Per Marco Cecchini e Gianni Ermellini l'accusa è la stessa degli altri sette indagati: concorso in omicidio colposo aggravato. L'attività dei magistrati si sta concentrando sui fumi coreografici e sul sistema di areazione e ventilazione
Altre due persone sono state indagate della Procura di Ancona per la calca nella discoteca Lanterna azzurra in cui morirono sei persone. Si tratta di Marco Cecchini, uno dei dj del locale – figlio di Quinto Cecchini, uno dei soci della Magic srl che gestisce la discoteca (anche lui indagato) – e dell’addetto alla sicurezza Gianni Ermellini. Per loro l’accusa è la stessa degli altri 7 indagati adulti (i tre gestori e i 4 proprietari dell’immobile): concorso in omicidio colposo aggravato. Indagato anche un minorenne sospettato di avere usato spray al peperoncino. Dei nuovi indagati si è appreso in sede di conferimento di incarichi per le perizie da parte delle due Procure, quella minorile e quella ordinaria, notificate agli indagati e alle parti lese, che al momento sono 23.
Le domande dei magistrati riguardano la presenza del principio attivo del peperoncino nel locale e si concentrano in particolare sul sistema di generazione di fumi per le coreografie e in quelli di ventilazione e aerazione. Saranno anche esaminati i congelatori e gli impianti di refrigerazione dei bar del locale, in particolare quello vicino all’uscita 2. I periti nominati sono: il professore ordinario di fisica tecnica ambientale dell’Univpm Costanzo di Perna, e l’ingegnere civile del comando generale dell’Arma Marcello Mangione. I due saranno supportati dal Racis di Roma.
I periti effettueranno domani un sopralluogo nella discoteca insieme ai tecnici dell’Arpam. Si dovrà inoltre verificata la conformità dei luoghi rispetto alle autorizzazioni per attività di spettacolo. Alcuni giorni fa Marco Cecchini aveva raccontato che uno dei ragazzi presenti quella sera in discoteca era venuto da lui, raccontando di avere subito il furto di una catenina da una persona che gli aveva spruzzato dello spray al peperoncino.