Il presidente della Repubblica, parlando davanti alle alte cariche dello Stato, ha ribadito la centralità del pluralismo dell'informazione e sottolineato che l'Europa è un "moltiplicatore nella nostra influenza internazionale" e l’Italia "deve svolgere al suo interno un ruolo da protagonista"
Il governo Movimento 5 Stelle–Lega è nato “dopo un difficile confronto” e questa “legislatura ha preso le mosse sulla base di un accordo tra le due forze politiche disponibili a dar vita all’unica maggioranza parlamentare che si era rivelata possibile”. Il presidente Sergio Mattarella, durante il tradizionale scambio di auguri al Quirinale con le alte cariche dello Stato, ha parlato della nascita dell’esecutivo, indispensabile per “non rendere vano il voto espresso dai cittadini”. E ha espresso un augurio affinché tutte le cariche istituzionali “possano adempiere al proprio mandato secondo quel che richiede la Costituzione a chi svolge pubbliche funzioni, accompagnando l’adempimento dei propri compiti con il rispetto dei limiti del potere che la nostra Carta indica a chi è chiamato a esercitarlo”.
Nel giorno in cui il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha annunciato che per l’Italia non ci sarà nessuna procedura di infrazione, Mattarella ha parlato dei negoziati con Bruxelles sul deficit della manovra, che dal 2,4 proposto inizialmente è passato al 2,04. “Ho valutato molto positivamente la scelta del governo di avviare un dialogo costruttivo con la commissione europea – che ha agito con spirito collaborativo – sulla manovra di bilancio per giungere a soluzioni condivise, raggiunte in questi giorni”. Poi ha sottolineato che il fatto che in Italia non venga “posta realmente in dubbio in maniera significativa la scelta europea ma questo non è sufficiente. L’Italia è un Paese fondatore dell’Ue e deve svolgere al suo interno un ruolo da protagonista. Vi è una tendenza diffusa in tutta l’Ue, a osservarla come se si trattasse di un soggetto estraneo. L’Europa non è un “vincolo esterno” ma piuttosto un moltiplicatore nella nostra influenza internazionale e della nostra capacità di espansione economica e commerciale”.
Ricorda che “l’affermazione a livello internazionale dei valori e dei diritti alla base dell’Unione Europea, ampiamente coincidenti con quelli delle Costituzioni nazionali, non appare affatto scontata” e sottolinea come “pur tra evidenti difficoltà va evitato il rischio di un cortocircuito tra l’urgenza di fornire risposte veloci, sollecitate dal disorientamento e dall’emotività, e la necessità di tempi più lunghi necessari alla definizione di soluzioni, efficaci, durature e sostenibili”. L’Europa “di cui si parla troppo poco” per Mattarella “è quella radicata nelle attese dei nostri giovani. Non è un caso se gli ultimi dati di Eurobarometro dicono che è forte il sentimento europeista nel Paesi dell’Unione. Anche in Italia questo sentimento è solido. Risulta anzi essersi rafforzato. E questo al di là di ogni possibile critica, talvolta fondata”.
Ribadisce, come aveva già fatto in passato, anche la necessità del “pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell’informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione, da salvaguardare perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello stato democratico”. Pluralismo che è centrale “nell’assetto dell’ordine istituzionale che presenta organi con diverse fonti di legittimazione e che svolgono funzioni differenti in modo autonomo e indipendente”. Infine, guardando al rallentamento dell’economia, evidenzia che “il lavoro resta, come sempre, la priorità dell’impegno pubblico. Il tasso di occupazione è inferiore alla media europea e particolarmente penalizzati sono il lavoro femminile e quello dei giovani. Vi sono rischi di marginalità per diverse componenti sociali e territoriali”.