Potrà piacere o meno. Potrà interessare o no, ma il Partito democratico è l’unico che per decidere il proprio segretario consulta e fa votare i propri elettori. Avrà altri mille difetti, ma il Partito democratico per scegliere i propri dirigenti ha sempre usato le primarie. Di certo il Partito democratico non è in mano a una società privata, come accade ad esempio nel Movimento 5stelle con la Casaleggio associati. E di certo il segretario non è a vita come in Forza Italia. Insomma, ecco i fatti. Da questo importante elemento, però, il Partito democratico nell’ultimo periodo non ha preso forza e unione, ma ha vissuto un perenne conflitto interno contro il proprio segretario. Spettacolo indecoroso e non certo utile al Paese.
Ora il congresso Pd arriva in un momento politico-sociale molto delicato e preoccupante. Il governo giallo-verde sta dimostrando tutta la propria incompetenza, arroganza, inconcludenza e demagogia. I 5stelle per stare al potere hanno praticamente dato vita a un governo di estrema destra con politiche e atteggiamenti non degni di un Paese civile. Matteo Salvini ha ingoiato i 5stelle e il vecchio Movimento praticamente non esiste più. Per questi motivi il congresso del Partito democratico deve guardare soprattutto all’esterno e non solo al proprio ombelico. I candidati a segretario sono sei e tramite il preventivo passaggio nei circoli diventeranno la metà quelli che il 3 marzo prossimo si affronteranno alle primarie aperte.
Diciamolo subito. Io sosterrò Roberto Giachetti e Anna Ascani. I motivi sono tanti e precisi. Il primo dei tanti è semplice. Nessun accordo o alleanza può essere immaginata in questo momento storico con i 5stelle. Il Movimento 5stelle non solo si è dimostrato ipocrita e incompetente, ma ha sdoganato le politiche di estrema destra di Salvini. Questo punto è quello che Giachetti e Ascani hanno detto subito con forza e in modo netto. Al contrario di Nicola Zingaretti, Francesco Boccia e Maurizio Martina che hanno in diverse fasi aperto ai grillini. Per questo motivo appaiono molto incoerenti le posizioni personali di alcuni parlamentari o ex ministri del governo Renzi.
La candidatura di Giachetti-Ascani invece è la vera novità. Non è una solita rappresentazione di una corrente o ex componente come negli altri casi. È finalmente una libera espressione di una precisa idea politica. Una chiara e coerente linea di pensiero e di valori ben riconosciuti. Non un’operazione matematica di aggregazioni di parlamentari o di piccole correnti personalistiche.
Giachetti incarna per la prima volta un’ipotesi di segretario nuovo e moderno. Niente operazioni nostalgiche e della vecchia ditta. Niente ritorno al passato, ma avanti con lo spirito riformista del governo Renzi. Perché nessuna vergogna ci dev’essere nel difendere le politiche coraggiose fatte dal governo in precedenza. Ci sono stati errori e scelte sbagliate, ma fatti tutti insieme e perché spinti da una visione politica. Ed è talmente evidente che molte scelte politiche non erano da demonizzare che lo stesso governo Salvini-Di Maio, dopo le promesse elettorali di cambiare tutto, le ha mantenute.
E diciamolo bello chiaro chiaro. Io non mi fido delle persone che per mantenere la propria poltrona o il proprio ruolo sono subito pronti a rinnegare il proprio segretario o il proprio presidente del Consiglio. Io non mi fido di chi salta da una parte all’altra. Io non mi fido di chi per mettersi in luce parla solo e sempre male del proprio segretario. Per questo non posso votare Zingaretti, Martina e Boccia. L’ultima possibilità che ha il Pd di andare avanti è farlo appoggiando una candidatura libera, coerente e illuminata dal riformismo. Giachetti e Ascani questo rappresentano.
Nessun ritorno al passato e nessun’incoerenza. Sempre tra la gente e sempre in prima linea a combattere le falsità di questo governo. Un Pd che vada avanti e che faccia squadra occupandosi dei problemi dell’Italia e non più di beghe interne. Sempre Avanti.