Un pool di magistrati della Procura nazionale Antimafia per indagare sulle stragi irrisolte, sui delitti eccellenti, sulle entità esterne alle associazioni criminali coinvolte nelle bombe degli anni ’90. È quello che ha intenzione di creare Federico Cafiero De Raho. Lo ha annunciato lo stesso procuratore nazionale Antimafia, a margine di un convegno sulla Convenzione di Palermo al palazzo di giustizia del capoluogo palermitano. “La Direzione nazionale antimafia e anti terrorismo – ha detto De Raho – sta costituendo dei gruppi di lavoro: uno sui delitti eccellenti e, più in generale, sulle stragi e i fatti riconducibili anche a entità esterne alle mafie e un altro sul versante terrorismo“.
L’annuncio del magistrato è arrivato per commentare la relazione della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana sui depistaggi nella strage di Paolo Borsellino. Il dossier della commissione guidata da Claudio Fava è stato pubblicato in anteprima sul fattoquotiano.it: mette in fila errori, depistaggi, manomissioni e inerzie investigative di quella che è una delle stragi più misteriose della storia recente.
“Riprenderemo il materiale investigativo” – “Sono convinto che ci siano le condizioni perché si faccia luce e si arrivi alla verità, non solo perché sono ottimista di natura, ma anche perché sono convinto che con il lavoro si raggiunge qualsiasi obiettivo”, è il commento dell numero uno di via Giulia. Sul funzionamento del superpool di magistrati, invece, De Raho ha detto: “Il nostro obiettivo è riprendere tutto il materiale investigativo che negli anni, a partire dalla fine degli anni ’60, è stato acquisito e attraverso di esso dare una lettura che sia un pò più approfondita, ma soprattutto generale”. Al fattoquotidiano.it il capo della Direzione nazionale antimafia ha spiegato che il gruppo sarà formato formalmente solo nei primi giorni di gennaio. La procura nazionale non può indagare direttamente su inchieste affidate a varie procure d’Italia. Può, però, assegnare i propri sostituti direttamente ai fascicoli d’indagine: in questo modo, i pm hanno i poteri proprio per svolgere attività inquirente e poi coordianarsi con i colleghi assegnati ad altri fascicoli. In un certo senso era questo il motivo che aveva portato Giovanni Falcone a “ideare” la procura nazionale Antimafia. Venne ribattezzata la Superprocura: Totò Riina risposte con la “Supercosa”, una sorta di cabina di regia segreta di Cosa nostra, formata dai principali uomini d’onore.
Bonafede: “Popolo ha diritto a verità su Borsellino” – Al convegno di Palermo era presente anche Alfonso Bonafede. “Non posso entrare nel merito di fatti che sono oggetti di indagine e devono essere accertati. Posso dire, però, che il popolo italiano ha diritto alla verità e su questo lo Stato deve impegnarsi, ciascuno nel proprio ruolo”, ha detto il ministro della giustizia, che ha partecipato a un convegno sulla Convenzione di Palermo al palazzo di giustizia del capoluogo siciliano. “È interesse del ministero individuare se c’è stata una lacuna e, quindi, intervenire con procedimenti disciplinari”, ha detto il guardasigilli. Secondo il quale la magistratura deve portare avanti “tutte le indagini e gli accertamenti necessari per arrivare alla verità e il ministero, una volta accertati i fatti e le lacune, portare avanti tutte le verifiche insieme al Csm. Abbiamo un livello di magistratura altissimo, forse il più alto in Europa.
Il nome di Bonafede era stato citato ieri da Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato. “Il ministro mi aveva assicurato che si potesse fare luce – ha detto la donna-mi aveva detto che si sarebbe impegnato ma ad oggi non ho alcuna risposta in nessun senso, ma siamo abituati”. “Il ministero è molto impegnato nel monitorare tutto quello che accade per attivarsi eventualmente laddove ci sono state lacune. Da questo aspetto dipende la credibilità della giustizia agli occhi dei cittadini”, è il commento del ministro.
“Sulla prescrizione mi sono sentito isolato” – Il ministro ha anche commentato la recente riforma della prescrizione, contenuta nel ddl Anticorruzione, varata dal governo M5s-Lega. “La norma sulla prescrizione nella legge contro la corruzione andava fatta adesso, bisognava dare un segnale di rottura importante. Sono orgoglioso di aver dato questo segnale da un punto di vista politica”, ha detto Bonafede. Che poi ha aggiunto: “Per 20 anni ho visto alcune parti politiche appassionatamente denunciare la prescrizione come madre di tutte le ingiustizie e poi in questa legge, anche rispetto a una parte degli addetti ai lavori, mi sono sentito un tantino isolato rispetto al clamore che accompagnava la battaglia sulla prescrizione come una battaglia di giustizia per eccellenza. La presenza di Bonafede a Palermo è stata accompagnata anche da una piccola polemica. “L’avvocatura va considerata, non ignorata“, ha detto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, incontrando spiegando a Bonafede che non avrebbe partecipato ai lavori perché “l’avvocatura non è stata invitata”. “La mia attenzione nei confronti dell’avvocatura è massima – ha replicato il ministro – Probabilmente si è trattato di un disguido, non sono io ad occuparmi della logistica. Mi scuso per quanto è successo e la invito a restare e a partecipare”.
Cosa Nostra
Depistaggio via d’Amelio, De Raho: “Pool della procura nazionale sulle stragi irrisolte ed entità esterne alla mafia”
L'annuncio del magistrato è arrivato per commentare la relazione della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana sui depistaggi nella strage di Paolo Borsellino: "La Direzione nazionale antimafia e anti terrorismo - ha detto De Raho - sta costituendo dei gruppi di lavoro: uno sui delitti eccellenti e, più in generale, sulle stragi e i fatti riconducibili anche a entità esterne alle mafie e un altro sul versante terrorismo"
Un pool di magistrati della Procura nazionale Antimafia per indagare sulle stragi irrisolte, sui delitti eccellenti, sulle entità esterne alle associazioni criminali coinvolte nelle bombe degli anni ’90. È quello che ha intenzione di creare Federico Cafiero De Raho. Lo ha annunciato lo stesso procuratore nazionale Antimafia, a margine di un convegno sulla Convenzione di Palermo al palazzo di giustizia del capoluogo palermitano. “La Direzione nazionale antimafia e anti terrorismo – ha detto De Raho – sta costituendo dei gruppi di lavoro: uno sui delitti eccellenti e, più in generale, sulle stragi e i fatti riconducibili anche a entità esterne alle mafie e un altro sul versante terrorismo“.
L’annuncio del magistrato è arrivato per commentare la relazione della commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana sui depistaggi nella strage di Paolo Borsellino. Il dossier della commissione guidata da Claudio Fava è stato pubblicato in anteprima sul fattoquotiano.it: mette in fila errori, depistaggi, manomissioni e inerzie investigative di quella che è una delle stragi più misteriose della storia recente.
“Riprenderemo il materiale investigativo” – “Sono convinto che ci siano le condizioni perché si faccia luce e si arrivi alla verità, non solo perché sono ottimista di natura, ma anche perché sono convinto che con il lavoro si raggiunge qualsiasi obiettivo”, è il commento dell numero uno di via Giulia. Sul funzionamento del superpool di magistrati, invece, De Raho ha detto: “Il nostro obiettivo è riprendere tutto il materiale investigativo che negli anni, a partire dalla fine degli anni ’60, è stato acquisito e attraverso di esso dare una lettura che sia un pò più approfondita, ma soprattutto generale”. Al fattoquotidiano.it il capo della Direzione nazionale antimafia ha spiegato che il gruppo sarà formato formalmente solo nei primi giorni di gennaio. La procura nazionale non può indagare direttamente su inchieste affidate a varie procure d’Italia. Può, però, assegnare i propri sostituti direttamente ai fascicoli d’indagine: in questo modo, i pm hanno i poteri proprio per svolgere attività inquirente e poi coordianarsi con i colleghi assegnati ad altri fascicoli. In un certo senso era questo il motivo che aveva portato Giovanni Falcone a “ideare” la procura nazionale Antimafia. Venne ribattezzata la Superprocura: Totò Riina risposte con la “Supercosa”, una sorta di cabina di regia segreta di Cosa nostra, formata dai principali uomini d’onore.
Bonafede: “Popolo ha diritto a verità su Borsellino” – Al convegno di Palermo era presente anche Alfonso Bonafede. “Non posso entrare nel merito di fatti che sono oggetti di indagine e devono essere accertati. Posso dire, però, che il popolo italiano ha diritto alla verità e su questo lo Stato deve impegnarsi, ciascuno nel proprio ruolo”, ha detto il ministro della giustizia, che ha partecipato a un convegno sulla Convenzione di Palermo al palazzo di giustizia del capoluogo siciliano. “È interesse del ministero individuare se c’è stata una lacuna e, quindi, intervenire con procedimenti disciplinari”, ha detto il guardasigilli. Secondo il quale la magistratura deve portare avanti “tutte le indagini e gli accertamenti necessari per arrivare alla verità e il ministero, una volta accertati i fatti e le lacune, portare avanti tutte le verifiche insieme al Csm. Abbiamo un livello di magistratura altissimo, forse il più alto in Europa.
Il nome di Bonafede era stato citato ieri da Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato. “Il ministro mi aveva assicurato che si potesse fare luce – ha detto la donna-mi aveva detto che si sarebbe impegnato ma ad oggi non ho alcuna risposta in nessun senso, ma siamo abituati”. “Il ministero è molto impegnato nel monitorare tutto quello che accade per attivarsi eventualmente laddove ci sono state lacune. Da questo aspetto dipende la credibilità della giustizia agli occhi dei cittadini”, è il commento del ministro.
“Sulla prescrizione mi sono sentito isolato” – Il ministro ha anche commentato la recente riforma della prescrizione, contenuta nel ddl Anticorruzione, varata dal governo M5s-Lega. “La norma sulla prescrizione nella legge contro la corruzione andava fatta adesso, bisognava dare un segnale di rottura importante. Sono orgoglioso di aver dato questo segnale da un punto di vista politica”, ha detto Bonafede. Che poi ha aggiunto: “Per 20 anni ho visto alcune parti politiche appassionatamente denunciare la prescrizione come madre di tutte le ingiustizie e poi in questa legge, anche rispetto a una parte degli addetti ai lavori, mi sono sentito un tantino isolato rispetto al clamore che accompagnava la battaglia sulla prescrizione come una battaglia di giustizia per eccellenza. La presenza di Bonafede a Palermo è stata accompagnata anche da una piccola polemica. “L’avvocatura va considerata, non ignorata“, ha detto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Francesco Greco, incontrando spiegando a Bonafede che non avrebbe partecipato ai lavori perché “l’avvocatura non è stata invitata”. “La mia attenzione nei confronti dell’avvocatura è massima – ha replicato il ministro – Probabilmente si è trattato di un disguido, non sono io ad occuparmi della logistica. Mi scuso per quanto è successo e la invito a restare e a partecipare”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.