Per identificarlo sono state applicate tecniche investigative che si usano per gli omicidi. È stato individuato e denunciato per i reati di uccisione di animale e furto venatorio il presunto responsabile di aver ammazzato un lupo ritrovato crocifisso il 28 aprile 2017 al confine tra le campagne di Monterotondo Marittimo e Suvereto (Grosseto). Nelle prime ore del mattino era stata trovata la carcassa scuoiata di un lupo, attaccata a un segnale stradale, con un cartello che riportava la scritta a mano “No agli abbattimenti – Sì alla prevenzione”.

La Procura di Grosseto, nei giorni scorsi, ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di un uomo residente a Riotorto (Livorno) al termine delle indagini svolte dal gruppo dei carabinieri forestali di Grosseto. Il rinvenimento della carcassa del lupo nell’aprile dello scorso anno fu solo l’ultimo episodio di una lunga serie di fatti analoghi accaduti in Maremma, iniziati nel 2013.

“È la prima volta in Italia che a un caso di uccisione di lupo – spiega il procuratore capo di Grosseto Raffaella Capasso – viene applicata la complessa tecnica investigativa che si usa per gli omicidi: una serie di analisi e accertamenti condotti con le più sofisticate metodologie scientifiche. Il fenomeno del bracconaggio e dell’uccisione di animali particolarmente protetti sta assumendo, nel Paese e particolarmente nel nostro territorio, livelli preoccupanti, tanto da rendere la provincia di Grosseto oggetto di studio per la comunità scientifica, con una serie di progetti finanziati dall’Unione Europea. La risposta delle unità forestali dell’Arma dei Carabinieri è stata decisa e determinata, al fine di riportare la legalità in questo settore strategico per le politiche nazionali di conservazione della biodiversità”.

Foto di archivio

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