Addio al Totocalcio, viva il Totocalcio: più che cancellarlo, il governo vuole rilanciarlo. Anche se questo vorrà dire cambiarne sicuramente le tipologie di giocate, abbandonando la vecchia schedina, magari anche il nome. Quella del sottosegretario Giancarlo Giorgetti è a metà fra l’ “operazione nostalgia” e la rivoluzione: ma con un montepremi più alto e il coinvolgimento diretto degli sportivi la scommessa potrebbe anche essere vincente. L’uomo forte della Lega, che ha in mano la delega allo sport, è partito da una constatazione: “Il Totocalcio è in crisi irreversibile da anni, così com’è non ha più senso di esistere. O troviamo un’altra forma oppure può anche chiudere”. Oggi, infatti, non è più il gioco più amato dagli italiani: basti pensare che la raccolta dai 275 milioni di euro del 2006 ai miseri 17 totalizzati nel 2017. Ecco il perché della rivoluzione, inserita nella legge di bilancio.
Tante le novità in cantiere, solo abbozzate dal testo dell’emendamento. La principale sarà l’aumento del montepremi, visto che proprio le scarse probabilità di vincita legate all’alta difficoltà della giocata sono alla base del declino: l’ultimo concorso (quello di domenica scorsa) ha visto 714 vincite da 407 euro ciascuno, “spiccioli” che non interessano più quasi a nessuno. In futuro il cosiddetto “pay out” sarà molto più alto: sia perché il montepremi passerà dal 50 al 75% della raccolta, sia perché cambierà anche la formula di gioco. Niente più 12, 13 e 14, Totogol e quant’altro: ci sarà un “unico nuovo prodotto di gioco”, più divertente (si spera) e sicuramente più appetibile. Il testo aggiunge che la “riforma” può passare “attraverso la sospensione o chiusura definitiva” di specifici concorsi, di qui l’allarme sulla possibile “abolizione”: più facile però che ciò riguardi il Totogol del Totocalcio, ad esempio. Di sicuro la schedina come la conoscevamo in passato non esisterà più. Ma d’altra parte era già cambiata da un pezzo, e non se n’era accorto nessuno.
Dalla prossima stagione calcistica cambierà tutto, a partire proprio dal gestore: non più l’Agenzia delle dogane e dei Monopoli (che mantiene ovviamente la competenza), ma attraverso un apposito contratto di servizio la nuova Sport e salute spa, società governativa che nei piani della maggioranza gialloverde strapperà al Coni il controllo del sistema sportivo italiano. Il coinvolgimento del mondo dello sport è uno dei cardini della riforma: per finanziare il rilancio il governo stanzia infatti 2 milioni di euro l’anno, tolti proprio ai fondi della Sport e salute; in cambio, la società incasserà l’11% delle entrate. Il saldo sarà sostanzialmente in pari se la raccolta dovesse rimanere stabile, negativo in caso di ulteriori perdite ma anche positivo se invece il rilancio andasse a buon fine: ecco perché la Sport e salute sarà particolarmente motivata in quest’operazione. Il governo immagina campagne promozionali con testimonial d’eccezione e iniziative sociali per ricostruire vecchio legame dei tifosi col Totocalcio. È la scommessa di Giorgetti.