Da 200mila a 150mila euro. Questo è il frutto della mediazione interna al governo sulla soglia per l’affidamento diretto degli appalti pubblici. Nel vertice di domenica, su proposta della Lega, si era ipotizzata una soglia fino a 200mila euro, ma poi il M5s ha frenato e la misura è stata limitata al 2019. Quindi per il prossimo anno, “nelle more di una complessiva revisione del codice degli appalti“, per la Pubblica amministrazione sarà possibile affidare lavori senza gara non più sotto i 40mila ma sotto i 150mila euro. Tra i 150mila e i 350mila euro, sarà invece possibile procedere “previa consultazione di tre o più operatori economici”. Questo è quanto prevede l’emendamento alla manovra messo a punto dalle due parti.
Con la misura il governo promette di sbloccare lavori nei comuni per 6-7 miliardi l’anno. L’innalzamento della soglia favorisce infatti gli investimenti, ma rischia di moltiplicare anche le inchieste giudiziare. La volontà di alzare la soglia di cinque volte in un colpo era frutto della linea leghista sul tema, ma il M5s, che pure può ritenere di ovviare al problema della legalità con la nuova legge “spazza corrotti”, ha frenato. “Si sta cercando un punto di equilibrio per far in modo che vengano rispettate le regole, ma che se un sindaco deve fare qualcosa che lo possa fare con tempi celeri. Potrebbe cambiare la soglia”, aveva detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ospite ad Agorà. Così è accaduto, con l’abbassamento della nuova soglia di 50mila euro, ma comunque rimasta quasi quattro volte più alta rispetto a quella attuale.