“E’ una sua scelta, ma onestamente io consiglierei a Berlusconi di non candidarsi alle Europee”. Mentre Silvio Berlusconi prepara il suo ritorno come candidato e lancia “l’operazione scoiattolo” per conquistare i parlamentari M5s, nel caos Forza Italia interviene il presidente della Liguria Giovanni Toti. E addirittura arriva a dire che sarebbe meglio che l’ex Cavaliere non si presentasse alle elezioni per Bruxelles. “Il presidente in passato ha fatto tante battaglie, con grande successo e onore, ma credo che oggi Fi non sia nelle condizioni ottimali per questa corsa”, ha detto all’agenzia Adnkronos l’esponente azzurro già considerato molto vicino alla Lega. Lo stesso Berlusconi nei giorni scorsi, intervenendo alla presentazione del libro di Bruno Vespa, aveva rivelato che sta valutando l’ipotesi di correre alle prossime Europee.
Il presidente della Liguria però è andato oltre: non solo ha bocciato le intenzioni del suo leader, ma anche l’idea di partire alla conquista dei parlamentari M5s per favorire una crisi dentro il governo prendendo spunto dal caso di Matteo Dall’Osso (ex M5s da poco entrato nel gruppo Fi alla Camera). Proprio l’ex Cavaliere, parlando ai parlamentari per il saluto prima di Natale l’aveva chiamata operazione scoiattolo. “Gli scoiattoli”, ha continuato Toti, “li lascerei al campo della zoologia, ai documentari sulla natura e non al Parlamento…”. Quindi Toti non crede alla possibilità di una nascita di un governo di responsabili del centrodestra in caso di crisi del governo Conte? “Non so se è possibile, io lo riterrei molto inutile, forse addirittura dannoso. Ritengo che sia il centrodestra che il centrosinistra debbano compiere un percorso di maturazione per tornare la governo. L’opinione pubblica non vedrebbe di buon occhio l’ennesimo tentativo di trasformismo parlamentare dopo un governo come quello gialloverde fatto con la colla. Oggi vedere un ulteriore ribaltone con un pezzo di partito che si spacca e una serie di novelli responsabili, non è esattamente quello che la gente vuole”.
Toti, non a caso, ha rilanciato lo schema dell’alleanza con il Carroccio e della necessità di portare avanti un progetto di centrodestra a due gambe, che secondo lui dovrebbe restare il punto centrale nonostante la Lega ora sia al governo con i 5 stelle. Anche con il Carroccio al 30 per cento secondo gli ultimi sondaggi “c’è sicuramente spazio per un’altra formazione di centrodestra. Innanzitutto, bisogna vedere quanto il 30 per cento sia dovuto a un reale voto degli italiani e quanto, invece, all’astensione per l’assenza appunto di un’altra forza politica. Oggi la Lega di Salvini rappresenta ottimamente le aspettative sovraniste di destra, di una destra popolare e populista se vogliamo, che per me non è un brutto termine. Quindi, c’è bisogno certamente di una seconda gamba del centrodestra”.
Quindi Toti ha parlato dei rapporti con Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni, anche loro parte della coalizione di centrodestra da cui vorrebbe ripartire. Fratelli d’Italia, secondo lui, non può ridursi a “doppione” della Lega e deve cambiare il messaggio culturale improntato a un nazionalismo esasperato. “Credo”, ha continuato, “che la posizione di oggi di Fdi sia molto simile a quella di Salvini, mentre penso che il partito della Meloni debba essere un pezzo di uno schieramento molto più ampio, che però sappia cucire e rappresentare nuove culture oggi non rappresentate nemmeno dagli ultimi ingressi nuovi. Va rappresentata la cultura cattolica, liberale e riformista e anche a quella socialista”. E ha chiuso: “Bisogna, però che cambi culturalmente il messaggio che parte dalle fila di Fdi. Questo nazionalismo esasperato, il ritorno allo statalismo, una certa visione dello Stato etico che indirizza il cittadino alla leva obbligatoria, sono molto lontani dalla mia visione politica”. E questo per un motivo, ha detto Toti: “Mi sembra che ci sia un sovraffollamento di sovranisti e un’assenza di normalità, cioè l’assenza di un partito conservatore che dovrebbe esserci anche in Italia”, come fu Fi nel ’94 . “Salvini occupa la destra dello schieramento molto bene, restano, però, totalmente senza risposte le richieste di crescita e modernizzazione, sburocratizzazione del Paese, insomma quelle richieste che sono da sempre del mondo produttivo del Paese”.