A poco meno di un anno dagli scioperi per il mancato pagamento degli stipendi i giornalisti di Askanews nuovamente costretti a indire giornate di astensione dal lavoro. “L’assemblea dei redattori di Askanews proclama due giorni di sciopero per le giornate di domani e sabato per protestare contro l’ipotesi di ricorso al concordato preventivo all’ordine del giorno del Cda del 24 dicembre e contro la dichiarazione di 27 esuberi presentata dall’azienda. Dieci giornalisti in meno (in gran parte prepensionamenti), cinque mesi di cassa integrazione al 50% e un contratto triennale con la Presidenza del Consiglio firmato ad agosto. Nonostante tutto questo l’agenzia Askanews rischia di sbattere contro un muro. Sugli oltre 90 giornalisti dell’agenzia di stampa pende la decisione del Cda che verrà presa alla vigilia di Natale. L’assemblea di Askanews condanna e respinge questa ipotesi, proprio nel momento in cui l’agenzia dovrebbe essere rilanciata con l’impegno dell’azionista di riferimento Luigi Abete che non può venir meno ai suoi doveri di imprenditore”. È quanto si legge in un comunicato stampa.
“L’assemblea rimanda al mittente le minacce di ulteriori 27 esuberi e invita il Dipartimento Editoria, con cui l’azienda sta trattando dopo il via libera dell’Avvocatura dello Stato per il recupero di una somma dovuta per i servizi prestati per 10 mesi ad assumersi la propria responsabilità e garantire celerità per evitare che una voce importante dell’informazione primaria muoia. I redattori diffidano l’azienda al pagamento di tutte le spettanze dovute ai giornalisti, che si riservano di agire nelle sedi opportune. L’assemblea chiede un incontro urgente con la Presidenza del Consiglio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i suoi vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, anche in quanto ministro del Lavoro, perché intervengano per favorire una soluzione positiva della vicenda”.
La Federazione nazionale della Stampa italiana e le Associazioni Regionali di Stampa di Roma, Milano e Firenze “sono accanto ai giornalisti di Askanews. A fronte di un piano di ristrutturazione ‘lacrime e sangue’, accettato negli scorsi mesi dalla redazione, è necessario che l’editore, Luigi Abete, si assuma le proprie responsabilità evitando colpi di mano, peraltro alla vigilia di un tavolo di confronto sindacale già convocato alla ripresa dopo le festività natalizie. Il sindacato è pronto a sostenere in ogni sede le ragioni della redazione”, affermano in una nota la Fnsi e le Associazioni Regionali di Stampa. Ai giornalisti è arrivata la solidarietà anche dalla politica: da Fi a Pd.