendente. Se in primo grado, la controversia può essere chiusa con il pagamento del 90% del suo valore. Il costo scende se le entrate sono soccombenti fino al 40% del valore in primo grado e al 15% in secondo grado. Le controversie pendenti davanti alla Cassazione possono essere concluse pagando un importo fino al 5% del valore.
Addio dichiarazione integrativa, restano definizione agevolata per processi verbali e stralcio minicartelle fino a mille euro – Saltata la possibilità di presentare una dichiarazione integrativa speciale pagando solo il 20% sulle cifre nascoste al fisco fino a un massimo di 100mila euro, resta la possibilità di regolarizzare le irregolarità formali “che non rilevano sulla determinazione della base imponibile” commesse fino al 24 ottobre 2018. Si potrà farlo pagando 200 euro per ogni periodo d’imposta. Due le tranche, di pari importo, previste dal legislatore: il 31 maggio 2019 e il 2 marzo 2020. Questa misura non potrà però essere utilizzata per contestazioni nell’ambito di voluntary disclosure (il rientro di capitali dall’estero, ndr) o emersione attività finanziarie o patrimoniali detenute fuori dai confini nazionali come, invece era previsto nella prima versione del decreto. Inoltre per le irregolarità commesse fino al 31 dicembre 2015, il provvedimento prevede una proroga di due anni dei termini di prescrizione ordinaria quinquennale. Novità anche per la definizione agevolata dei processi verbali di constatazione su termini e le rate dovute per la regolarizzazione: le rate successive alla prima, in particolare, devono essere versate entro l’ultimo giorno di ogni trimestre. Sull’importo, inoltre, sono dovuti gli interessi legali che vanno calcolati dal giorno successivo al termine del versamento della prima rata. Passa anche lo stralcio delle minicartelle fino a mille euro affidate alla riscossione fino al 2010.
Parte la fatturazione elettronica – Con qualche eccezione: fra gli esonerati per il 2019 ci sono infatti le associazioni sportive dilettantistiche che applicano il regime forfettario (legge 398/1991) e che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito dall’esercizio di attività commerciali proventi per un importo non superiore a 65mila euro. Per il prossimo anno restano fuori anche medici, farmacisti, veterinari, oltre a tutti i soggetti che inviano al Sistema tessera sanitaria i dati per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata. Inoltre, le deroghe previste all’obbligo di fatturazione elettronica (niente sanzioni per il primo semestre 2019 e, a seconda dei casi, riduzione dell’80%) si applicano fino al 30 settembre 2019 per i contribuenti che effettuano la liquidazione periodica dell’Iva con cadenza mensile.
Nuovi controlli per i contribuenti – I dati contenuti nell’archivio dei rapporti finanziari, che contengono informazioni sui saldi e sulle disponibilità esistenti in conto corrente, dovranno essere conservati per dieci anni. Potranno accedervi la Guardia di Finanza, in coordinamento con l’Agenzia delle Entrate, anche senza un provvedimento della magistratura. Tutto questo “ai fini delle valutazioni di impatto e della quantificazione e del monitoraggio dell’evasione” come si legge nella legge 136 del 17 dicembre 2018 che ha convertito in legge il testo del decreto fiscale.
Rinnovato il bonus bebé – Il governo ha aumentato l’assegno del 20% per ogni figlio successivo al primo. L’assegno sarà concesso solo per il primo anno di vita o di ingresso del bambino in famiglia dopo l’adozione, così come avvenuto nel 2018. Ma a patto di avere un reddito Isee compreso fra i 7mila e i 25mila euro per l’assegno da 960 euro. Se l’Isee è invece inferiore a 7mila euro, allora la cifra salirà a 1920 euro, cioè 160 euro su dodici mensilità. Per questa misura il governo ha stanziato 204 milioni nel 2019 e altri 240 per il 2020. Sarà l’Inps ad erogare l’assegno.
Estesa la Cigs alle aziende sotto i 100 dipendenti – La Cigs per le crisi aziendali è aperta anche alle imprese sotto i 100 dipendenti. La misura potrà essere rinnovata e concessa fino a dicembre 2019. Mobilità in deroga rinnovata per i lavoratori di Termini Imerese e Genova che già beneficiavano di misure a sostegno del reddito.
Arriva la lotteria per i progetti filantropici – D’ora in poi gli enti del Terzo settore possono effettuare lotterie finalizzate a sollecitare donazioni di importo non inferiore a 500 , anche mediante l’intervento degli intermediari finanziari che gestiscono il patrimonio dei soggetti partecipanti. “Il ricavato derivante dalle lotterie filantropiche è destinato ad alimentare i fondi dei citati enti per la realizzazione di progetti sociali” precisa la norma.
Al Ministero del Lavoro nasce il tavolo contro il caporalato – Resterà operativo per tre anni (rinnovabili) e avrà il compito di vigilare sul lavoro. Ne faranno parte oltre al Ministero dell’interno, di giustizia, delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, delle infrastrutture e dei trasporti, anche l’Anpal, l’Ispettorato nazionale del lavoro, l’Inps, il Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, il Corpo della guardia di finanza, le regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).
Scatta la tassa sui money transfer. Giù l’imposta sul fumo elettronico – Con il nuovo anno si pagherà un’imposta sul denaro inviato da money transfer verso Paesi che non fanno parte dell’Unione Europea. L’imposta su cifre a partire da dieci euro sarà pari all’1,5% del valore di ogni singola operazione effettuata. Sono escluse le transazioni commerciali. Grazie agli introiti attesi da questa misura, il governo intende controbilanciare il minor peso della tassa sul fumo elettronico: l’imposta sui liquidi con nicotina passa infatti dal 50% al 10%, per quelli senza nicotina dal 50% al 5%. Viene ridotta dal 50% al 25% anche la misura per il calcolo dell’accisa sui tabacchi da inalazione senza combustione. Il testo stabilisce infine la possibilità di vendere online ma solo in Italia e solo per soggetti già autorizzati.
Sanzioni più severe per chi circola in auto senza assicurazione – Viene raddoppiata la multa per chi guida senza assicurazione RC auto. Si rischia inoltre la sospensione della patente da 1 a 2 mesi e il sequestro del veicolo per 45 giorni.
Regolarizzata la compravendita delle vendite delle ex case popolari – Il venditore non dovrà più restituire la plusvalenza realizzata dalla cessione di una ex casa popolare a prezzi di mercato. La questione solo a Roma riguarda oltre 200mila immobili i cui ex proprietari, a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione, si sono visti richiedere la restituzione delle somme incassate oltre il prezzo calmierato. Per eliminare ogni vincolo bisognerà però pagare una sanatoria.
Più competenze richieste per i commissari regionali alla sanità – “Il commissario ad acta deve possedere qualificate e comprovate professionalità nonché specifica esperienza di gestione sanitaria ovvero aver ricoperto incarichi di amministrazione o direzione di strutture, pubbliche o private, aventi attinenza con quella sanitaria ovvero di particolare complessità, anche sotto il profilo della prevenzione della corruzione e della tutela della legalità” si legge nella legge. Torna l’incompatibilità fra il ruolo commissariale e ogni altro incarico ricoperto nella stessa Regione.
Via libera agli incentivi per la rete unica di telecomunicazioni in fibra – La legge affida all’autorità di vigilanza Agcom l’incarico di definire i meccanismi di remunerazione del capitale investito nello sviluppo della nuova infrastruttura “tenendo conto anche del costo storico degli investimenti effettuati in relazione alle reti di accesso trasferite, della forza lavoro dei soggetti giuridici coinvolti e delle migliori pratiche regolatorie europee e nazionali adottate in altri servizi e industrie a rete” come si legge nel testo che punta a favorire l’integrazione fra la rete di Tim e quella di Open Fiber, controllata dall’Enel e dalla Cassa Depositi e Prestiti.