Ieri il presidente Walter Ricciardi, oggi il componente del cda Giuseppe Remuzzi e il membro del Comitato scientifico Armando Santoro. Continua a perdere pezzi l’Istituto superiore di sanità, che nel giro di poco più di 24 ore ha dovuto registrare le dimissioni di tre figure fondamentali dell’organigramma dirigenziale. La decisione di Remuzzi e Santoro, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ansa, è arrivata a seguito del passo indietro di Ricciardi e sarebbe dipesa dal fatto considererebbero ormai non garantita l’indipendenza scientifica dell’ente, che è il primo istituto di ricerca pubblica in Italia e in Europa. Almeno per il momento nessuna dichiarazione ufficiale, ma le indiscrezioni testimoniano il clima teso tra governo ed ente di ricerca, al netto dell’uscita di scena soft di Ricciardi, che ha parlato di rapporto istituzionale corretto con la ministra Giulia Grillo nonostante diversità di posizioni e vedute.
In un’intervista rilasciata alla Stampa, però, oggi Walter Ricciardi ha detto anche altro, sottolineando innanzitutto il proprio lavoro svolto all’Istituto: “Partendo da una grave situazione di dissesto finanziario avevo il compito di risanare e rilanciare l’Iss – ha detto – Obiettivo che ho raggiunto con otto mesi di anticipo. Per questo giudico esaurito qui il mio compito”. Il presidente dimissionario, tuttavia, ha dato un suo giudizio sulla manovra, sottolineando che per quanto riguarda la Sanità la legge di bilancio è “assolutamente insufficiente, sia dal punto di vista finanziario che organizzativo. Così rischiamo la deriva del nostro Servizio sanitario nazionale anche dal punto di vista della qualità dei servizi – ha accusato Ricciardi – Per non parlare delle diseguaglianze territoriali e sociali che sulla salute si stanno facendo sempre più marcate”. Ricciardi ha poi spiegato di avere visto il ministro Grillo in questi sette mesi “in verità due sole volte. Non ho mai avuto problemi di tipo personale con lei, però certo non posso dire che in questi mesi ci sia stato un confronto”. Non tensioni, quindi, ma neanche un vero rapporto di lavoro. Cortesia istituzionale e poco altro, insomma. Infine, quanto all’azzeramento del Consiglio superiore di sanità, Ricciardi ha spiegato che “un governo ha tutto il diritto di scegliersi i tecnici e i consulenti che vuole”, ma “non è il massimo liquidare senza mai averli visti in faccia 30 scienziati di fama nazionale e internazionale che hanno lavorato gratis per quattro anni. Sento parlare di nuovi nomi scelti dal basso. Mi auguro che vengano salvaguardate massima competenza e valore scientifico“.
Sulla questione è intervenuto direttamente anche il vicepremier Matteo Salvini, che a margine di un incontro all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, ha risposto sull’opportunità o meno di fare ‘spoil system‘ nella sanità. Il riferimento è alle recenti vicende, dalle dimissioni di Ricciardi all’azzeramento del Consiglio superiore di sanità voluto dal ministro della Salute Giulia Grillo nelle scorse settimane, fino all’addio di Stefano Vella dalla presidenza dell’Agenzia italiana del farmaco e alla decisione di indire un bando per la nomina del nuovo direttore generale Aifa, con l’uscita dell’allora direttore generale Mario Melazzini. “Non conosco le vicende e le persone. So sicuramente che ci saranno persone di altrettanto livello che potranno svolgere questo incarico” ha detto Salvini, che poi ha replicato all’accusa di Ricciardi sui pochi fondi destinati dal governo alla sanità all’interno della manovra: “Quello che so è che invece a bilancio, e questo è certo, ci sono più soldi rispetto al passato per la tutela della salute“.