La caccia ai responsabili prosegue, ma intanto lo scalo è tornato operativo "perché le misure militari messe in funzione nell’aeroporto ci hanno dato le necessarie assicurazioni sulla sicurezza della riaperture delle piste", ha spiegato il direttore operativo di Gatwick, Chris Woodroofe, alla Bbc
È stata un’altra giornata di caos a Gatwick: il secondo aeroporto di Londra è stato chiuso nel pomeriggio e poi di nuovo riaperto in serata. Una “sospensione temporanea” dei voli, causata dall’ennesimo avvistamento di un drone che polizia ed esercito non riescono a fermare o distruggere. A neanche dodici ore dalla riapertura, lo scalo è di nuovo stato chiuso infatti intorno alle 18 di venerdì a causa di sospetti dispositivi in volo sulla pista. Gatwick era tornato infatti operativo alle 6 del mattino dopo 36 ore di stop ai voli tra mercoledì e giovedì per una cinquantina di avvistamenti di droni nei dintorni dell’aeroporto. La caccia ai responsabili prosegue, ma intanto lo scalo è tornato operativo “perché le misure militari messe in funzione nell’aeroporto ci hanno dato le necessarie assicurazioni sulla sicurezza della riaperture delle piste”, ha spiegato il direttore operativo di Gatwick, Chris Woodroofe, alla Bbc.
I media locali enfatizzano la pista di una protesta ambientalista, su cui si starebbero concentrando le autorità, mentre la polizia del Sussex ha fatto sapere che sta seguendo linee di indagini “significative” e che ci sono dei sospettati, ma che non sono stati effettuati fermi e nessuno è stato interrogato. Woodroofe ha detto alla Bbc che l’aeroporto era stato riaperto dopo “ulteriori misure di attenuazione” fornite da agenzie governative e militari, che hanno dispiegato mezzi da combattimento utilizzati anche nella lotta all’Isis. Pochi voli, però, sono stati effettuati: sino al tardo pomeriggio di venerdì, 91 dei 412 previsti erano stati cancellati, mentre 64 delle 371 partenze in programma erano annullate.