THE PASSENGER – ISLANDA – autori vari (Iperborea, 2018)
Vogliamo (farvi) ascoltare il battito di un Paese. E cavoli se ci riescono. Un libro che non è un libro. Una specie di rivista lunghissima (168 pagine), che però sembra un libro, per raccontare cultura, storia, attualità, politica di uno spazio geografico lontano e poco conosciuto (gli altri due volumi sono sul Giappone e l’Olanda). Scrivono i curatori: “Imbattersi in un articolo di costume o in un post virale è sufficiente per dire di conoscere un paese? The Passenger – Islanda nasce da una curiosità che è difficile saziare altrove, dalla voglia di sapere: cosa sogna, in cosa crede, cosa teme un islandese? Come vive? Ha davvero bisogno di una app per non finire a letto con un parente?”.
Tra l’altro la risposta è che è vero. Un islandese ha proprio bisogno di una app per evitare l’accoppiamento con un/a cugino/a. Detto questo il libro si compone di corposi racconti/servizi scritti da giornalisti, premi Nobel, intellettuali, scrittori islandesi. Linguaggio mai banale ma nemmeno estremamente tecnico, questo volume è un piacevole volo a planare tra risorse naturali depredate da multinazionali cinesi (ah ma allora quello che si racconta nel film La donna elettrica è vero!), ex sindaci punk, Thor, il business delle piume di edredone, l’approfondimento sulla moda del “borealismo”. Il tutto corredato da cartine, dati storici, prospetti, fotografie, e stampato su morbida, lucida e pastosa carta Munken Pure. Bello anche solo da vedere.