“Zecche con la toga”, “magistrati delinquenti”, “invito gli italiani a tirare sassi ai giudici”, “Quando escono dal Tribunale contestiamo e tiriamo sassi anche noi”. Erano molti i commenti inferociti a un post del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che commentava l’assoluzione di 26 processati dopo una manifestazione del 2015. Per questo il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica di Lucca ha deciso di assegnare la scorta al giudice Gerardo Boragine, già presidente del collegio del Tribunale nel processo sulla strage di Viareggio. Il magistrato, informa l’Anm Toscana, è stato “fatto oggetto di pesanti insulti e gravi minacce” nei commenti al post del segretario della Lega che il 15 dicembre scriveva: “Evidentemente aggredire e lanciare sassi per qualcuno non è reato. Evviva la ‘giustizia’ italiana. Io tiro diritto!”

Oggi Salvini torna sulla vicenda, senza ritenersi responsabile di aver aizzato i commentatori con il suo post, privo di per sé di insulti e minacce. “Do tutta la mia solidarietà a chi si sente minacciato”, dice il ministro dell’Intero, ma “ritengo mio diritto e di chiunque parlare pubblicamente senza dover schivare pietre che volano ad altezza d’uomo”. “Mi dissocio dalla violenza sempre e comunque”, ha poi voluto sottolineare il vicepremier, parlando in conferenza stampa a margine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica alla Prefettura di Firenze. “Fuori di qui – ha aggiunto – c’era qualche buontempone che inneggiava a ‘Salvini boia’, sono tre disadattati come quelli che insultano nei post”.

I 26 giovani, accusati di adunata sediziosa, erano stati denunciati dopo una manifestazione contro Salvini durante un comizio a Viareggio il 16 maggio 2015: quel giorno l’auto del segretario del Carroccio è stata accerchiata e colpita, mentre il suo comizio è durato solo 10 minuti per via delle grida e del lancio di uova. Il giudice li aveva assolti perché “il fatto non sussiste”. Nella nota l’Anm Toscana evidenzia come “le iniziative e le decisioni giudiziarie possono essere legittimamente criticate, con il rispetto del limite della continenza, che nel caso di specie indubbiamente è stato travalicato“. Per questo l’Anm respinge “con fermezza, in quanto lesivi dei valori di terzietà, autonomia e indipendenza propri dell’intera Magistratura, gli attacchi immotivati verso i singoli magistrati che svolgono il loro mandato soggetti soltanto alla legge, senza condizionamenti e pregiudizi ideologici”.

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